Segnalazione #67 - Le cattive ragazze non restano a colazione

 SEGNALAZIONE #67

- LE CATTIVE RAGAZZE
NON RESTANO A COLAZIONE -


TITOLO: Le cattive ragazze non restano a colazione
AUTORE: Tania Paxia
SERIE: Copy Series Vol.2
GENERE: narrativa rosa
EDITORE: selfpublishing
NUMERO DI PAGINE: 396 (ebook) - 385 (cartaceo)
DATA DI PUBBLICAZIONE: 30 giugno 2022
ASIN: B09ZPMGWFD
PREZZO E-BOOK: 2,99€
ISBN: 9798837794421
PREZZO CARTACEO: 11,00€

SINOSSI

“Dei bravi ragazzi non c'è da fidarsi ma anche le cattive ragazze non scherzano”.   

Azaria Coen si barcamena tra il nuovo lavoro alla Falco Media e gli appuntamenti combinati da nonna Camelia, decisa più che mai a trovarle marito. Che sia Aron o un altro fra i candidati poco importa. La desolazione regna sovrana nel suo cuore, fino a quando non fanno la loro ricomparsa i membri del club dei "Bravi ragazzi pentiti" nelle vesti di guardiani della notte. Inoltre l’agenzia Solferino si sta facendo un nome nell’ambiente pubblicitario per merito del suo slogan e le richieste di collaborazione sono in continuo aumento. Per questo le viene chiesto di unirsi al gruppo dei copywriter; la sua amica Azzurra ci mette lo zampino e si lascia convincere. Ma in cambio chiede qualcosa: un favore. Un favore in cambio del suo contributo alla scalata della Finardi. Basterà la promozione di un panificio in crisi e a rischio chiusura per strappare l'agenzia Finardi dalle mani della Contessa Alberici Alagona? Potrà una piccola campagna pubblicitaria diventare una grandiosa opportunità di rivincita? E sarà sufficiente a far riavvicinare Azaria a Mr Simpatia? Tra bisticci, copywriting, accordi riconciliatori, colazioni strategiche, api sul “Miele” ed eventi a sorpresa, Azaria cercherà di conquistare la sua indipendenza e la pace interiore che tanto cerca. Se poi riuscirà a conquistare anche l’uomo perfetto per lei, tanto meglio!


Tutte le opere di Tania Paxia:

NARRATIVA ROSA
. Tutte le volte che ti penso
. Quando t'innamorerai
. Sono io Taylor Jordan! (Le fantastiche disavventure di Maggie Clark #1)
. Dream On
. Le strane logiche dell'amore
. Ti amo ma non lo sai
. Ti amo già da un po'
. Prima che arrivassi tu
. LOST Per colpa di un bacio (Liar Liar Series #1)
. LEFT Il bacio che aspettavo (Liar Liar Series #1.5)
. GONE Un bacio è troppo poco (Liar Liar Series #2)
. BACK Un bacio alla luce del sole (Liar Liar Series #2.5)
. LIAR Un bacio non è per sempre (Liar Liar Series #3)
. FEEL Prima dammi un bacio (Liar Liar Series #3.5)
. FOUND È più facile dirlo con un bacio (Liar Liar Series #4)
. Siamo amici solo il mercoledì (link recensione)
. BUGIE e BACI (Liar Liar Series)
. Un appuntamento con Taylor Jordan (Le fantastiche disavventure di Maggie Clark #2)
- I bravi ragazzi non mentono (Copy Series #1)

FANTASY
Nicholas ed Evelyn e il diamante guardiano
Nicholas ed Evelyn e il dragone carbonchio
La cacciatrice di stelle
Il marchio dell'anima

NARRATIVA GIALLA
La pergamena del tempio


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Segnalazione #66 - Take

 SEGNALAZIONE #66

- TAKE -


TITOLO: Take
AUTORE: Aura Conte e Connie Furnari
GENERE: music romance/ humor
EDITORE: selfpublishing
NUMERO DI PAGINE: 198
DATA DI PUBBLICAZIONE EBOOK: 22 giugno 2022
ASIN: B09WZVQ4ZC
PREZZO E-BOOK: 0,99€ e GRATIS in abbonamento Kindle Unlimited - link Amazon

SINOSSI

Può una vacanza di lavoro in Grecia, trasformarsi in un appassionato incontro con un uomo speciale, per una semplice ragazza italiana?
Giulia Rinaldi ama la musica e spera che il suo lavoro da DJ diventi il suo futuro.
Per tale ragione, accetta il suo primo ingaggio internazionale in Grecia. Lascia così Roma per Santorini, dove lavorerà in nuovo un club esclusivo.
Senza aspettarselo, si imbatte nel bellissimo ed eccentrico Vincent Hill, meglio conosciuto come Phoenix, star del momento della musica rap. Un uomo che tutte le donne vogliono ma al quale importa soltanto divertirsi.
Tra i due sono subito scintille… ma non subito positive.
Lui è attratto dalla lingua biforcuta di Giulia, lei lo chiama “l’uomo animale”, considerando l’oscenità dei testi delle sue canzoni, la sua arroganza e il modo in cui tratta le donne.

