Segnalazione #119 - Nemesi Vendetta d'Amore

 SEGNALAZIONE #119

NEMESI
VENDETTA D'AMORE




TITOLO: Nemesi Vendetta d'Amore
AUTORE: Liberty Rose
GENERE: contemporaneo
SERIE: Mikos
PROTAGONISTI: Ariadne e Alain
EDITORE: Selfpublishing (NAVILA ROMANCE)
NUMERO DI PAGINE: 418
DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 settembre 2023
ASIN: B0CHJZ273Z
PREZZO E-BOOK: 0,99€ - lancio/ 2,99€ (disponibile su Kindle Unlimited)
ISBN: 9798860772380
PREZZO CARTACEO: 10,40€
 
SINOSSI

Quanto sareste disposti a pagare per vendicarvi della persona che vi ha fatto più male nella vita?

Ariadne Karydakis è una donna bellissima, misteriosa, giunta a Venezia in compagnia dell’uomo che Alain più odia al mondo: Raymond Byrne, suo padre. Da anni in esilio, sulle splendide rive del lago di Garda, Alain si è allontanato da tutti, per curare le sue ferite, senza riuscire a riallacciare i rapporti con quell’uomo superficiale e crudele. Ma durante un tumultuoso carnevale, complice un piccolo angelo biondo, il suo cammino si incrocerà con quello di Ary e di Raymond trascinando tutti loro in un vortice di passioni che sconvolgerà la loro esistenza per sempre.
Ary ha aspettato il momento propizio per avvicinare l’unico uomo che può saziare il suo bisogno di giustizia, ma quando crede di avere in mano le carte vincenti, scoprirà che il suo cuore e il suo corpo la pensano diversamente e che forse la sua ragione si è ingannata miseramente. Troverà la forza per perdonare e per perdonarsi?


BIOGRAFIA

Liberty Rose è un’autrice e lettrice accanita di romanzi di tutti i tipi, anche se con una predilezione per le storie d’amore. La scrittura è sempre stata la sua prima forma di comunicazione, dai racconti di bambina, rinchiusi in pagine rubate ai quaderni di scuola, passando per una vecchia Olivetti della sua adolescenza, il cui nastro le macchiava tutte le mani quando si doveva cambiare, fino alla tastiera del suo pc le cui lettere si consumano per la furia con cui si lascia travolgere dal bisogno di raccontare storie.
 
Oltre la scrittura, le sue altre passione sono la pittura la fotografia, l'amore per le lingue e i viaggi, per tutto il mondo animale e sempre e soprattutto per il mare, quest’ultimo profondamente radicato in lei e legato all’isola in cui è nata, un tempo attaccata dai pirati saraceni, e che rispecchia la sua naturale propensione al viaggio ideale, fatto soprattutto attraverso i libri e la fantasia. Tra le sue serie, pubblicate in esclusiva con Amazon, si ricordano MIKOS, di cui NEMESI fa parte e i romanzi della serie LE BALLATE DE LOS LLANOS.

ESTRATTO

La lieve brezza che saliva dal lago fece sussultare i capelli neri di lui, dandogli un’aria tempestosa. Il cuore di Ary cominciò a correre come impazzito, come ogni volta che lo vedeva. Si strinse le braccia sul petto timorosa di quello strano impulso che le gridava di stringerlo a sé. Erano giorni ormai che non si toccavano, da quando Raymond era tornato e il suo corpo e il suo cuore sembravano non volersi rassegnare.
«Chi era l’uomo con cui ti ho visto?».
«La cosa non ti riguarda!».
«Era lui, vero? Quello di cui mi hai parlato… Ti ha chiesto di seguirlo, vero?».
Ary sbarrò gli occhi, stupita dalla sua perspicacia e quando lo vide avanzare verso di lei, deciso, balzò all'indietro.
«Non ti avvicinare!».
Lui fece una smorfia amara.
«Di cosa hai paura? Lo sai che non ti farei mai del male».
Lei si accigliò. Era vero. Alain sembrava incapace di ferire fisicamente una donna, ma com’era possibile, visto quello che aveva fatto? Ma era stato davvero lui? E se non era stato lui che cosa era successo davvero, sei anni prima?
Ary sentì dietro la schiena il grosso tronco dell’albero e capì che non poteva più sfuggirgli. Lui si stava ancora avvicinando e sentiva la sua presenza invaderla, compiacere i suoi sensi, smarrire i suoi pensieri.
Alain poggiò un braccio sul tronco e premette il suo corpo contro quello di lei, sospirando smarrito a sua volta.
«Hai paura di questo? Di quest’energia strana che si accende tra di noi quando siamo vicini? Di questo fuoco mai sazio che non mi fa pensare, che mi domina anche quando sei lontana? Lo sai che hai un potere su di me… che potresti fare di me quello che vuoi? No, non lo sai… me ne rendo conto dalla paura che a volte ti leggo negli occhi».

