Serie che... rileggerei all'infinito

 SERIE CHE...
RILEGGEREI ALL'INFINITO


Negli ultimi anni mi capita assai più di rado ma la sottoscritta è una di quelle persone che adora rileggere i titoli che le sono più piaciuti a distanza di diversi anni per osservare come la sua opinione sia cambiata nel corso degli anni.
Tra questi libri però ce ne sono alcuni nei confronti dei quali esagero perché sono riletture che faccio ciclicamente in quanto sento la necessità di tornarvi più e più volte al fine di sviscerarli sempre più.
Vi avviso sin d'ora di due fatti:
- non citerò una famosissima saga che ha per protagonista un maghetto perché, per quanto in una quindicina d'anni l'abbia riletta almeno tre o quattro volte, da diversi anni non ne sento più il richiamo... E perché i titoli che citerò li ho riletti più frequentemente
- barerò spudoratamente perché la prima serie è effettivamente una trilogia, la seconda è un gruppo di romanzi autoconclusivi le cui indicazioni temporali permettono di disporli come se fossero una serie ma non lo sono (capirete leggendo) e la terza... non è una seri bensì un libro autoconclusivo che non potevo non inserire tra le riletture all'infinito.


La trilogia di Phedre - Jacqueline Carey

Composta da Il dardo e la rosa (recensione qui), La prescelta e l'erede e La maschera e le tenebre, ho riletto molto spesso la trilogia della Carey (l'ultima in questo periodo in vista dell'uscita di Cassiel's Servant, che è a tutti gli effetti una rilettura del primo romanzo attraverso lo sguardo di uno dei personaggi principali) sia perché la adoro sia perché per anni mi sono incaponita con l'idea di rileggere questa trilogia e la successiva (il cui nome complessivo potrebbe essere spoiler quindi taccio) per arrivare alla trilogia di Moirin, che è ambientata nel medesimo mondo ma a distanza di circa un secolo dai fatti dei primi sei libri... Progetto che puntualmente falliva alla fine della seconda trilogia e che alla fine ho abbandonato, decidendomi a leggerli senza rilettura propedeutica e finalmente riuscendo a leggere anche quei libri (se siete curiosi, li ho recensiti per il blog qui, quo e qua😅). Ciò non toglie che questi romanzi sono una continua scoperta quindi non penso che smetterò tanto presto di tormentarli.



I romanzi autobiografici del periodo americano di Torey Hayden
Victoria Lynn Hayden, nota come Torey L. Hayden, ha lavorato per anni in qualità di insegnante nelle cosidette "classi speciali", ossia quelle classi in cui venivano collocati i bambini con difficoltà psicofisiche e cognitive negli Stati Uniti d'America fino agli anni'70; in queste classi la Hayden è entrata a contatto con bambini dalle storie estremamente tragiche e diverse di queste sono narrate nei suoi romanzi. Nonostante all'inizio degli anni'80 si sia trasferita in Galles per sposarsi e mettere su famiglia, l'autrice non ha smesso di dedicarsi a minori sfortunati neanche nel Regno Unito, collaborando con associazioni del luogo. Senza nulla togliere ai suoi romanzi non autobiografici e a quelli del suo periodo gallese (di uno di questi, Una bambina perduta, trovate la recensione qui sul blog), i miei preferiti sono in assoluto quelli riguardanti i bambini di cui si è occupata quando era nubile, quindi Una bambina, La figlia della tigre, Come in una gabbia, Figli di nessuno, Una bambina bellissima, Una bambina e gli spettri, Una di loro e Bambini del silenzio, che leggo e rileggo minimo una volta ogni due o tre anni perché vi trovo dentro grande ispirazione per il mio lavoro e perché amo cercare i dettagli che permettono di metterli in ordine cronologico.




I fuggitivi - Ruth Thomas

C'è davvero poco da dire: la mia copia di I fuggitivi di Ruth Thomas ha circa venticinque anni ma ne dimostra il triplo per lo stato in cui l'ho ridotta con le mie riletture ossessive: da adolescente riuscivo a rileggere quel libro anche tre o quattro all'anno, tanto che a un certo punto ho perso il conto e posso dire con certezza che in media l'ho letto minimo una volta l'anno. Esatto, l'ho letto e riletto almeno venticinque volte. Perché questo attaccamento morboso a un romanzo per ragazzi? Non saprei dirlo di preciso, anche perché neppure da ragazzina mi sono mai rispecchiata particolarmente nei protagonisti Julia e Nathan, ma quel piccolo romanzo rovinato è ancora un libro che rileggerei all'infinito... Se non rischiassi di farlo a pezzi visto come l'ho ridotto.



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