L’amore esplode, tra le spiagge di Santorini, tra fraintendimenti, gelosie, ripicche. Un Music Romance romantico e piccante, un’avventura estiva da vivere fino all’ultimo fiato.

Il Pov femminile è narrato da Aura Conte, quello maschile da Connie Furnari.



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Final girls. Le sopravvissute - Recensione di Mysticmoon

 FINAL GIRLS

- Riley Sager -

Recensione di Mysticmoon
 

Tit
olo: Final girls. Le sopravvissute
Autore: Riley Sager
Traduttrice: Leonardo Taiuti
Genere: thriller
Editore: Giunti Editore
Pagine: 432
ISBN: 9788809830356
 
Pur non essendo una grande amante dei film horror c'è una tipologia di questi prodotti che apprezzo particolarmente: gli slasher movie.
Tenetevi pure i vostri fantasiosi mostri; a me potete dare un pazzo scatenato che insegue i personaggi armato di coltello e farete di me una spettatrice felice.
Con queste premesse credevo che Final Girls di Riley Sager sarebbe stato un romanzo che mi sarebbe piaciuto molto.
Peccato che non sia andata esattamente così...

Nel romanzo seguiamo le vicende di Quincy, una donna che a dieci anni di distanza dalla mattanza che l'ha vista essere l'unica superstite si trova nuovamente nell'occhio del ciclone quando Lisa, una donna che molti altri prima era stata una final girl (con questo termine si indica l'unica superstite di un massacro) e che da allora si prodigava per aiutare altre sopravvissute, viene trovata morta in casa sua mentre un'altra superstite, Samantha, esce dall'ombra dopo anni passati a nascondersi.
Come riferito in precedenza, l'idea di fondo mi attraeva davvero molto... Peccato che il risultato non mi sia piaciuto moltissimo.

Ciò che più mi ha delusa (ma dovevo aspettarmelo visto che non posso godermi quasi mai una storia del genere) è il fatto che non è riuscito a sorprendermi; per quanto sia oggettivamente un romanzo originale e con delle buone idee, come al solito ho subdorato immediatamente i vari colpi di scena (e con immediatamente intendo letteralmente alla prima apparizione dei vari personaggi) quindi alla fine non è riuscito a stupirmi quanto avrebbe dovuto fare.
Altra pecca, sempre abbastanza personale, è stato per me lo stile di scrittura. In una storia di tensione il lettore chiede allo scrittore delle sorprese e la capacità di catturare la sua attenzione; come le sorprese non hanno funzionato, come scritto sopra, ma il romanzo non è riuscito neanche a coinvolgermi, tanto che a tratti mi sono persino addormentata. A onor del vero devo riferire che le ultime 100-120 pagine circa sono state di gran lunga le mie preferite e quelle sì che le ho divorate... Ma le precedenti 300 mi hanno presa poco e soltanto a tratti, quindi non posso dare un parere positivo a riguardo.

Sia chiaro, Final Girls non è un romanzo brutto (fossero tutti così ci metterei la firma!) ma secondo me ha diversi elementi che oggettivamente faticano a fuzionare e che su alcuni lettori, come la sottoscritta, funzionano ancora meno di quanto dovrebbero, portandoli ad avere un'esperienza non pienamente soddisfacente.




Segnalazione #65 - Archi di sangue

 SEGNALAZIONE #65

ARCHI DI SANGUE


TITOLO
: Archi di sangue
AUTORE: Giuseppe Pantano
GENERE: thriller noir
EDITORE: Brè Edizioni
NUMERO DI PAGINE: 210
DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 ottobre 2021
ASIN: B09KBTL9Z5
PREZZO E-BOOK: 3,99€ (disponibile su Kindle Unlimited)
ISBN: 9791259701145
PREZZO CARTACEO: 14€
 
SINOSSI

Caterina e Antonia: donne unite da uno stesso destino. Persone che, solo per il fatto di essere nate femmine, sono costrette a subire violenza. Sullo sfondo, lei, Giuseppina, l’eroina che combatte il mostro Carmelo. Che si adopera per salvare delle vite, che crede e lotta al fianco delle vittime. Una vicenda che inizia nel 1963 e si conclude ai giorni nostri e mette in evidenza come le cose non siano molto cambiate: il maschio padrone esisteva allora come oggi. E non importa se il violento è il tuo patrigno o il compagno, l’aggressività è da condannare. Sempre. Abusi e maltrattamenti che originano faide familiari, scandali e omicidi. Soprusi che danno vita a un thriller dove tante persone, troppi individui innocenti sono costretti a pagare anche a causa di forze dell’ordine corrotte, che non si fanno scrupoli a contaminare o nascondere le prove. Un giallo per rimarcare ancora una volta l’orribile piaga che dilaga anche nella società odierna.