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Nonsololibri #17 - Once upon a crime

 NONSOLOLIBRI #17


ONCE UPON A CRIME
 


Titolo
: Once upon a crime
Titolo originale: Akazukin, tabi no tochuu de shitai to deau
Sceneggiatura: Fukuda Yuichi, Kamata Tetsuo, Aoyagi Aito (romanzo)
Regia: Fukuda Yuichi
Piattaforma: Netflix
Anno: 2023

Sinossi

Nel corso del suo viaggio in giro per il mondo Cappuccetto Rosso, una ragazza con spiccate doti d'osservazione, giunge nel regno di Clairedelune, dove incontra una ragazza maltrattata di nome Cenerentola.
La giovane vorrebbe partecipare al ballo in cui il principe Gilbert sceglierà la sua futura moglie e grazie a un intervento magico le due ragazze hanno la possibilità di parteciparvi, tuttavia un imprevisto incrina la loro serenità: nel percorso dalla foresta al castello la loro carrozza investe Hans, l'acconciatore di corte.
Se in un primo momento l'uomo sembra sia morto a causa dell'incidente, ben presto Cappuccetto Rosso noterà che quando è stato investito Hans era già passato a miglior vita e che l'incidente è stato solo un depistaggio.
Ma allora chi ha ucciso Hans?

Tre motivi per consigliare questo film

Follia: se cercate un film serio questo non è decisamente il film adatto ma se cercate un prodotto a tratti delirante ne rimarrete conquistati!
Denuncia: per quanto sia un film estremamente divertente e ben poco serio, sotto questo primo livello di lettura potrete trovare un film che mostra con estrema ironia un problema che in questo periodo storico attanaglia migliaia di persone.
Hashimoto Kanna/Cappuccetto Rosso: Hashimoto Kanna è una Cappuccetto Rosso assai lontana dall'immagine classica... Ma questa NON è una Cappuccetto Rosso classica bensì la figlia illegittima di Jessica Fletcher e Sherlock Holmes nonché un personaggio estremamente accattivante interpretato da una giovane attrice che riesce a far trasparire con naturalezza tutte le sue peculiarità. Io l'ho adorata.
 

 

Segnalazione #118 - Oltre l'impossibile

 SEGNALAZIONE #118

OLTRE L'IMPOSSIBILE



TITOLO: Oltre l'impossibile
AUTORE: Katia Garzotto
GENERE: autobiografia
EDITORE: Brè Edizioni
NUMERO DI PAGINE: 144
DATA DI PUBBLICAZIONE: 11 marzo 2022
ASIN: B09VDC8RCY
PREZZO E-BOOK: 2,99€ (disponibile su Kindle Unlimited)
ISBN: 9791259701695
PREZZO CARTACEO: 12€
 
SINOSSI

Oltre l’impossibile è molte cose: un’autobiografia, un atto d’accusa contro la malasanità, è lo sfogo di una madre che ha molto sofferto, è un grido. Aurora, la figlia di Katia, nasce con una malformazione che la rende invalida e lotta insieme ai neogenitori una battaglia durissima per la vita, tra incapacità, incompetenze, incuria. Per fortuna non è così dappertutto, c’è anche chi si prende a cuore con amore. Qui non c’è lieto fine, qui si piange davvero. Perché dunque scrivere? Per accusare? Ormai il danno è fatto e nessuno cerca vendetta o rivalsa. Per informare, quello sì, perché accadrà di nuovo, e i mezzi per evitare il dolore ci sono, dolorosi anch’essi, ma si tratta di sceglie tra dolore grande e dolore “piccolo”.

BIOGRAFIA

Katia Garzotto, di Roma, sposata con due figli. Questo è il suo primo libro, nato dall’esigenza di far conoscere la storia della sua prima bambina, morta a soli tredici mesi.
Ha smesso di lavorare per dedicarsi ai figli. Ora ha la serenità per raccontare la sua triste vicenda.

ESTRATTO

Sono passati due mesi da quel giorno, Aurora ha cinque mesi e vogliono dimetterla dall’ospedale, ma prima devo imparare ad alimentarla con il sondino.
Le infermiere sempre così amorevoli e pazienti, mi stanno insegnando a metterle il sondino dal naso, e ogni volta che lo faccio è una tortura per me e per lei, vedere la sua lacrimuccia silenziosa, che scende giù a prova del fastidio che le provoco ogni volta, mi uccide. Come faccio a portarla a casa? Ho paura e se non ce la faccio? Qui ci sono le infermiere a venirmi in aiuto, a casa sono sola.
Quando feci il corso preparto, si parlava di tutto, del pianto, della fame, del sonno, del bagnetto, dei dolori al pancino, dello svezzamento, e altro, ma mai a nessuno viene in mente di insegnare alle future mamme come mettere un sondino naso gastrico, o come aspirarla. Io l’ho dovuto fare, ho dovuto imparare tutte queste cose.
 
