SEGNALAZIONE #62
ALI SPORCHE
TITOLO: Ali sporche
AUTORE: Ferdinando Balzarro
GENERE: fantasy contemporaneo
GENERE: fantasy contemporaneo
EDITORE: Brè Edizioni
NUMERO DI PAGINE: 148
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 ottobre 2021
ASIN: B09JNP94MX
PREZZO E-BOOK: 2,99€ (disponibile su Kindle Unlimited)
ISBN: 9791259701084
ISBN: 9791259701084
PREZZO CARTACEO: 10€
SINOSSI
E se Dio fosse arrabbiato con l’umanità? Se Dio si fosse stancato degli uomini, guerrafondai, inquinatori, devastatori del pianeta Terra, assassini, truffatori, delinquenti? Magari potrebbe mandare sulla Terra un fidato angelo, che prese le sembianze di una splendida donna, si occupi di sistemare le cose con una curiosa strategia, incunearsi tra le pieghe dei difetti umani, seminare il male per raccogliere il bene. E se non funzionasse? Ragazzi, qui si rischia di fare danni anche peggiori! Siamo certi che Dio sia infallibile? Con una narrazione che parte da un fantasy surreale e divertente, perfino sexy, all’inizio, via via Ferdinando Balzarro scava nell’animo umano, viaggia dentro le miserie, gli orrori, i drammi della vita. Anche gli angeli possono soffrire come un essere umano, e allora sono guai.
BIOGRAFIA
BIOGRAFIA
Piacentino di nascita, Ferdinando Balzarro vive a Bologna. Laureato in scienze motorie, notissimo maestro di Karate, recordman mondiale di paracadutismo (Ubon, Thailandia, 1999). Scrittore, ha pubblicato numerosi romanzi e saggi conquistando: premio speciale Fucecchio con Il sangue e l’anima 2002, premio Carver con Punto Vitale 2005, Premio Marina Franca festival e Parolesia 2009 con Il secondogenito. Per ultimo La morte mi fa ridere 2020 Giovaneholden edizioni. La foto della biografia è di Giovanni Gori.
ESTRATTO
Aspri conflitti, più che duratura pace, agli uomini di buona volontà. Mi sono dovuto documentare su internet per avere un quadro abbastanza esaustivo della situazione. Ne sono rimasto sconvolto al punto che per la prima volta ho conosciuto il sapore delle lacrime. Il computo dei morti è impressionante. Dietro ogni caduto ci sono genitori, figli, mogli, animali. Dietro ogni conflitto torrenti di uomini in fuga dalla peggior piaga dell’Universo: la guerra. Vivo in Italia, vivo in Europa. Da oltre settant’anni da queste parti non si imbraccia uno schioppo. I militari, tutti volontari, se vogliono combattere come prevede la loro preparazione devono farlo in trasferta. Paradossalmente e in forma ipocrita, definite peace mission, con moschetti al posto di croci e bombe a mano al posto di ramoscelli d’olivo. L’Europa stanca, decrepita, malfidata persino di se stessa, non avrebbe la forza di andare in guerra neppure contro un esercito di cuochi. Ma il mondo non si chiama Europa. Nelle brughiere più povere si procrea a ritmo industriale mentre i ricchi frenano le nascite. Sempre meno acqua a dissetare terre aride e milioni di persone, meno cibo per sfamarle, e allora? Allora non resta che la guerra, la distruzione, la morte. Proprio come agli esordi della genia umana, si combatte e uccide per fame e conquista. La formula è questa, si vive sempre a discapito di qualcuno. Dismetterò vestiti eleganti e tacchi a spillo, butterò gioielli e collane, taglierò i capelli, indosserò tute mimetiche, elmetti e maschere antigas, calzerò coriacei stivaletti da deserto, berrò acqua tiepida dalla borraccia, mangerò cibo conservato, digiunerò per giorni. Non sei venuto da me, e non ti biasimo Lucifero. Non sei venuto a scovarmi tra le profumate lenzuola del primo ministro o nell’alcova di un potente cardinale o nella stanza finemente decorata del papa. Adesso verrò io da te. Sarò io a cercarti tra le rovine dei bombardamenti a tappeto, tra il pianto di bambini scalzi, in mezzo alle bare senza nome, sul bordo scabroso delle fosse comuni. Ti sorprenderò oltre i fili spinati dei campi di concentramento, ti scoverò a crogiolarti nei roghi delle città in fiamme, tra il sangue dei villaggi presi d’assalto. Ti cercherò in mezzo ai corpi martoriati delle vittime. Sporcherò le ali di fango, sangue, polvere e sudore. Presto guarderemo insieme cosa significa il ‘male’. In virtù di una serie di poteri su cui ancora posso contare, ‘grazie al cielo’, riesco ad assumere ruoli inconsueti per una donna, specie se molto bella come me. Riconosco che i capelli tagliati quasi a zero, la totale mancanza di trucco, gli abiti militari e conseguente trascuratezza dei particolari, attenuano se non offuscano lo charme e conseguenti esiti attrattivi, al punto di passare se non proprio inosservata, almeno accettata in un contesto prettamente maschile. Infatti seguo militari sul campo di battaglia, ma anche milizie ribelli, terroristi islamici, eserciti governativi, corpi speciali americani, missioni segrete. Vivo circostanze estreme, temperature altissime e freddo intenso, cammino con zaino leggero, videocamera e macchina fotografica a tracolla, arrampico scoscesi sentieri, guado fiumi in piena, attraverso selve intricate. L’umidità bagna in pochi secondi, non si respira, si boccheggia, alcuni svengono. Incontriamo solo città morte, abbandonate, rovine fumanti e tossiche. I nemici (stando io da tutte le parti a turno tutti sono nemici) avanzano, bruciano tutto, distruggono ogni cosa, stuprano ragazze giovanissime, tagliano il seno alle donne incinte, sembra impossibile che gli uomini siano capaci di un simile orrore. In Indonesia fonti accreditate parlano di cinquanta, forse novantamila morti. In Afghanistan il conflitto procede da vent’anni con più di centodieci mila morti. In Algeria a continue sanguinose stragi perpetrate dagli estremisti islamici si contrappongono violente controffensive da parte dell’esercito governativo. Ho seguito i primi e per più tempo i secondi. Parlano di centocinquantamila morti, non saprei dire chi ne ha subiti di più, né saprei valutare quali dei due contendenti sia più feroce, spietato e crudele.
Nel frattempo del diavolo nessuna traccia, se non lo trovo lì intento a contare morti e relative anime da assemblare all’inferno, non saprei proprio dove scovarlo.
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