SEGNALAZIONE #80
QUELLA VOLTA CHE...
Primi appuntamenti e altre calamità
Primi appuntamenti e altre calamità
TITOLO: Quella volta che... Primi appuntamenti e altre calamità
Nell’immaginario femminile, la figura dell’uomo è quella di un principe (bellissimo) su un cavallo bianco che viene a salvarci in caso di pericolo, ci difende contro ogni avversità e pericoli, ma soprattutto è disposto a sacrificare la propria vita per quella della donna amata.
Certo, questo nel mondo delle fiabe!
Nel ventunesimo secolo sappiamo benissimo che il principe azzurro purtroppo non esiste.
Puoi aspettare quanto vuoi, non arriverà mai.
Se non ci rimbocchiamo le maniche, non ci aiuterà e non ci salverà nessuno!
Ricordo ancora oggi che durante un evento dovevamo sollevare alcune questioni con gli organizzatori e i miei colleghi (maschi) lasciarono a me, come al solito, l’incombente compito di discutere con loro. Io, giunta sul posto, chiesi subito chi fosse il responsabile e mi fiondai contro di lui: un uomo sulla quarantina, altezza un metro e novanta, molto robusto e dalla maglietta si intravedevano grossi pettorali, ma ero talmente furiosa che solo dopo essermi scontrata verbalmente con lui me ne accorsi.
Le persone presenti consigliarono al mio collega, altrettanto muscoloso, di accompagnarmi e lui sapete cosa rispose?
«No, è meglio che vada lei, se la cava meglio!»
Ancora oggi quando ci ripenso, sorrido.
Non esiste più l’uomo galante, quello che ti viene a prendere sotto casa, che ti apre lo sportello dell’auto, che ti porge la mano per ballare, che ti porta in posti stupendi senza che tu lo chieda, che ti paga la cena, che ti fa sentire come una principessa, ma soprattutto che non chiede nulla in cambio, se non il tuo amore.
Oggi funziona tutto in modo diverso.
Noi donne non pretendiamo certo di essere mantenute da un uomo, ma un minimo di galanteria dovrà pur rimanere in voi.
Cosa c’è di peggio del frequentare un uomo avaro?
Rossella usciva nella stessa comitiva di un ragazzo senza mai accorgersi che avesse un interesse nei suoi confronti, fin quando una sera fu lui stesso a confidarglielo.
In quella occasione erano invitati a un compleanno di una loro amica e quando lei passò a prenderlo, lui si presentò con un abito elegante nero lucido.
Appena entrò in macchina lei si mise a ridere. Si era messo il vestito del matrimonio della sorella, un tantino esagerato per una serata in un locale. Solo dopo che lo riaccompagnò a casa le confidò che si era vestito in quel modo per far fare colpo su di lei.
E ti vesti come un damerino?
La sua dichiarazione la lasciò del tutto indifferente, ma dal momento che una seconda possibilità non si nega a nessuno, decise di conoscerlo meglio e di frequentarlo al di fuori della comitiva.
Rossella ricordò perfettamente di aver visto la sua auto, un po’ vissuta, solo la prima volta che uscirono insieme. Sì, perché quella fu l’unica volta che la passò a prendere. Tutte le successive volte, fu sempre lei a dover prendere la macchina, a guidare e recarsi sotto casa sua.
All’inizio non ci fece caso, anche perché è naturale fra due persone che escono insieme, ma ben presto divenne una consuetudine.
La scusa era sempre la stessa: doveva cambiare un pezzo della sua auto e era rischioso metterla in moto per fare strada.
A lungo andare era normale chiedersi: ma quanto costerà questo pezzo e da quale parte del mondo deve arrivare per impiegare così tanto tempo?
Il sospetto divenne una certezza quando venne a sapere che utilizzava la macchina per motivi di lavoro.
La cosa positiva nel frequentare un uomo è che non dobbiamo pensare alla guida. Se ad esempio siamo troppo stanche, oppure se vogliamo bere qualche bicchierino in più, ci sarà quel qualcuno che ci riporterà a casa sane e salve.
Va be’, vorrà dire che farà lei il sacrificio di non bere.
Avrà sicuramente altre qualità nascoste che aspettano solo di essere scoperte.