Mi ricordo che quando partorii mi chiesero se sapevo di avere una bambina malata in grembo, no che non lo sapevo. Mi diedi le colpe per non aver fatto l’amniocentesi, avevo paura di perderla facendo l’esame. Ma poi la mappa cromosomica che ha fatto anche Aurora andava bene.
Le sue malformazioni si sarebbero dovute vedere con l’ecografia morfologica che si fa alla ventiduesima settimana e poi procedere con indagini più specifiche. Il medico che mi fece l’ecografia mi disse solo che era femmina e che aveva tanti capelli, ricordo che gli chiesi se mi faceva vedere il suo profilo, Non si può signora, è girata questo mi disse il dottore.
In seguito feci le mie ricerche, e mi dissero tutti che quando un feto non si vede bene, si fa camminare la mamma e poi dopo qualche minuto si ripete l’ecografia, io non feci nulla di tutto questo, e pensare che andai da questo dottore privatamente perché mi avevano detto che era tra i migliori.
Ripensandoci ci fu una tirocinante o comunque una dottoressa giovanissima che secondo me vide qualcosa in Aurora mentre mi faceva la flussimetria. È un’ecografia che si fa alla trentaduesima settimana per controllare il flusso sanguigno della mamma, e quello del feto, la funzionalità della placenta e il benessere fetale.
Durante l’ecografia, questa dottoressa chiamò un altro medico, si allontanarono un pochino da me, e la sentii dire che non la convincevano le misure del cranio, l’ecografia la continuò il dottore e disse che era tutto ok, che dovevo solo mangiare più carne, perché mia figlia era un po’ piccolina.
Alla nascita mia figlia pesava 3010 kg.
Il peso era l’unica cosa che andava bene.                                                                                       

Sono di nuovo davanti a questa finestra. Dovrei scendere giù in maternità a tirarmi il latte, magari scambiare due parole con Michela mi farà bene, lei starà già lì.
Michela l’ho conosciuta cinque mesi fa quando, appena nata, hanno portato d’urgenza mia figlia in questo ospedale, lei ha partorito qui. La mia cucciola è stata trasferita perché è nata con la labiopalatoschisi, e ignari dei suoi problemi neurologici, si pensava che avrebbe dovuto fare l’intervento per il labbro leporino.
La porta è chiusa, busso e entro, Michela è seduta davanti un tavolo dove ci sono i tiralatte e un contenitore con una soluzione igienizzante per i biberon e le tettarelle, nella stanza non c’è altro.
“Ciao Michela.”
“Katia, speravo che venissi, tesoro come stai?”
“Ho tanta paura Michela, mi stanno preparando per portare Aurora a casa. Sto girando come una trottola per farmi autorizzare a ricevere l’attrezzatura per l’ossigeno, tutto l’occorrente per monitorarla, sto impazzendo, mi mandano da una parte all’altra, mi serve la fornitura dei sondini, ma quella che mi danno non ricopre il fabbisogno mensile, è uno schifo Michela, e sai un’altra cosa assurda che mi è capitata qual è?”
“Ho quasi paura a saperla, ma dimmi Ka.”
“Sono andata a parlare con il pediatra che mi ha assegnato la Asl, ho portato la relazione medica di Aurora al dottore, per metterlo a conoscenza delle condizioni di mia figlia, e anche per avere un sostegno psicologico da una figura medica, be’ sai cosa mi ha detto dopo aver letto lo stato di salute di Aurora? Signora io non sono in grado di avere una paziente come sua figlia, mi dispiace. Ti giuro Michela volevo urlare, e invece mi sono sforzata di mantenere la calma e mi sono limitata a dirgli: È in grado di scrivere ricette mediche qualora mi servissero? Poi senza aspettare la sua risposta mi sono alzata e me ne sono andata.”

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Nove mesi per innamorarsi - Maia

 NOVE MESI
PER INNAMORARSI

- MAIA -


TITOLO: Nove mesi per innamorarsi
AUTORE: Maia
GENERE: romance
EDITORE: Newton Compton Editori
NUMERO DI PAGINE: 367
DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 settembre 2023
ASIN: B0CCXL5TPB
PREZZO E-BOOK: 5,90€
ISBN: 9788822777904
PREZZO CARTACEO: 9,90€

Si ringrazia la casa editrice Newton Compton Editori per aver fornito una copia digitale del romanzo in cambio di una recensione onesta
 
Metto le mani avanti: non sono una lettrice abituale di romance perché semplicemente non vi trovo spesso quello che cerco, tuttavia negli ultimi tempi mi sono avvicinata al genere diverse volte quindi non si può dire che partissi prevenuta con questo romanzo.