BIOGRAFIA
 
‎Giuseppe Pantano nasce a Roma il 27 settembre 1963. È laureato in Economia e Commercio e attualmente riveste la carica di Direttore all’interno del gruppo automobilistico Renault-Nissan-Mitsubishi. Dopo 4 anni di Ford e 25 anni di Nissan ora è a capo di un ruolo internazionale in seno alla sede centrale di Nissan a Parigi. Divorziato, con 2 figli, vive a Milano con la compagna ed è un grande appassionato di tennis, sci e narrativa thriller/giallo. Nella sua carriera ha avuto l’opportunità di viaggiare davvero molto, scoprire tante città europee e di vivere per anni a Parigi, imparando a conoscere in profondità le dinamiche di una azienda multinazionale di importanza planetaria.
Archi di sangue è il terzo romanzo del genere thriller. Ha già autopubblicato Il Tempo rubato e La morte non ti lascia sola, edito da Another Coffee Stories. Ha già partecipato a svariate presentazione dei suoi romanzi, sia a livello locale, con pubblicazione degli eventi su Il Tirreno, ad agosto 2021, che nazionale, con la partecipazione alla trasmissione del TG5 “La Lettura” condotta da Carlo Gallucci.
Il suo profilo è presente su tutte le piattaforme social e la sua passione per il thriller viene diffusa anche attraverso il canale personale youtube con migliaia di visualizzazioni.