La prima volta che prese la macchina fu anche la prima volta che invitò Rossella a cena fuori e che pagò addirittura il conto nonostante lei chiese di fare a metà visto che non erano neanche una coppia.
Credo quella fu l’unica volta, perché per le successive occasioni, cene, aperitivi, cocktail, fu sempre lei a pagare, oppure facevano a metà, come si faceva al liceo.
Rarissime furono le volte che le offriva qualcosa. Addirittura una sera si prese anche i dieci euro del Campari. Lei e i suoi amici erano allibiti!
Dunque, ricapitolando: non voleva prendere la macchina, non voleva guidare, non voleva offrire da bere, ma un lavoro ce l’aveva o voleva trovare qualcuna che lo mantenesse? No, così, giusto per capire chi avesse di fronte. In realtà aveva un lavoro, ma non disponeva di molti clienti e viveva ancora con i suoi genitori, nonostante i quaranta e passa anni.
Ma la ciliegina sulla torta fu una battuta spiacevole che fece una sera durante un aperitivo. Insieme alla loro comitiva si erano unite altre persone, fra cui una ragazza, molto bella, arruolata nell’esercito. Raccontava che fra l’assolvimento delle loro mansioni c’era anche quella del lavoro nelle ore notturne, i cosiddetti turni di guardia.
L’ascoltavamo tutti, uomini e donne, con grande ammirazione, vista la sua dedizione al lavoro e il suo grande temperamento nonostante la giovane età.
A un certo punto, lui esclamò: «Io non starei mai con una donna che lavora anche la notte. La mia donna la sera deve dormire con me, a casa mia, nel mio letto. Non potrei mai accettare che passi la notte fuori casa con altre persone.»
Dal modo in cui lo aveva detto era chiaro cosa pensasse di questo tipo di donne, come se in qualche modo si compromettessero con quello che facevano.
E allora le dottoresse, le hostess, le infermiere. Tutte donne di facili costumi?
Oh, m-i-o d-i-o! Fu l’espressione sul volto di Rossella.
Si voltò attonita verso di lui e un’espressione di ribrezzo apparve sul volto.
Mentre gli altri cercavano di controbattere quello che aveva appena detto questo deficiente, lei non proferì parola per tutta la serata.
Lo guardava in silenzio e iniziò a pensare:
io, femminista quasi dalla nascita, da quando tutti i miei parenti volevano un maschio al posto di una femminuccia!
Io, che mi ero sempre battuta per difendere le donne succubi degli uomini;
io, che avevo sempre sostenuto le campagne per i diritti a favore delle donne;
io, si, sempre io...
Si era appena resa conto che stava uscendo praticamente con un perfetto troglodita. Come era successo?
A un certo punto, il cerchio si stava chiudendo.
Ripensò a tutte le volte che lui le consigliava di far valere di più i suoi diritti lavorativi anche se ciò significava perdere il posto di lavoro.
Ripensò a tutte le volte che gli raccontava quello che le succedeva al lavoro e lui cercava di banalizzarlo facendola sentire come una delle tante nel sistema.
Ripensò a tutte le volte che voleva iscriversi ad alcuni corsi, ma lui glieli sconsigliava perché avrebbero tolto del tempo alla loro frequentazione.
Ripensò a tutto quello che avevano condiviso e quello che riuscì a comprendere era agghiacciante.
Lui non amava le donne, la loro indipendenza, la loro vitalità, ma al tempo stesso gli conveniva che qualcuna l’andasse a prendere sotto casa e gli pagasse la serata.
Lui preferiva avere al proprio fianco una donna che guadagnasse meno di lui perché nella coppia doveva risultare lui il più forte o forse preferiva stare con una compagna senza lavoro consapevole di dover dipendere in tutto e per tutto da un uomo.
Lui voleva una persona da poter controllare su tutti gli aspetti, che chiedesse il suo parere o meglio il suo permesso prima di prendere qualsiasi decisione, pendendo dalle sue labbra.
Rossella ama la propria libertà e indipendenza.
Ama il proprio lavoro e non può farne a meno perché è quel tipo di donna che ha bisogno sempre di stimoli nuovi, a differenza di lui che era del tutto amorfo. Le piace viaggiare e fare diverse esperienze.