Nove mesi per innamorarsi di Maia è un libro scritto da una penna che ho apprezzato parecchio: gli svariati rimandi pop e le battute mi hanno aiutata particolarmente ad avanzare con la lettura ed ho trovato i personaggi principali davvero ben caratterizzati... Talmente tanto che, senza offesa, per le prime cento pagine ho detestato come poche altre persone la povera Diana, wedding planner milanese appena uscita da una relazione sentimentale che si reca per un periodo in provincia di Benevento perché ingaggiata per organizzare le nozze di una nota influencer, stabilendosi in casa degli anziani nonni e rivedendo dopo tanti anni Noah, amico d'infanzia e compagno delle sue spensierate estati campane. Maia scrive indubbiamente bene perché mi ha fatto prudere le mani diverse volte di fronte alle lamentele di questa donna di città trapiantata in campagna o alle esternazioni del caro Noah. Da questo punto di vista sono stata presa immediatamente.

Se dal punto di vista oggettivo non posso fare altro che i complimenti all'autrice perché ha reso davvero concreti i protagonisti della vicenda, devo ammettere che dal punto di vista soggettivo questa insofferenza nei confronti dei personaggi (mi spiace, non saprei descriverla altrimenti) mi ha portata a legarmi poco con loro dal punto di vista emotivo e di conseguenza ho avuto un po' di affanno nella prima fase del romanzo e questo ha inficiato parzialmente sul gradimento del romanzo nel suo complesso. D'altro canto ho adorato buona parte dei personaggi secondari (a parte quelli che penso Maia volesse che il lettore detestasse) quindi dalla loro introduzione per me la lettura è stata sempre più in discesa (e Giorgia Wasp ne ha le prove).

Ci sono state solo due cose di questo romanzo che mi hanno fatto storcere un po' il naso. Premetto che sono entrambi espedienti narrativi che non incontrano il MIO gusto personale, di conseguenza la mia opinione è estremamente soggettiva.
Il primo punto sono le vocine interiori: in linea generale non ne vado pazza perché trovo che con la loro invadenza interrompano il flusso della narrazione e, mi spiace dirlo, per quanto le abbia trovate esilaranti in più occasioni è esattamente quella l'impressione che mi hanno fatto DiDi e Angelica.
Secondo e ultimo elemento che mi si è piantato in gola è stata la scelta di "variare" (lo definirò così perché non vorrei fare spoiler) avvenuta intorno alla metà del romanzo: comprendo la scelta e ne apprezzo l'intento ma quando mi trovo di fronte a certi espedienti narrativi in maniera improvvisa (quindi a narrazione già inoltrata) non posso fare a meno di percepirli come una nota stonata. Per essere ancora più esplicita, se ciò fosse avvenuto sin dall'inizio non avrei avuto nulla da ridire a riguardo.

In sostanza, mi è piaciuto Nove mesi per innamorarsi?
Nel complesso sì: per quanto inizialmente abbia trovato fastidiosi i personaggi principali (ma, lo ripeto, ciò è accaduto perché l'autrice è stata bravissima a strutturarli) e alcune scelte narrative non mi abbiano fatta impazzire per via dei miei personalissimi gusti, è una commedia romantica molto divertente, scorrevole e popolata da personaggi molto solidi nonché un romanzo scritto oggettivamente molto bene, quindi se cercate una lettura leggera e amate il genere lo consiglio.


Serie che... rileggerei all'infinito

 SERIE CHE...
RILEGGEREI ALL'INFINITO


Negli ultimi anni mi capita assai più di rado ma la sottoscritta è una di quelle persone che adora rileggere i titoli che le sono più piaciuti a distanza di diversi anni per osservare come la sua opinione sia cambiata nel corso degli anni.
Tra questi libri però ce ne sono alcuni nei confronti dei quali esagero perché sono riletture che faccio ciclicamente in quanto sento la necessità di tornarvi più e più volte al fine di sviscerarli sempre più.
Vi avviso sin d'ora di due fatti:
- non citerò una famosissima saga che ha per protagonista un maghetto perché, per quanto in una quindicina d'anni l'abbia riletta almeno tre o quattro volte, da diversi anni non ne sento più il richiamo... E perché i titoli che citerò li ho riletti più frequentemente
- barerò spudoratamente perché la prima serie è effettivamente una trilogia, la seconda è un gruppo di romanzi autoconclusivi le cui indicazioni temporali permettono di disporli come se fossero una serie ma non lo sono (capirete leggendo) e la terza... non è una seri bensì un libro autoconclusivo che non potevo non inserire tra le riletture all'infinito.