ESTRATTO

Anche la sua presenza in ascensore stava diventando insopportabile. L’odore acido e ributtante di grappa mista a birra, a quell’ora del giorno, aveva inondato in pochi secondi l’angusto spazio della cabina. Antonia premette il pulsante numero 5 e si girò verso la porta automatica dando le spalle all’uomo barcollante. Chiuse un attimo gli occhi e si immaginò lontano, in un posto diverso, a migliaia di chilometri da quella puzza vomitevole e da quel rudere umano che stava salendo insieme a lei, nella sua casa, nella sua vita. Si sentiva svuotata. Ormai anche gli ultimi tentativi di ricucire il rapporto con Alberto sembravano inutili quanto cucchiaini adoperati per svuotare il letto di un fiume in piena. La fiammella di un amore rimasta accesa solo grazie alla tolleranza e al suo desiderio di tranquillità, si stava spegnendo. Non ci sarebbero stati più il tempo e il modo per riaccenderla. Questo la intristiva ma soprattutto la preoccupava. Come avrebbe affrontato l’argomento con quell’uomo che, alla minima parola fuori posto, l’avrebbe colpita con la sua instabile e irrazionale violenza? Quali parole avrebbe dovuto usare per evitare conseguenze spiacevoli? Quale sarebbe stato il momento più propizio per convincerlo a fare le valigie e lasciarla sola nella sua casa? Si rese conto che rispondere a quelle domande banali, non era affatto facile. Tuttavia si sentiva stanca. La sua stanchezza non era una semplice défaillance fisica, era una spossatezza mentale che si ripercuoteva sulla sua capacità di raziocinio. Stava per raggiungere quel limite, di nuovo. Quel limite superato tanti anni prima, quando la violenza su di lei era stata perpetrata per la prima volta in un luogo oscuro, dove era stata costretta a subire. Sarebbe successo ancora una volta? Pensava che le sue preghiere l’avrebbero liberata per sempre dall’angoscia di doversi trasformare nella bestia che odiava. Il suo terribile segreto era custodito nel suo più intimo anfratto della memoria. Non era raggiungibile da niente e da nessuno. Solo lei era in grado di riportarlo alla luce. Ma non aveva mai voluto farlo. Aveva pregato per tutta la vita affinché non dovesse più fare ricorso a quella sfera recondita del suo animo. Adesso però, quel cumulo di macerie stratificate per seppellire la bestia erano state rimosse. Ne rimaneva solo una piccola quantità. Lei sapeva che quel residuo non sarebbe stato sufficiente a fermare la furia nascosta dentro di sé nel momento in cui avesse dovuto subire ancora. Quando aprì la porta di casa aveva un viso impassibile e serio, mentre l’uomo ubriaco alle sue spalle spingeva dietro il suo corpo per entrare in casa. Antonia strinse i pugni e socchiuse gli occhi, facendosi forza per sopportare ancora. Poi se ne andò in cucina lasciando che Alberto si sdraiasse sul divano in soggiorno. Prese a compiere le sue solite azioni: preparare il pranzo, apparecchiare, sgomberare il lavello e nutrire il gattino. Si rivolse all’animale che si stava strusciando sui suoi polpacci.
«Ciao piccolino, vuoi la pappa? Vieni che la mamma ti dà i croccantini». In quel momento fotografò la scena del micio tra i suoi piedi e la memoria la riportò a molti anni addietro.
«Micetto, vieni da me? Micetto hai fame? Non aver paura ci sono io qui che penso a te. Vediamo un po’ cosa ti posso dare.»
 Aveva aperto quel fagotto, confezionato al refettorio il giorno prima, proprio per il suo amico animaletto. Lei non aveva molti amici in quel posto oscuro dov’era costretta a vivere. Come lei, altri bambini sfortunati e dimenticati dalla società cercavano segnali di esistenza e di conforto in quello che trovavano nelle interminabili giornate trascorse in quel posto. La sua sola amica era stata Tilde, una bambina di cinque anni, arrivata due anni prima, poi però andata via con la coppia che l’aveva adottata. Antonia, che aveva otto anni, era una delle bambine rimaste a Badia per più tempo. Questa condizione avrebbe dovuto confortarla date le responsabilità che le suore assegnavano ai bambini più grandi. Tuttavia le monache alimentavano una specie di crudeltà innata, forse dovuta alla frustrazione di una vita spesso programmata dalla decisione di altri, e questo ne causava accanimento nei confronti di bambini come lei, più adulti e ospiti da sempre di quel posto. Il fatto che lei fosse arrivata fin dai primi giorni di vita e che fosse stata trovata davanti alla porta dell’istituto ne faceva, agli occhi delle religiose, una privilegiata in quel mondo di dolore e di sacrificio. Una ragazzina che andava “educata” e formata alle durezze della vita. Dopo tutti quegli anni in attesa di essere adottata, le suore la consideravano uno scarto. Una che nessuno voleva. Perché le coppie si presentavano sempre per l’affido di bimbi maschi o più piccoli, da crescere in casa sin dalla tenera età. Lei invece era già alta e bella matura. Prenderla poteva rappresentare un’incognita. Questo le suore lo avevano capito e tendevano ad addebitare ad Antonia quella sorta di colpa. Il suo destino sarebbe stato quello di farsi suora. Quindi quelle lezioni di disagio e sacrificio le sarebbero servite a forgiare la sua tempra da religiosa integerrima.
«Allora Micetto, oggi ti battezzo nel nome del padre, del figlio e dello Spirito Santo». Aveva preso dell’acqua e ne aveva versato due gocce sulla testolina del cucciolo. Un momento dopo sentì una voce gridare dietro di lei.
«Ma che fai piccola peste? Come ti permetti di essere blasfema e di offendere i sacramenti divini?». Era suor Giovanna, arrivata proprio in quell’istante.
«Ma io stavo solo accogliendo questo piccolo animale nel regno di Dio» aveva detto cominciando a piangere. Arrivò uno schiaffo, forte e secco sulla sua guancia sinistra. La suora aveva ripreso a rimproverarla.
«Sei sempre la solita diavola, così rischi tu di non entrare nel Regno dei Cieli» poi aveva ripreso con le parole di ammonimento «adesso vai su nel dormitorio e recita cinquanta Pater Noster. Oggi salterai il pranzo, tanto vedo che non sai che fartene del cibo. Poi ti proibisco di avvicinare ancora quella bestia. È malato, potresti buscarti qualche malattia e magari contagiare anche le tue compagne.» Era tornata a testa bassa verso la sua branda. Aveva sentito, per la prima volta, un dolore forte venire da dentro. Qualcosa di acuminato che spingeva dal profondo delle viscere cercando di farsi strada per esplodere. Non capiva cosa fosse ma ebbe la sensazione che quella forza potesse scatenarsi e lasciare solo dolore, immenso dolore intorno a sé.
Si riebbe dai pensieri. Cominciava ad avvertire un forte mal di testa. Cosse la pasta, la scolò e la versò nel piatto. La condì con della salsa di pomodoro che aveva scaldato appena sul fornello e la portò in soggiorno. Alberto era lì, steso sul divano, con gli stessi occhi a mezz’asta di prima e di sempre. Quelli che tradivano il suo aver alzato il gomito e la conseguente indolenza impadronitasi di lui ormai da troppo tempo. Antonia non sentì nemmeno le parole che la bocca di quell’uomo stava pronunciando mentre si alzava dal sofà per andare a sedersi al tavolo. Lei era entrata in una specie di trance, uno stato catatonico che le permetteva di muoversi in modo meccanico, estraniandosi del tutto da ciò che stava accadendo attorno a sé.
«Ma tu non mangi con me?» stava dicendo Alberto. Lei non si curò di rispondergli, aveva solo un obiettivo in quel momento: andarsene in camera per stendersi sul letto e chiudere gli occhi, nella speranza che l’emicrania se ne andasse velocemente, così com’era venuta.
«Che fai non mi rispondi?» continuò l’uomo, rivolgendosi alla compagna che sembrava assente, strana, lontana.
«Ehi, parlo con te, sei viva?» niente, non ottenne risposta.

