Un
giorno solo – Felicia Yap
Recensione di Giorgia Wasp
Titolo:
Un giorno solo
Autore:
Felicia Yap
Genere:
giallo
Editore: Piemme
Pagine: 402
Isbn: 9788856662733
Cosa
sareste disposti a fare per vendetta?
In
un mondo senza memoria, una mattina viene ritrovato il corpo di Sophia Ayling
nei pressi del fiume Cam. L’ispettore Hans Richardson capisce immediatamente
che si tratta di un omicidio e dalla lettura dell’ Idiary personale della
vittima riesce a scoprire una relazione fedifraga tra Sophia e il famoso
scrittore di romanzi Mark Evans.
Se guardi bene, puoi
scorgere ancora la speranza nei miei occhi e il fuoco nella mia anima. Oggi
sono scomparsi, sia la speranza che il fuoco. Cancellati da anni di manicomio.
Inizia
così la ricerca delle prove che possano collegare Mark all’omicidio di Sophia.
Durante
questa indagine l’ispettore Richardson scopre che il diario di Sophia è molto
particolare, ovvero diverso dagli altri, sembra quasi che sia l’unica persona
che si ricordi tutto, e che grazie a questa sua memoria a lungo termine abbia
provato ad architettare un piano per distruggere la vita perfetta dello
scrittore.
In quei giorni capii a
mie spese che c’era un conforto immenso nel non ricordare. Ma ormai non potevo
più dimenticare.
Questo
libro mi ha inizialmente incuriosito, dato che la premessa di un mondo senza
memoria era stuzzicante.
Come
si può riuscire a vivere senza potersi ricordare l’altro ieri?!
Questa
è la domanda che inizialmente mi sono posta e che mi ha spinto ad acquistare il
libro. Bhe ….le premesse c’erano tutte, una bella trama, un omicidio, una
pazza… peccato che siano state poco sfruttate, soprattutto quelle riguardanti
la trama. Infatti a mio avviso avrei maggiormente analizzato il problema della
memoria. Sarebbe stato interessante vedere il proseguimento dell’indagine
svolgersi il giorno seguente, invece che concludersi in un'unica giornata. Sarebbe
stato bello capire come l’ispettore Hans Richardson sarebbe riuscito a superare
l’ostacolo dei ricordi e risolvere/non risolvere il caso.
Ciò
che mi ha lasciato maggiormente perplessa è stata la premessa riguardante la
distinzione tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine. Ovvero nel
libro la memoria a breve termine è irrimediabilmente compromessa ma le persone
riescono ad immagazzinare le informazioni giornaliere rileggendo i propri diari
personali e quindi a farle diventare memoria a lungo termine. Ma come è
possibile imparare a memoria determinate informazioni se il giorno dopo i
ricordi svaniscono?.... mha….
Comunque,
il personaggio di Sophia è l’unico che in questo mondo dispotico riesce a
ricordare interamente il proprio
passato, infatti le parti più interessanti e belle del libro sono proprio le
letture del suo diario personale, che rendono più coinvolgente il racconto.
Dalla loro lettura si riesce a trarre la conclusione che lo spessore di una
persona, inteso come profondità del proprio essere, deriva dai ricordi che
condizionano ovviamente l’io. Infatti se le descrizioni degli altri personaggi
sono leggermente asettiche, quelle di
Sophia sono emozionanti, piene di passioni.
Nonostante
quindi alcune discrepanze, irrilevanti al fine della trama, è un giallo
accattivante, mai scontato, i colpi di scena si sono susseguiti fino alla fine,
le ultime dieci pagine riescono completamente a capovolgere la situazione
trasformando la vittima in carnefice.
"ricordare" e "dimenticare" sono le due facce della stessa medaglia, la vita.
RispondiEliminaA volte servirebbe l'una, a volte servirebbe l'altra ma non è detto che esca sempre quella giusta.
Bella recensione, io consiglio solo di ricordare sempre di chiudere il gas (per la bolletta e non solo).
Grazie sono contenta che ti sia piaciuta la recensione.
RispondiEliminaoltre al gas bisogna ricordarsi anche dove è stata parcheggiata la macchina XD