La trilogia di Phedre - Jacqueline Carey

Composta da Il dardo e la rosa (recensione qui), La prescelta e l'erede e La maschera e le tenebre, ho riletto molto spesso la trilogia della Carey (l'ultima in questo periodo in vista dell'uscita di Cassiel's Servant, che è a tutti gli effetti una rilettura del primo romanzo attraverso lo sguardo di uno dei personaggi principali) sia perché la adoro sia perché per anni mi sono incaponita con l'idea di rileggere questa trilogia e la successiva (il cui nome complessivo potrebbe essere spoiler quindi taccio) per arrivare alla trilogia di Moirin, che è ambientata nel medesimo mondo ma a distanza di circa un secolo dai fatti dei primi sei libri... Progetto che puntualmente falliva alla fine della seconda trilogia e che alla fine ho abbandonato, decidendomi a leggerli senza rilettura propedeutica e finalmente riuscendo a leggere anche quei libri (se siete curiosi, li ho recensiti per il blog qui, quo e qua😅). Ciò non toglie che questi romanzi sono una continua scoperta quindi non penso che smetterò tanto presto di tormentarli.



I romanzi autobiografici del periodo americano di Torey Hayden
Victoria Lynn Hayden, nota come Torey L. Hayden, ha lavorato per anni in qualità di insegnante nelle cosidette "classi speciali", ossia quelle classi in cui venivano collocati i bambini con difficoltà psicofisiche e cognitive negli Stati Uniti d'America fino agli anni'70; in queste classi la Hayden è entrata a contatto con bambini dalle storie estremamente tragiche e diverse di queste sono narrate nei suoi romanzi. Nonostante all'inizio degli anni'80 si sia trasferita in Galles per sposarsi e mettere su famiglia, l'autrice non ha smesso di dedicarsi a minori sfortunati neanche nel Regno Unito, collaborando con associazioni del luogo. Senza nulla togliere ai suoi romanzi non autobiografici e a quelli del suo periodo gallese (di uno di questi, Una bambina perduta, trovate la recensione qui sul blog), i miei preferiti sono in assoluto quelli riguardanti i bambini di cui si è occupata quando era nubile, quindi Una bambina, La figlia della tigre, Come in una gabbia, Figli di nessuno, Una bambina bellissima, Una bambina e gli spettri, Una di loro e Bambini del silenzio, che leggo e rileggo minimo una volta ogni due o tre anni perché vi trovo dentro grande ispirazione per il mio lavoro e perché amo cercare i dettagli che permettono di metterli in ordine cronologico.




I fuggitivi - Ruth Thomas

C'è davvero poco da dire: la mia copia di I fuggitivi di Ruth Thomas ha circa venticinque anni ma ne dimostra il triplo per lo stato in cui l'ho ridotta con le mie riletture ossessive: da adolescente riuscivo a rileggere quel libro anche tre o quattro all'anno, tanto che a un certo punto ho perso il conto e posso dire con certezza che in media l'ho letto minimo una volta l'anno. Esatto, l'ho letto e riletto almeno venticinque volte. Perché questo attaccamento morboso a un romanzo per ragazzi? Non saprei dirlo di preciso, anche perché neppure da ragazzina mi sono mai rispecchiata particolarmente nei protagonisti Julia e Nathan, ma quel piccolo romanzo rovinato è ancora un libro che rileggerei all'infinito... Se non rischiassi di farlo a pezzi visto come l'ho ridotto.



Segnalazione #117 - Nove mesi per innamorarsi

  SEGNALAZIONE #117

NOVE MESI PER INNAMORARSI


TITOLO: Nove mesi per innamorarsi
AUTORE: Maia
GENERE: romance
EDITORE: Newton Compton Editori
NUMERO DI PAGINE: 320
DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 settembre 2023
ASIN: B0CCXL5TPB
PREZZO EBOOK: 5,99€
ISBN: 9788822777904
PREZZO CARTACEO:9,90€
 
SINOSSI

Alla soglia dei trent’anni, Diana sente di essere molto vicina al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi: ha una carriera bene avviata come wedding planner e si gode la frizzante vita sociale milanese, ricca di stimoli e occasioni mondane. Quando Roberto, l’uomo che frequentava da quasi un anno, la lascia senza spiegazioni, per Diana è una doccia fredda. E così, decisa a concentrarsi sul lavoro, accetta l’ingaggio che la porterà a trasferirsi per alcuni mesi nelle lussureggianti campagne intorno a Benevento, per organizzare il matrimonio da favola di una nota influencer. Il luogo dell’evento non è distante dalla casa dei nonni, che si offrono di ospitarla. Ma nonostante il calore con cui la famiglia la accoglie, e nonostante il bisogno di non pensare troppo al suo cuore spezzato, abituarsi alla vita di campagna è più difficile del previsto. Tra la mancanza di comfort, la connessione internet ballerina e le estenuanti frecciatine di Noah, il ragazzo che aiuta i nonni nella gestione dei terreni e degli animali, la pazienza di Diana viene messa a dura prova. Riuscirà a concedere alla sua nuova vita – e a sé stessa – un’occasione per ritrovare la felicità perduta?