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Evil - V. E. Schwab

 EVIL

- V. E. Schwab -

Recensione di Mysticmoon
 
Tit
olo: Evil
Autrice: V. E. Schwab
Traduttrici: Natalia Amatulli e Carla Decaro
Serie: Villains #1
Genere: fantascienza
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 408
ISBN: 9788822735782

Sarò onesta: dopo aver letto l'ultimo volume della trilogia Shades of magic e memore di quella mezza delusione che fu Questo canto selvaggio (di cui mai arriverà la recensione perché lui ha trovato casa altrove ed io ho deciso di non concludere la dilogia) il mio desiderio di riavvicinarmi a Victoria Schwab era pari a quella di andare a fare il bagno in una vasca di squali.
Eppure io Vicious (permettetemi almeno una volta di chiamarlo con il suo nome originale, poi lo definirò solo con il nome appioppatogli in Italia) volevo leggerlo perché è sempre stato il libro dell'autrice verso il quale provavo maggiore interesse, così mi sono detta che uno sforzo potevo farlo e, nel peggiore dei casi, avrei avuto un nuovo libro da portare all'usato.
Sono abbastanza sicura che sia stato questa mancanza di entusiasmo a permettermi di apprezzare Evil.

La storia narrata è quella dello scontro finale di Eli Cardale e Victor Vale, due uomini che dieci anni prima, quando erano degli ambiziosi studenti dell'università di Merit, hanno fatto ricerche sugli EO, ossia le persone che hanno sviluppato capacità straordinarie.

Chi ha letto la recensione di Dark (che vi lascio linkata qui nel caso siate interessati) forse ricorderà che la delusione per quel romanzo, che trovai dalle premesse molto interessanti e dalla realizzazione molto al di sotto di quelle aspettative, scatenò un delirio su degli unicorni che si rivelavano pony; anche oggi parlerò di equini.😆
Evil non sarà un cavallo da corsa come Seabiscuit e neppure un trottatore da trofeo come Varenne, ma non è affatto un pessimo equino;
se dovessi paragonarlo a un cavallo, per me Evil si avvicinerebbe alla mia idea di Gondrano ossia un cavallo da tiro, di quelli dai grandi zoccoli e il garrese di tutto rispetto che ispirano sicurezza in quanto strutturalmente solidi e dal carattere mite.
La bellezza di questo romanzo sta nella costruzione di storia e personaggi più che nel suo nucleo centrale, ossia questo confronto finale.
La Schwab ha costruito questo romanzo in un modo molto intelligente: si entra nel vivo immediatamente con il punto di vista di Victor, dal quale trasuda la sua immensa sete di vendetta, e un indicatore temporale che comunica al lettore che deve prepararsi ad un giorno in particolare... Per poi iniziare a saltare tra presente e passato sia dei due protagonisti (anche se a mio avviso il vero protagonista è uno solo) sia dei personaggi principali che man mano entrano in scena, dando modo al lettore di conoscere ciò che ha portato tutti loro a quel punto prima di dare inizio allo scontro.

Riguardo ai personaggi di questa storia, non ho problemi ad affermare che io ho percepito come protagonista esclusivamente Victor. Sarà perché era necessario che vi fosse una preponderanza della sua presenza all'interno della storia, sarà perché è più approfondito ed interessante di Eli, ma Victor è l'unico dei due personaggi centrali che mi sento di definire protagonista di questa storia.
A causa di questo "effetto alone" ho notato ben poco gli altri personaggi, con particolare "disattenzione" nei confronti di Eli, che è sì un personaggio ben delineato ma non mi ha particolarmente affascinata.

Concludo la recensione comunicandovi che, per quanto questo romanzo faccia parte di una serie, non troverete recensioni del volume successivo per due motivi.
Innanzitutto la mia decisione è dovuta all'esperienza: di idee stirate all'inverosimile pur di continuare a mungere una determinata mucca ne ho lette a bizzeffe e molto raramente queste operazioni mi sono piaciute, quindi ho deciso di considerare questo romanzo autoconclusivo, come mi pare fosse nelle intenzioni dell'autrice prima che i fan iniziassero a chiedere altro su questi personaggi.
In seconda battuta, semplicemente, sono rimasta scottata dalla Schwab ed ho paura che la buona impressione lasciata da questo romanzo possa essere offuscata dalla lettura di un secondo volume non altrettanto piacevole; se leggerò altro di suo quasi sicuramente non sarà Vengeful e probabilmente ciò non avverrà a breve.