Non è quel tipo di donna che si fa mettere in gabbia così facilmente e non avrebbe mai permesso che un uomo le tarpasse le ali, quelle ali sempre pronte a spiccare il volo.
Caro, stai pure con tua madre e trovati qualcuna che stia a casa ad aspettarti! Queste furono le sue conclusioni.
Decise non solo di rompere la frequentazione, ma anche di staccarsi definitivamente dal resto della comitiva.
Qualche mese più tardi scoprì che lui, forse per vendicarsi, aveva raccontato a un loro amico cose intime della loro relazione.
Rossella gli tolse il saluto e non lo guardò più in faccia quando lo incontrava per strada.
È questo quello che si meritano certi uomini e il suo comportamento si commentava da solo.
Dopo un po’ di tempo lui si fidanzò con una ragazza di quella stessa comitiva. Una ragazza che aveva sempre mostrato interesse nei suoi confronti, ma lui non aveva mai ceduto alle sue avance perché diceva che non era il suo tipo o almeno questo è quello che voleva far credere a tutti. La ragazza in questione però aveva dalla sua un bel conto in banca, che non è male come carta, soprattutto quando a giocare ci sono uomini scaltri e scrocconi come lui.
Lui non aveva una casa, il lavoro da libero professionista andava sempre peggio, gli anni ormai erano quelli, si vede che aveva pensato bene di sistemarsi con qualcuna che lo potesse mantenere senza dargli alcun tipo di problema.
Quella volta che credi di uscire con un principe azzurro pronto a sguainare la spada per te e invece ti ritrovi a fare da chauffeur.
Fine di una storia d’amore con un tirchio troglodita e una carta di credito prosciugata
CONSIGLI
Donne, un messaggio per voi:
se incontrate un uomo tirchio, scappate a gambe levate!
se incontrate un perfetto troglodita che associa l’immagine della donna a quella dell’età della pietra, fuggite via lontanissimo!
Se un uomo vi dice che nessun altro vi amerà come ha fatto lui, non cascateci. Non fatevi manipolare e non incoraggiate gli uomini ad avere potere sulle donne.
Anche la manipolazione affettiva può considerarsi una forma di violenza psicologica.
Non fidatevi mai degli uomini innamorati che per vendicarsi di voi dopo averli piantati sarebbero disposti anche a dire tante bugie.
Prima di aprirvi e confidarvi con le persone cercate prima di conoscerle meglio e chiedere informazioni su di loro.
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AUTORE: Daniela De Fazio
GENERE: narrativa rosa umoristica
GENERE: narrativa rosa umoristica
EDITORE: Brè Edizioni
NUMERO DI PAGINE: 144
DATA DI PUBBLICAZIONE: 05 gennaio 2022
ASIN: B09PMLQ93V
PREZZO E-BOOK: 2,99€ (disponibile su Kindle Unlimited)
ISBN: 9791259701374
ISBN: 9791259701374
PREZZO CARTACEO: 12€
SINOSSI
Tutte le donne prima di incontrare l’amore vero hanno vissuto primi appuntamenti disastrosi e storie d’amore finite male. Quella volta che... è una rubrica radiofonica dove tutte le donne hanno la possibilità di raccontare le loro disavventure amorose e quei famosi incontri da dimenticare. È il racconto di due anni di messa in onda fino al 2020, quando Daniela De Fazio decide di raccogliere tutte le storie e rivelare come nasce la famosa rubrica.
Undici storie d’amore da leggere, fra risate, colpi di scena e il giusto sarcasmo, mixati con alcuni racconti della sua vita e di alcune amiche. In ogni storia ciascuna donna trarrà ispirazione perché tutte prima o poi nella vita si sono trovate incastrate con un uomo sposato, con un amore a distanza, con un perfetto latin-lover, con un tirchio, con un opportunista e come al solito, con il perfetto sfigato. L’amore ha davvero tante sfaccettature, ma bisogna lasciare che sia il tempo a farti conoscere le persone perché è l’unico in grado di svelarti la verità, quella che noi stessi abbiamo paura di scoprire.