BIOGRAFIA

È nata nel 1988 in provincia di Alessandria. Laureata all’università di Genova nel 2011, insegna nella scuola primaria. Appassionata di scrittura e cinema, con L’amore sta bene su tutto, inizialmente autopubblicato, ha ottenuto uno straordinario successo.

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Nonsololibri #16 - Full Metal Panic

 

NONSOLOLIBRI #16

FULL METAL PANIC
 


Titolo: Full Metal Panic
Ideatore: Shoji Gato
Anno: 1998

Sinossi

Giappone, 2001
Alla classe della sedicenne Kaname Chidori viene aggiunto un nuovo elemento: si tratta di Sosuke Sagara, un ragazzo che nutre un fortissimo interesse per le tecnologie belliche e che sembra stranamente interessato alla sua persona.
La ragazza non immagina che quello strano ragazzo sia in realtà un mercenario al soldo della Mithril, un'organizzazione militare il cui scopo è preservare la pace in un mondo che ormai da quarant'anni è minacciato dalla Guerra Fredda tra USA e URSS. Ma cosa può volere un soldato da una semplice studentessa del liceo?

Un motivo generico per consigliare a chiunque questa serie

Ce n'è per tutti i gusti: uno dei pregi di Full Metal Panic è quello di essere molto eterogeneo; all'interno della prima serie che è stata tratta sono presenti momenti comici tanto quanto momenti estremamente drammatici ed i prodotti successivi, seppur maggiormente focalizzati su un determinato genere, non perdono del tutto questa caratteristica. Inoltre il fatto che la storia sia disponibile sia in versione manga sia in versione animata sia un versione romanzata (ebbene sì, in realtà stavolta ho un po' barato perché Full Metal Panic nasce come una serie di light novel, ossia una serie di romanzi corredati di illustrazioni ma dato che la storia è molto più celebre nelle sue versioni non romanzesche ho pensato fosse più appropriato parlarne in questa rubrica) la rende fruibile anche attraverso vari media... E se ciò non bastasse per la versione manga sono stati realizzati anche delle variazioni sul tema quindi è davvero difficile non trovare piacevole almeno un aspetto di questo prodotto.

Due motivi specifici per consigliare questa serie

Azione: uno degli aspetti preponderanti in Full Metal Panic è l'azione. Come scritto in precedenza vi sono anche molti momenti comici ma indubbiamente io la consiglio per il dramma e l'azione che permenano la maggior parte della storia. Ricordo ancora che la prima volta rimasi letteralmente con il fiato sospeso di fronte a queste scene violente ma non eccessivamente crude.
Sousuke Sagara: da ragazzina lo adoravo perché è un personaggio talmente serio e inquadrato che negli episodi più leggeri sembrava davvero un pesce fuor d'acqua mentre in quelli più drammatici era decisamente nel suo ambiente naturale... E si vede!
 

Segnalazione #116 - Classe 1911

 SEGNALAZIONE #116

CLASSE 1911




TITOLO: Classe 1911
AUTORE: Martina Longhin
GENERE: biografico storico
EDITORE: Brè Edizioni
NUMERO DI PAGINE: 314
DATA DI PUBBLICAZIONE: 19 febbraio 2023
ASIN: B0BW9R7XR3
PREZZO E-BOOK: 3,99€ (disponibile su Kindle Unlimited)
ISBN: 9791259703316
PREZZO CARTACEO: 16€
 
SINOSSI

Il romanzo è ambientato nelle campagne veneziane. Siamo nel 1935, nel pieno ventennio fascista. Il protagonista è Luigi, classe 1911, un apprendista falegname, introverso, religioso, dai sani principi e con il sogno di aprire una falegnameria. Ma Mussolini ha altri progetti per lui, programmi che sconvolgeranno la vita del povero uomo. Il Duce brama “un posto al sole” e decide di conquistare l’Etiopia. Luigi è costretto a partire per il Paese africano, dove assisterà alle peggiori atrocità. Iniziano a farsi strada dei sentimenti che non gli appartengono e che lo spaventano: il rancore e la vendetta. Questi sentimenti, che si assopiscono al rientro in patria, tornano prepotenti quando ritrova un ex capomanipolo delle camicie nere incontrato in Africa, trasferitosi nel suo paese per lavorare. E le efferatezze che l’uomo perpetrava in Etiopia, continua a compierle nel veneziano come membro delle brigate nere, durante la Seconda guerra mondiale. Crudeltà, ingiustizie, patimenti, ma anche amicizia, solidarietà e amore, in un libro tratto da storie realmente accadute, in uno dei periodi più difficili del Ventesimo secolo.

