Jeremy
Jenkhins e il fiore della montagna perduta – Angelica Rubino
Recensione di Mysticmoon
Titolo:
Jeremy Jenkhins e il fiore della montagna perduta
Autore:
Angelica Rubino
Genere:
fantasy
Editore: Apollo Edizioni
Pagine: 172
ISBN: 9788898435036
Britannia,
anno del Signore 999
Il
giovane Jeremy Jenkhins ha un sogno: quello di guadagnarsi da vivere con i suoi
trucchi di magia.
Il
destino gli offrirà la possibilità di realizzarsi e di fare qualcosa di
importante della sua esistenza.
Scrivere
recensioni è sempre una sfida ma trovo che scriverne una negativa sia ancora più complesso ed il motivo è molto semplice: dietro ogni storia c'è una persona con dei sentimenti e, per quanto di
fondo vi siano sempre buone intenzioni, è davvero difficile esprimere
osservazioni negative senza sembrare perfidi.
Scrivo questa piccola premessa per rendere chiaro ad Angelica Rubino, autrice di questa storia, che al di là delle mie critiche c'è una persona che ha visto del buono
dietro a quello che mi è sembrato essere il frutto acerbo di tanta
inesperienza e per questo ha cercato di scrivere nella maniera più pacifica possibile un commento che rendesse chiaro cosa le è piaciuto e cosa non l'ha soddisfatta.
Mi
spiace dover ammettere che del contenuto questo romanzo salvo solo la l’idea di fondo, sulla
carta decisamente interessante e dal buon potenziale, ed alcune scelte narrative piuttosto originali; il resto lo condanno in maniera abbastanza netta.
Non
vorrei sembrare cattiva ma la cura della storia è importante mentre qui, se si
vede che una revisione dal punto di vista strettamente ortografico è stata
effettuata, è altrettanto vero che è mancata una lettura attenta ai contenuti
della storia, che risulta davvero poco curata.
Jeremy
Jenkhins e il fiore della montagna perduta è un fantasy che mi ha colpita negativamente in
particolare per il lessico spesso e volentieri poco calzante, soprattutto
perché l’anno 999 in cui è ambientata la storia sembra in tutto e per tutto essere quello reale, o al massimo una sua versione che se ne discosta pochissimo. Se da una parte capisco non sia
un romanzo storico e che quindi forse la mia pretesa di coerenza storica sia forse un filo esagerata, oltre ad essere pienamente consapevole che all'epoca l'autrice era
un'adolescente, dall'altra non posso giustificare tante di queste scelte poco felici: personalmente ho trovato il mio piacere della lettura fortemente minato dall'uso di termini totalmente
anacronistici, in primis "prestigiatore", e dalle serie inesattezze dal punto
di vista storico. Ripeto che sì, sono pienamente che questo romanzo sia un fantasy, ma se non si crea un mondo a parte e si usa uno sfondo storico come realtà, allora queste inesattezze hanno un
loro peso e inficiano la godibilità del romanzo.
Secondo il mio modestissimo parere, un altro
grande problema di questo romanzo è la poca coerenza: alcuni background sono decisamente confusi e diversi personaggi vengono
presentati in un modo e poi agiscono in un altro senza apparente motivo...
Insomma, probabilmente la buona volontà dell’autrice era talmente tanta che
forse ha peccato d’inesperienza ed il risultato è stata una certa confusione nella caratterizzazione di Jeremy e di tutti gli altri personaggi che incontriamo nel corso della storia. Sono consapevole di risultare pignola, soprattutto visto che si tratta del lavoro giovanile di quella che all'epoca era un'esordiente, ma resta il fatto che più
di un personaggio ci viene descritto in un modo ma agisce in un altro, oppure
la storia dietro di lui risulta confusa perché o non è chiara o sono presenti
delle vere e proprie contraddizioni; stesso discorso per alcune regole che ci
vengono presentate in una pagina e la successiva vengono smentite... Insomma, mi sono trovata davanti a un guazzabuglio davvero poco piacevole.
Sarò ripetitiva ma non posso nascondere il fatto che non posso tollerare poca cura nella stesura di una storia neanche in un'esordiente e vi dico anche il motivo: anche io mi sono cimentata nella scrittura di storie da adolescente, per l'esattezza fanfiction (quindi non a scopo di lucro), e se da una parte sono pienamente consapevole del loro scarso valore dall'altra vi posso assicurare che per evitare di sbagliare ogni volta che avevo anche un minimo dubbio mi riempivo la testa di nozioni su nozioni finché non ero certa che quanto affermavo fosse corretto o quantomeno plausibile sulla base di un controllo crociato di varie fonti; proprio per questo non mi è possibile passare sopra a simili problemi di fronte a un libro che è in commercio e che quindi deve essere pagato da chi vuole leggerlo (sia chiaro che trattandosi di una questione di principio il concetto ha valore tanto per questo libro quanto per QUALUNQUE libro pubblicato da una qualsiasi casa editrice o da un qualsiasi aspirante scrittore che renda pubblica la sua opera, anche se quest'ultimo offrisse gratis il suo romanzo).
In
conclusione sono costretta ad affermare che Jeremy Jenkhins è un romanzo con
tanto cuore ma poco riuscito, che riflette in pieno la giovane età della
scrittrice al momento della sua stesura e la scarsa maturità artistica.
Avendo
letto un'altra opera dell'autrice posso affermare con cognizione di causa che
Angelica Rubino può fare di meglio e nel caso volesse tornare su questi personaggi sarei felice di leggere
della loro evoluzione.
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