PALAZZO DI SANGUE
- Jane Hur -
Titolo: Palazzo di sangue
Autore: Jane Hur
Traduttrice: Ilaria Katerinov
Traduttrice: Ilaria Katerinov
Genere: romanzo storico
Editore: De Agostini
Pagine: 319
ASIN: B09SL7Q2HG
Prezzo ebook: 7,99€
ASIN: B09SL7Q2HG
Prezzo ebook: 7,99€
ISBN: 9791221201222
Prezzo cartaceo: 15,90€
Prezzo cartaceo: 15,90€
Questa sarà la prima delle recensioni dedicate ai romanzi che mi attiravano tantissimo a maggio nonché quello che temevo maggiormente per via della presenza di uno degli elementi che prediligo in una storia, ossia la componente medica.
Palazzo di sangue è un giallo ambientato nella Corea della seconda metà del XVIII secolo che vede protagonista una giovane infermiera del palazzo reale, Baek Hyeon, impegnata ad indagare sull'omicidio di quattro donne del quale viene accusata la sua mentore.
Già solo a partire da queste premesse sapevo che il romanzo o l'avrei amato o l'avrei odiato, senza possibilità di mezze misure, perché non solo si parlava di medicina ma veniva trattata quella tradizionale coreana in un periodo storico in cui presto questa sarebbe stata soppiantata dalla medicina occidentale e per di più con la presenza del principe Sado (se non sapete chi sia, vi basti sapere che Sado è una figura storica coreana abbastanza controversa che viene utilizzata relativamente di frequente come spunto per prodotti d'intrattenimento coreani).
Come scrivo spessissimo, i gialli non sono il mio genere d'elezione perché di norma riesco a subodorare in tempo zero chi sia il colpevole e di conseguenza mi godo davvero poco la lettura. Sia chiaro, questo romanzo non è stata l'eccezione ma si è impegnato abbastanza da farmi dubitare fortemente di quell'intuizione quindi non mi sono affatto annoiata ed il movente che ha spinto il colpevole ad agire l'ho trovato davvero molto interessante e ben contestualizzato.
A rendermi estremamente piacevole la lettura, oltre a quanto già scritto, è stata la gradevolezza dei personaggi.
Baek Hyeon è una protagonista di cui potrete scoprire la complessa personalità, divisa tra il desiderio di fare giustizia e quello di essere una brava ragazza, con tutti i limiti che le vengono imposti dalla legge e dal suo status di donna.
Per quanto non strutturati con la medesima tridimensionalità della protagonista (come è naturale che sia, essendo una storia narrata in prima persona), gli altri personaggi attorno a cui ruota la vicenda risultano ben tratteggiati e ricchi di interessanti sfumature, oltre che estremamente verosimili ed apprezzabili in virtù delle loro luci ed ombre. L'unico forse a risultare un po' piatto è la controparte maschile di Hyeon, ma per quanto mi riguarda l'ho trovato un personaggio talmente piacevole da potersi permettere di non essere troppo tridimensionale.
Se amate la Corea e volete immergervi in una storia avvincente io questo romanzo ve lo consiglio in quanto, pur non essendo è una lettura particolarmente impegnativa, potrebbe fornirvi interessanti spunti di riflessione ed appassionarvi.
Palazzo di sangue è un giallo ambientato nella Corea della seconda metà del XVIII secolo che vede protagonista una giovane infermiera del palazzo reale, Baek Hyeon, impegnata ad indagare sull'omicidio di quattro donne del quale viene accusata la sua mentore.
Già solo a partire da queste premesse sapevo che il romanzo o l'avrei amato o l'avrei odiato, senza possibilità di mezze misure, perché non solo si parlava di medicina ma veniva trattata quella tradizionale coreana in un periodo storico in cui presto questa sarebbe stata soppiantata dalla medicina occidentale e per di più con la presenza del principe Sado (se non sapete chi sia, vi basti sapere che Sado è una figura storica coreana abbastanza controversa che viene utilizzata relativamente di frequente come spunto per prodotti d'intrattenimento coreani).
Come scrivo spessissimo, i gialli non sono il mio genere d'elezione perché di norma riesco a subodorare in tempo zero chi sia il colpevole e di conseguenza mi godo davvero poco la lettura. Sia chiaro, questo romanzo non è stata l'eccezione ma si è impegnato abbastanza da farmi dubitare fortemente di quell'intuizione quindi non mi sono affatto annoiata ed il movente che ha spinto il colpevole ad agire l'ho trovato davvero molto interessante e ben contestualizzato.
A rendermi estremamente piacevole la lettura, oltre a quanto già scritto, è stata la gradevolezza dei personaggi.
Baek Hyeon è una protagonista di cui potrete scoprire la complessa personalità, divisa tra il desiderio di fare giustizia e quello di essere una brava ragazza, con tutti i limiti che le vengono imposti dalla legge e dal suo status di donna.
Per quanto non strutturati con la medesima tridimensionalità della protagonista (come è naturale che sia, essendo una storia narrata in prima persona), gli altri personaggi attorno a cui ruota la vicenda risultano ben tratteggiati e ricchi di interessanti sfumature, oltre che estremamente verosimili ed apprezzabili in virtù delle loro luci ed ombre. L'unico forse a risultare un po' piatto è la controparte maschile di Hyeon, ma per quanto mi riguarda l'ho trovato un personaggio talmente piacevole da potersi permettere di non essere troppo tridimensionale.
Se amate la Corea e volete immergervi in una storia avvincente io questo romanzo ve lo consiglio in quanto, pur non essendo è una lettura particolarmente impegnativa, potrebbe fornirvi interessanti spunti di riflessione ed appassionarvi.
Nessun commento:
Posta un commento