BIOGRAFIA

Martina Longhin è nata e vive a Mirano, un comune a circa venti chilometri da Venezia. Fin da piccola ha amato la musica, tanto da farla diventare la sua professione, ma le piacciono anche la cucina, le lingue, i viaggi e i libri, soprattutto quelli storici. Da pochi anni ha scoperto la scrittura, in particolare quella basata sulle storie vere e quella per i bambini e ragazzi. Dopo il suo libro d’esordio Alla ricerca di Lyset, un romanzo fantasy pensato proprio per il pubblico più giovane, si è talmente appassionata a questa forma d’arte da iniziare a seguire dei corsi di scrittura creativa e dedi-carvisi a tempo pieno. Con Brè edizioni, oltre a Classe 1911 – I so-gni devono attendere, ha pubblicato nel 2021 Una cartolina dall’aldilà, un noir con un pizzico di romance, e nello stesso anno Anna. L’inferno in una bottiglia, un libro tratto da una storia real-mente accaduta, che parla della violenza sulle donne e che ha otte-nuto riconoscimenti in alcuni concorsi letterari. Per i bambini ha pubblicato Yosef e le sfere lucenti, un racconto con illustrazioni ad acquerello, realizzate da Elena Levorato. Ha scritto, inoltre, nume-rosi racconti, alcuni dei quali sono stati selezionati e pubblicati nelle antologie di concorsi nazionali e internazionali.