 

Segnalazione #64 - L'anima di cartavetro

 SEGNALAZIONE #64

L'ANIMA
DI CARTAVETRO


TITOLO
: L'anima di cartavetro
AUTORE: Stefania Filippin
GENERE: narrativa autobiografica
EDITORE: Brè Edizioni
NUMERO DI PAGINE: 620
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 ottobre 2021
ASIN: B09JZ3S5NJ
PREZZO E-BOOK: 4,99€ (disponibile su Kindle Unlimited)
ISBN: 9791259701046
PREZZO CARTACEO: 22€
 
SINOSSI

Beatrice e Giacomo. Babi e Giagi, due nomignoli che solo gli amici più veri possono condividere. E loro sono uniti da un’amicizia speciale. I due adolescenti iniziano a guardarsi intorno, a frequentare altri giovani. Nascono gli amori, le infatuazioni e le nuove scoperte. Mondi da esplorare che allontanano le persone, troppo impegnate alla ricerca della felicità. Le prime emozioni fanno affiorare in Beatrice il passato, atroce, da dimenticare e soprattutto da tenere nascosto. E, insieme al tempo trascorso, l’immagine dolce di un amico: Giacomo. Cosa farà ora? E il pensiero di lui torna, prepotente e incalzante. Il destino decide di riunirli e si ritrovano mano nella mano, sempre pronti ad aiutarsi, disponibili l’uno per l’altra.
Beatrice crede nel sogno, nella favola della quale si sente protagonista. Ma non sempre i sogni e le favole hanno la fine che vorremmo. Una rincorsa, un’intera vita dedicata a qualcosa che non esiste. La determinazione si trasforma in pazienza per arrivare poi a diventare rassegnazione e consapevolezza. Perché la violenza psicologica perpetrata da un narcisista perverso non lascia scampo: ti annienta. Un’autobiografia dolorosa, in cui la vittima diventa complice del suo carnefice.

BIOGRAFIA
 
‎Stefania Filippin nasce a Torino nel 1974. Ha conseguito il diploma di maturità classica, interrompendo in seguito gli studi universitari in Lettere Moderne per iniziare a lavorare. Dopo aver trascorso quasi l’intera esistenza a scrivere per il puro piacere di farlo, nel 2017 si impegna nella stesura di uno scritto sotto l’impulso di divulgare pubblicamente una storia di amore, distruzione psicologica e, forse, riscatto. L’anima di cartavetro è il suo romanzo d’esordio.