BIOGRAFIA
Daniela De Fazio si occupa di marketing, eventi e comunicazione. È una persona creativa, ama il proprio lavoro e le piace scrivere e raccontare storie al femminile. Ha proposto una web series per un canale televisivo dal titolo Quando Va Così; ha ideato, anche se poi non realizzato, un format televisivo dedicato al primo appuntamento e attualmente conduce una rubrica radiofonica dal titolo Quella volta che... dove racconta alcuni scivoloni e cadute di stile che possono succedere durante i primi incontri amorosi. E per una che è cresciuta a pane&Burda non sono proprio accettabili! Quella volta che... ha vinto il premio come migliore personaggio femminile nel concorso R come Romance ed è arrivato finalista al premio letterario Gocce d’inchiostro 2021, poi pubblicato da Brè Edizioni.
Undici storie d’amore da leggere, fra risate, colpi di scena e il giusto sarcasmo, mixati con alcuni racconti della sua vita e di alcune amiche. In ogni storia ciascuna donna trarrà ispirazione perché tutte prima o poi nella vita si sono trovate incastrate con un uomo sposato, con un amore a distanza, con un perfetto latin-lover, con un tirchio, con un opportunista e come al solito, con il perfetto sfigato. L’amore ha davvero tante sfaccettature, ma bisogna lasciare che sia il tempo a farti conoscere le persone perché è l’unico in grado di svelarti la verità, quella che noi stessi abbiamo paura di scoprire.
BIOGRAFIA
Daniela De Fazio si occupa di marketing, eventi e comunicazione. È una persona creativa, ama il proprio lavoro e le piace scrivere e raccontare storie al femminile. Ha proposto una web series per un canale televisivo dal titolo Quando Va Così; ha ideato, anche se poi non realizzato, un format televisivo dedicato al primo appuntamento e attualmente conduce una rubrica radiofonica dal titolo Quella volta che... dove racconta alcuni scivoloni e cadute di stile che possono succedere durante i primi incontri amorosi. E per una che è cresciuta a pane&Burda non sono proprio accettabili! Quella volta che... ha vinto il premio come migliore personaggio femminile nel concorso R come Romance ed è arrivato finalista al premio letterario Gocce d’inchiostro 2021, poi pubblicato da Brè Edizioni.
ESTRATTO
Il tirchio troglodita
Nell’immaginario femminile, la figura dell’uomo è quella di un principe (bellissimo) su un cavallo bianco che viene a salvarci in caso di pericolo, ci difende contro ogni avversità e pericoli, ma soprattutto è disposto a sacrificare la propria vita per quella della donna amata.
Certo, questo nel mondo delle fiabe!
Nel ventunesimo secolo sappiamo benissimo che il principe azzurro purtroppo non esiste.
Puoi aspettare quanto vuoi, non arriverà mai.
Se non ci rimbocchiamo le maniche, non ci aiuterà e non ci salverà nessuno!
Ricordo ancora oggi che durante un evento dovevamo sollevare alcune questioni con gli organizzatori e i miei colleghi (maschi) lasciarono a me, come al solito, l’incombente compito di discutere con loro. Io, giunta sul posto, chiesi subito chi fosse il responsabile e mi fiondai contro di lui: un uomo sulla quarantina, altezza un metro e novanta, molto robusto e dalla maglietta si intravedevano grossi pettorali, ma ero talmente furiosa che solo dopo essermi scontrata verbalmente con lui me ne accorsi.
Le persone presenti consigliarono al mio collega, altrettanto muscoloso, di accompagnarmi e lui sapete cosa rispose?
«No, è meglio che vada lei, se la cava meglio!»
Ancora oggi quando ci ripenso, sorrido.
Non esiste più l’uomo galante, quello che ti viene a prendere sotto casa, che ti apre lo sportello dell’auto, che ti porge la mano per ballare, che ti porta in posti stupendi senza che tu lo chieda, che ti paga la cena, che ti fa sentire come una principessa, ma soprattutto che non chiede nulla in cambio, se non il tuo amore.
Oggi funziona tutto in modo diverso.
Noi donne non pretendiamo certo di essere mantenute da un uomo, ma un minimo di galanteria dovrà pur rimanere in voi.
Cosa c’è di peggio del frequentare un uomo avaro?
Rossella usciva nella stessa comitiva di un ragazzo senza mai accorgersi che avesse un interesse nei suoi confronti, fin quando una sera fu lui stesso a confidarglielo.