ESTRATTO

Nel primo pomeriggio del giorno seguente, arrivarono anche gli obici e Luigi, insieme ai compagni, fu impegnato a scaricarli, montarli e controllarne il funzionamento.
Al mattino, nell’attesa che i camion con l’artiglieria arrivassero, Manlio insistette perché Luigi lo accompagnasse nella perlustrazione dell’accampamento.
Era curioso di scoprire com’era organizzato un campo militare, e lo trascinò tra le tende destinate alle truppe, tra quelle degli ufficiali, nell’area mensa, cucina e panificio, e nell’area adibita a ospedale.
Passarono, poi, davanti all’ufficio postale dove, sotto a una tenda aperta, c’era un lungo tavolo pieno di pacchi in arrivo, con davanti dei soldati in fila per ritirarli.
Proseguirono in direzione della zona operativa degli ufficiali e, infine, verso la tenda per le comunicazioni, con telefoni, telegrafi e apparecchiature varie.
Proprio dietro a quest’ultima, tre militari del Genio erano arrampicati sopra a un traliccio e stavano lavorando su un fascio di fili che collegava il gruppo di tende del comando superiore alla centrale telefonica.
Sotto di loro un sergente operatore, con delle cuffie in testa, era seduto davanti a un tavolino e girava veloce una manovella posta sul lato di una cassetta di legno, da cui partiva un filo volante che si collegava agli altri sopra di lui.
Manlio andò fin sotto al traliccio e con il naso all’insù si mise a osservare i tre militari del Genio.
«Ti serve qualcosa, soldato?» gli chiese uno di questi.
Manlio fece di no con la testa.
«Cosa state facendo?»
Il sergente operatore sollevò una cornetta.
«Ce stava ’na inderruzione su le linee.»
«Oh! E adesso? È tuto a posto?»
«Sì, pe’ fortuna. Se poteva mica ricevere li ordini, sennò!»
Appena Luigi udì la cadenza dell’uomo, si girò verso di lui.
«Scusate, sergente, voi siete di Terni?»
Il sergente lo scrutò per un attimo con le sopracciglia increspate.
«Sì, Terni città, perché?»
Luigi allargò le labbra.
«Ho riconosciuto l’accento. Sono stato alla Règia fabbrica d’armi. Ho fato il corso alievi armaioli.»
«Ma bè! E quando?»
«Nel ’33.»
«Nel ’33…» il sergente si massaggiò il mento.
«Mhmm, pure mio fradello ha seguito quel corso, ma mi pare un po’ prima.»
«Come si chiama vostro fratelo?»
«Alfredo Rosati, ma no, nun poi averlo conosciudo, ha frequendado nel ’30 o nel ’31, massimo.»
Luigi scosse la testa.
«Infati, proprio non mi ricordo questo nome.»
Un rombo man mano più intenso scosse l’aria fino a far vibrare le viscere di Luigi e ogni cosa attorno a lui. Stavano sopraggiungendo delle squadriglie di aeroplani, talmente bassi che si potevano distinguere i piloti all’interno. Il sergente li salutò agitando il braccio in aria.
«Stanno andando a ispezionare la zona» disse appena il rombo si attenuò.
Mentre gli apparecchi sorvolavano l’accampamento, Manlio si avvicinò al tavolino dov’era seduto il sergente, e con la testa piantata sull’apparato telefonico scrutò ogni pulsante, morsetto, indicatore, deviatore…
Il sergente Rosati piegò il capo di lato per cercarne lo sguardo.
«Ti ’ndaressano le comunicazioni?»
Manlio fece cenno di sì e si raddrizzò.
«Mi interessa, sì, ma non ghe capisco niente.»
Rosati arricciò le labbra.
«Se volede qui ho finito e so’ libero e ve posso spiega’ qualcosa.»
A Manlio si illuminarono gli occhi.
«Certo che volio, signor sergente, con piacere.»
Rosati prese con sé l’apparato telefonico e con la testa indicò il tavolo e la sedia.
«Daje mó, voi pijate (Dai, voi prendete) quelli, e andiamo sotto la tenda che fa più fresco.»
Il clima lassù non era gradevole. Di giorno, nonostante l’estate fosse già finita, la temperatura era ancora alta e per evitare insolazioni i soldati erano costretti a indossare la “bustina” o l’elmetto coloniale.
Nel pomeriggio, poi, entrare nelle tende era improponibile: il caldo era talmente afoso, che si rischiava di soffocare.
Di notte, al contrario, faceva freddo, tanto che Luigi dormiva con il pastrano di cui ogni soldato era stato fornito.
Il vento forte era un’altra caratterista di quell’altopiano, oltre alla nebbia che spesso scendeva ad ammantare il paesaggio, costituito soltanto da terra, roccia rossa e qualche sporadico e basso arbusto. La vegetazione era inesistente.
Alla difficoltà del clima, si aggiungeva il supplizio delle mosche. Occhi, labbra, naso, orecchie, quei fastidiosi insetti si posavano ovunque e più Luigi ne mandava via, più ne arrivavano.
I giorni passarono tra esercitazioni di artiglieria, marce di allenamento, e chiacchierate con il sergente Rosati.
L’uomo, nonostante fosse di grado superiore a Luigi e Manlio, era affabile, gentile e parecchio simpatico e, complice anche il carattere estroverso e bizzarro di Manlio, i tre strinsero subito amicizia.
Da Rosati, Luigi apprese che Decamerè era un’importante base operativa per la campagna militare, sorta proprio in occasione della guerra.
Sorgeva in posizione strategica ed era il luogo in cui buona parte delle merci e delle truppe, arrivate a Massaua, venivano trasportate prima di essere smistate nei vari fronti.
E lì giungevano pure i mezzi e il materiale di cui gli operai avevano necessità per la costruzione di ponti e strade. Fu quindi inevitabile che nell’accampamento si fossero accumulate casse con alimenti, balle di fieno, fusti di gasolio, spranghe di ferro, oltre a muli, pezzi d’artiglieria, automezzi di ogni tipo e una lunga fila di camion in attesa di riparazione.
Nel centro abitato, vi erano delle grandi officine per la riparazione degli autoveicoli, delle baracche di legno e molte costruzioni provvisorie, che il sergente aveva detto erano state innalzate proprio per gli operai che stavano costruendo le strade.
Gli aveva inoltre riferito che l’aviazione italiana poteva spiare indisturbata gli abissini, perché il nemico non possedeva alcuna forza aerea e che poco lontano da Decamerè, a circa una decina di chilometri a sud-est, vi era un altro luogo molto importante per le future azioni belliche, l’aeroporto di Gura, il quartier generale della Règia Aeronautica.
Ed era proprio da Gura che la sera del 2 ottobre il sergente Rosati proveniva, quando arrivò a tutta velocità, frenando d’improvviso e sollevando una nuvola di polvere che andò a mischiarsi con la sottile nebbiolina che stava calando.
Il piazzale era stato illuminato da ulteriori fari ed era gremito di soldati seduti per terra, in attesa di un discorso che il Duce aveva preannunciato.
Quando il sergente scese dal mezzo, Manlio, che assieme a Luigi era appoggiato con la schiena alla ruota di una camionetta, poco lontano da dove aveva parcheggiato l’uomo, gli lanciò un fischio e lo salutò con la mano.
Proprio in quel momento, gli altoparlanti cominciarono a diffondere gli applausi, le invocazioni, e le urla della folla radunata a Roma, in Piazza Venezia.
Uno stacco di trombe e l’urlo “Camicie nere, saluto al Duce” annunciò l’inizio del discorso di Mussolini.

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