ESTRATTO

La profezia di mia madre si avverò. Ad appena un mese dall’inizio delle lezioni i professori, eccetto quello di matematica, mi avevano già fatto capire come la mia presenza in quella scuola non era più gradita.
“Che cosa ti avevo detto?” mia madre scosse il capo “ci avrei scommesso. Io ti cambio scuola, Bea.”
“Non gliela voglio dar vinta, non possono comportarsi così. La prof di filosofia mi ha dato un’insufficienza pur essendo io preparata sul programma di quest’anno perché mi ha fatto una domanda sul programma dello scorso anno. Non che non abbia saputo rispondere, certo non in maniera del tutto esaustiva, però ho parlato. E il bello è che a nessun altro ha fatto domande riguardo il programma dell’anno passato. Quello di greco mi ha segnato in blu errori che agli altri ha segnato come rossi. Non lo possono fare, io sono preparata, studio, non è giusto!”
“Bea, non andare contro i mulini a vento, è una battaglia persa, ti hanno presa di punta e ti bocceranno, purtroppo hanno il coltello dalla parte del manico. Non ne facciamo una tragedia. D’altra parte anche con questi compagni non ti sei mai trovata granché bene, o sbaglio?”
Non sbagliava. Non avevo fatto amicizia con nessuno, la mia unica amica era Sabrina, che però passava la maggior parte del suo tempo con Dora, la sua compagna di banco piagnona, Valentina, la ragazza di Gabriele, il figlio della prof Cataldi e un’altra ragazza che completava l’allegro quartetto. Odiavo quella classe, sarei andata via senza rimpianti, ma abbandonare era segno di debolezza, volevo combattere.
“Facciamo così, Bea. Io comincio a guardarmi intorno, appena capirai che ho ragione, fammi un fischio e ti tolgo da lì dentro.”
Stavo di nuovo attraversando un momento poco felice. Marco era lontano, in Somalia, ci sentivamo molto di rado per telefono, più che altro ci scrivevamo lettere che ci mettevano una vita ad arrivare. Con Fabio ci si vedeva ogni fine settimana, ma io ero ormai stanca di quel rapporto totalmente inutile di cui anche lui non pareva essere entusiasta. Giagi era di nuovo sparito, non mi aveva più chiamata e io non avevo motivi per contattarlo, Sabrina girava sempre con le sue nuove amichette e aveva iniziato a frequentare Gabriele di nascosto da Valentina. Mara si era rivelata per quella che era, Lucia era probabilmente la sola con la quale avessi mantenuto un rapporto costante e di reciprocità. La scuola era di nuovo un disastro, questa volta non per causa mia.
Tenni duro fino a fine novembre, piangevo tutti i giorni. La situazione era grave.
“Ma’, cambiami scuola, non ce la faccio più” le dissi quel giorno in preda allo sconforto.
“Era ora che ti decidessi. Ho già analizzato la situazione con tuo padre. Purtroppo a questo punto dell’anno non ho trovato nessuna scuola statale disposta a prenderti, mi sono sentita rispondere ovunque che le classi sono tutte piene. Non ci rimane altro da fare che iscriverti in una scuola privata. Ho fatto un giro di telefonate e la migliore mi è sembrata l’Alighieri, in centro città. È un po’ lontana, ma pare essere davvero valida.”
Era la scuola in cui andavano Giacomo e Mara. Sarei stata una classe indietro, ma forse avrei potuto vedere Giagi tutti i giorni. Finsi indifferenza.
“Ma’, per me va bene tutto, basta che mi togli da lì dentro, mi sto esaurendo.”
“Nei prossimi giorni andrò di persona alla Alighieri e mi informerò su come fare il passaggio.”
A quanto pareva, stava per cominciare un nuovo capitolo della mia vita. Tanto valeva liberarsi delle cose inutili. Quel fine settimana Fabio sarebbe venuto da me e lo avrei lasciato.
Venerdì sera mi telefonò. Aveva una strana voce.
“Bea, in questo periodo ho pensato molto al nostro rapporto, a noi due. Ho deciso che non ha più senso stare insieme. Ti lascio.”
Non so cosa mi prese in quel momento, una rabbia improvvisa, un pensiero non ragionato mi attraversò la mente.
‘Ma questo chi crede di essere? Non è Giacomo, che fa di me tutto quello che vuole. Lui non è nessuno, non si può permettere, non esiste proprio che sia lui a lasciarmi. Per telefono, poi!’
“Io invece credo che ti convenga venire da me domani, almeno ne parliamo faccia a faccia” ero inferocita.
“Non c’è niente da dire, Bea. Non voglio più stare con te e basta.”
“Sono incinta” mi uscì così. Ora avremmo visto chi comandava.
“Cosa?” il panico.
“È così. Sei ancora dell’idea che non ha senso vederci perché tanto non abbiamo nulla di cui discutere?”
“Domani pomeriggio sono da te.”
Era una carognata. Lo sapevo. Era una bassezza assoluta. Ma non ce la facevo a subire anche da lui, persino da uno che per me non era nessuno.
Il giorno dopo alle quindici era a casa mia, puntuale come un esattore delle tasse.
“Stanotte non ho chiuso occhio, come potrai ben immaginare. Bea, io sono molto cattolico, come tutta la mia famiglia, per cui non ha importanza che questa gravidanza non fosse programmata. Mi prendo tutte le responsabilità del caso. Ci sposeremo prima che nasca il bambino, prima anche che la pancia sia troppo evidente.”
Ero divertita. Stronzissima.
“Io ho ancora due anni di scuola, mi devo diplomare. Come la mettiamo?”
“Potrai continuare a studiare, finché puoi e finché riesci, potrai diplomarti anche fra qualche anno, quando il bambino sarà più grande. Nel frattempo io andrò a lavorare e penserò a tutto. Per la casa non è un problema, i miei hanno una casa grande, andremo a stare da loro.”
“Scusa, ti sei posto il problema del fatto che forse io non ti amo?” la sua mentalità era così lontana dalla mia da non riuscire a comprenderlo.
“Nemmeno io ti amo, ma questo non ha importanza di fronte a una nuova vita che non ha certo chiesto di esserci. Anche tu devi prenderti le tue responsabilità. Non vorrai mica dirmi che hai pensato ad altre soluzioni?” ora pareva seriamente preoccupato “per me non esiste che tu… tu non puoi…”
Ne avevo abbastanza. Avevo ottenuto quello che volevo. Lui era lì, si era fatto un viaggio di due ore e ora avrei potuto lasciarlo.
“Io non voglio stare con te, non ti amo, per cui la nostra storia finisce qui.”
“Ma che dici? E il bambino?”
Non so come fece a non uccidermi. Forse lo spavento era stato tanto grande da provare solo sollievo anziché istinti omicidi alla notizia che la gravidanza non esisteva.
Io, dal canto mio, presi nota. In caso di future storie estive, non trascinarle mai oltre il tempo e il luogo in cui nascono.
Avevo voltato pagina. La mia testa già si concentrava sulla nuova scuola, dove avrei trovato ogni giorno Giacomo.
E io ero finalmente single.