In quella occasione erano invitati a un compleanno di una loro amica e quando lei passò a prenderlo, lui si presentò con un abito elegante nero lucido.
Appena entrò in macchina lei si mise a ridere. Si era messo il vestito del matrimonio della sorella, un tantino esagerato per una serata in un locale. Solo dopo che lo riaccompagnò a casa le confidò che si era vestito in quel modo per far fare colpo su di lei.
E ti vesti come un damerino?
La sua dichiarazione la lasciò del tutto indifferente, ma dal momento che una seconda possibilità non si nega a nessuno, decise di conoscerlo meglio e di frequentarlo al di fuori della comitiva.
Rossella ricordò perfettamente di aver visto la sua auto, un po’ vissuta, solo la prima volta che uscirono insieme. Sì, perché quella fu l’unica volta che la passò a prendere. Tutte le successive volte, fu sempre lei a dover prendere la macchina, a guidare e recarsi sotto casa sua.
All’inizio non ci fece caso, anche perché è naturale fra due persone che escono insieme, ma ben presto divenne una consuetudine.
La scusa era sempre la stessa: doveva cambiare un pezzo della sua auto e era rischioso metterla in moto per fare strada.
A lungo andare era normale chiedersi: ma quanto costerà questo pezzo e da quale parte del mondo deve arrivare per impiegare così tanto tempo?
Il sospetto divenne una certezza quando venne a sapere che utilizzava la macchina per motivi di lavoro.
La cosa positiva nel frequentare un uomo è che non dobbiamo pensare alla guida. Se ad esempio siamo troppo stanche, oppure se vogliamo bere qualche bicchierino in più, ci sarà quel qualcuno che ci riporterà a casa sane e salve.
Va be’, vorrà dire che farà lei il sacrificio di non bere.
Avrà sicuramente altre qualità nascoste che aspettano solo di essere scoperte.
La prima volta che prese la macchina fu anche la prima volta che invitò Rossella a cena fuori e che pagò addirittura il conto nonostante lei chiese di fare a metà visto che non erano neanche una coppia.
Credo quella fu l’unica volta, perché per le successive occasioni, cene, aperitivi, cocktail, fu sempre lei a pagare, oppure facevano a metà, come si faceva al liceo.
Rarissime furono le volte che le offriva qualcosa. Addirittura una sera si prese anche i dieci euro del Campari. Lei e i suoi amici erano allibiti!
Dunque, ricapitolando: non voleva prendere la macchina, non voleva guidare, non voleva offrire da bere, ma un lavoro ce l’aveva o voleva trovare qualcuna che lo mantenesse? No, così, giusto per capire chi avesse di fronte. In realtà aveva un lavoro, ma non disponeva di molti clienti e viveva ancora con i suoi genitori, nonostante i quaranta e passa anni.
Ma la ciliegina sulla torta fu una battuta spiacevole che fece una sera durante un aperitivo. Insieme alla loro comitiva si erano unite altre persone, fra cui una ragazza, molto bella, arruolata nell’esercito. Raccontava che fra l’assolvimento delle loro mansioni c’era anche quella del lavoro nelle ore notturne, i cosiddetti turni di guardia.
L’ascoltavamo tutti, uomini e donne, con grande ammirazione, vista la sua dedizione al lavoro e il suo grande temperamento nonostante la giovane età.
A un certo punto, lui esclamò: «Io non starei mai con una donna che lavora anche la notte. La mia donna la sera deve dormire con me, a casa mia, nel mio letto. Non potrei mai accettare che passi la notte fuori casa con altre persone.»
Dal modo in cui lo aveva detto era chiaro cosa pensasse di questo tipo di donne, come se in qualche modo si compromettessero con quello che facevano.
E allora le dottoresse, le hostess, le infermiere. Tutte donne di facili costumi?
Oh, m-i-o d-i-o! Fu l’espressione sul volto di Rossella.
Si voltò attonita verso di lui e un’espressione di ribrezzo apparve sul volto.
Mentre gli altri cercavano di controbattere quello che aveva appena detto questo deficiente, lei non proferì parola per tutta la serata.
Lo guardava in silenzio e iniziò a pensare:
io, femminista quasi dalla nascita, da quando tutti i miei parenti volevano un maschio al posto di una femminuccia!
Io, che mi ero sempre battuta per difendere le donne succubi degli uomini;
io, che avevo sempre sostenuto le campagne per i diritti a favore delle donne;
io, si, sempre io...
Si era appena resa conto che stava uscendo praticamente con un perfetto troglodita. Come era successo?
A un certo punto, il cerchio si stava chiudendo.
Ripensò a tutte le volte che lui le consigliava di far valere di più i suoi diritti lavorativi anche se ciò significava perdere il posto di lavoro.
Ripensò a tutte le volte che gli raccontava quello che le succedeva al lavoro e lui cercava di banalizzarlo facendola sentire come una delle tante nel sistema.
Ripensò a tutte le volte che voleva iscriversi ad alcuni corsi, ma lui glieli sconsigliava perché avrebbero tolto del tempo alla loro frequentazione.
Ripensò a tutto quello che avevano condiviso e quello che riuscì a comprendere era agghiacciante.
Lui non amava le donne, la loro indipendenza, la loro vitalità, ma al tempo stesso gli conveniva che qualcuna l’andasse a prendere sotto casa e gli pagasse la serata.
Lui preferiva avere al proprio fianco una donna che guadagnasse meno di lui perché nella coppia doveva risultare lui il più forte o forse preferiva stare con una compagna senza lavoro consapevole di dover dipendere in tutto e per tutto da un uomo.
Lui voleva una persona da poter controllare su tutti gli aspetti, che chiedesse il suo parere o meglio il suo permesso prima di prendere qualsiasi decisione, pendendo dalle sue labbra.
Rossella ama la propria libertà e indipendenza.
Ama il proprio lavoro e non può farne a meno perché è quel tipo di donna che ha bisogno sempre di stimoli nuovi, a differenza di lui che era del tutto amorfo. Le piace viaggiare e fare diverse esperienze.
Non è quel tipo di donna che si fa mettere in gabbia così facilmente e non avrebbe mai permesso che un uomo le tarpasse le ali, quelle ali sempre pronte a spiccare il volo.
Caro, stai pure con tua madre e trovati qualcuna che stia a casa ad aspettarti! Queste furono le sue conclusioni.
Decise non solo di rompere la frequentazione, ma anche di staccarsi definitivamente dal resto della comitiva.
Qualche mese più tardi scoprì che lui, forse per vendicarsi, aveva raccontato a un loro amico cose intime della loro relazione.
Rossella gli tolse il saluto e non lo guardò più in faccia quando lo incontrava per strada.
È questo quello che si meritano certi uomini e il suo comportamento si commentava da solo.
Dopo un po’ di tempo lui si fidanzò con una ragazza di quella stessa comitiva. Una ragazza che aveva sempre mostrato interesse nei suoi confronti, ma lui non aveva mai ceduto alle sue avance perché diceva che non era il suo tipo o almeno questo è quello che voleva far credere a tutti. La ragazza in questione però aveva dalla sua un bel conto in banca, che non è male come carta, soprattutto quando a giocare ci sono uomini scaltri e scrocconi come lui.
Lui non aveva una casa, il lavoro da libero professionista andava sempre peggio, gli anni ormai erano quelli, si vede che aveva pensato bene di sistemarsi con qualcuna che lo potesse mantenere senza dargli alcun tipo di problema.
Quella volta che credi di uscire con un principe azzurro pronto a sguainare la spada per te e invece ti ritrovi a fare da chauffeur.
Fine di una storia d’amore con un tirchio troglodita e una carta di credito prosciugata
CONSIGLI
Donne, un messaggio per voi:
se incontrate un uomo tirchio, scappate a gambe levate!
se incontrate un perfetto troglodita che associa l’immagine della donna a quella dell’età della pietra, fuggite via lontanissimo!
Se un uomo vi dice che nessun altro vi amerà come ha fatto lui, non cascateci. Non fatevi manipolare e non incoraggiate gli uomini ad avere potere sulle donne.
Anche la manipolazione affettiva può considerarsi una forma di violenza psicologica.
Non fidatevi mai degli uomini innamorati che per vendicarsi di voi dopo averli piantati sarebbero disposti anche a dire tante bugie.
Prima di aprirvi e confidarvi con le persone cercate prima di conoscerle meglio e chiedere informazioni su di loro.
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