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Nonsololibri #15 - Crimson Hero

 

NONSOLOLIBRI #15

CRIMSON HERO
 



Titolo: Crimson Hero
Noto anche come: Beniiro Hero
Autrice: Mitsuba Takanashi
Anno: 2003

Sinossi

La grande passione di Nobara Sumiyoshi è la pallavolo, tanto che al momento di decidere quale scuola superiore frequentare sceglie il Beniiro, istituto noto per la sua fortissima squadra di pallavolo.
A mettere i bastoni tra le ruote a Nobara è sua madre Shizuko; decisa a spingere sua figlia ad abbandonare lo sport ed i suoi modi bruschi per dedicarsi alla formazione come futura okami del ryotei di famiglia, la donna usa il suo potere economico per eliminare la squadra di pallavolo femminile dell scuola.
Infuriata, la ragazza prende una decisione drastica: lascia casa sua e, grazie all'aiuto di sua zia Momoko, diviene l'amministratrice del dormitorio nel quale alloggiano i borsisti del club di pallavolo maschile.

Due motivi per consigliare questo manga

Sport: se cercate un manga in cui lo sport sia trattato in maniera verosimile, Crimson Hero potrebbe essere la scelta giusta. La pallavolo è centrale in quest'opera: obiettivo di vita per diversi dei personaggi della storia, questo sport viene approfondito e trattato con rispetto. Non vi dico che sia un'opera imprescindibile perché mentirei... Ma è molto apprezzabile da questo punto di vista
Sentimento: è un manga indirizzato principalmente alle adolescenti quindi è ovvio che qualche batticuore ci sia; l'aspetto apprezzabile di questo è che le vicende sentimentali dei nostri "eroi" non vadano a rubare spazio a quello sportivo e che anzi vi siano ben integrate. Di Crimson Hero mi è piaciuto molto anche il fatto che spazi nell'analisi dell'amore in diverse sfaccettature, parlando anche del sentimento che lega una madre ad una figlia o due sorelle.

Ramondo lo scudiero

RAMONDO

LO SCUDIERO

- Antonio Chirico -


Titolo: Ramondo lo scudiero
Autore: Antonio Chirico
Genere: romanzo storico
Editore: autopubblicato
Pagine: 484
ASIN: B097VHJX88
Prezzo ebook: 3,99€
ISBN: 9791220342223
Prezzo cartaceo: 19,00€
 
Si ringrazia l'autore Antonio Chirico per aver fornito una copia digitale del romanzo in cambio di una recensione onesta

Amo la Storia ma, lo ammetto, sono più affezionata a quella moderna e contemporanea rispetto alla quella medievale quindi nel momento in cui ci è giunta la richiesta di lettura per questo romanzo ho avuto bisogno di pensarci un pochino prima di accettare.
Il romanzo è la versione romanzata (e in alcuni casi "rettificata" per esigenze di trama) della vita di Ramondo/Raimondo Orsini Del Balzo
, detto Raimondello, personaggio storico di una certa levatura poco noto a nord delle terre di cui fu signore.

Il lettore conosce Ramondo quando è appena un ragazzino; figlio cadetto del conte Nicola Orsini, il giovane patisce l'onta di essere nato dall'unione tra il nobiluomo ed una donna di umili origini morta nel metterlo al mondo pur tuttavia venendo cresciuto ed educato assieme al fratello maggiore Roberto.
Nonostante sia molto abile nell'uso delle armi, il destino di Ramondo pare essere quello di divenire servo del Signore al fine di mantenere integra la futura eredità destinata al fratello.
Inviso dalla matrigna e osteggiato dal padre, Raimondello trova un porto sicuro nel rapporto con il fratello di sua nonna, il nobile condottiero Raimondo Del Balzo, tanto che sarà proprio grazie a lui che il ragazzo sembrerà trovare la sua strada, un percorso che in fretta diventerà molto accidentato e lo porterà lontano dalla terra natia.

Il romanzo di Antonio Chirico è stato istruttivo e al tempo stesso molto gradevole: ammetto che fino alla sua lettura ignoravo diverse delle vicende storiche narrate usando la vicenda personale di Ramondo come tramite e seguirlo nel corso della sua vita si è rivelata una piacevole esperienza.
Come reso noto dall'autore stesso attraverso una serie di note in chiusura del volume, alcuni snodi della vicenda sono frutto della sua fantasia o hanno subito una modifica per esigenze "sceniche", tuttavia questo non ne inficia il valore: semplicemente, è un romanzo e come tale deve essere letto.

Come affermato poco fa, la prosa di questo romanzo è decisamente convolgente tuttavia in alcuni momenti mi sono dovuta fermare a riprendere fiato per via di diverse scelte lessicali che sono saltate al mio occhio in quanto piuttosto anacronistiche; lo ripeto nuovamente, a me il romanzo è piaciuto molto e l'ho letto con piacere, tuttavia vedere in bocca a personaggi del XIV secolo termini accreditati per la prima volta non meno di quattro o cinque secoli dopo oppure l'esposizione di correnti di pensiero etichettate con termini nati non più di un paio di secoli fa mi ha disturbata proprio perché è evidente il lavoro svolto dall'autore per creare una vicenda che fosse il più vicina possibile alla realtà storica e quindi questi elementi anacronistici saltavano all'occhio con maggiore facilità.