Mai Innamorarti del Tuo Confidente - Recensione Giorgia Wasp


Mai Innamorarti del Tuo confidente –
Arlie Weston
Recensione di Giorgia Wasp

Titolo: Mai innamorarti del tuo confidente
Autore: Arlie Weston
Genere: Young Adult
Serie: 1° volume della trilogia Confident
Editore:  Self publishing
Pagine: 349
Isbn: 9781691555895
Asin: B07X11R36N

Ash Foley si ritrova improvvisamente catapultata in una vita che non le appartiene, da ricca e popolare ragazza di città improvvisamente diventata povera ed è costretta a vivere alla periferia della città. La vita di Ash viene sconvolta dal padre, il quale a seguito di una serie di frodi decide di scappare dalla città e darsi alla macchia, lasciando la moglie e la figlia a riparare i danni da lui creati.

 Si ringrazia l'autrice per aver fornito una copia del romanzo in cambio di una recensione onesta

Se vi è piaciuta Marissa Cooper di The O.C. , che tra l’altro uno dei telefilm che ha accompagnato la mia adolescenza, amerete anche Ash. Voglio precisare che le similitudini con Marissa riguardano solo il padre truffatore e il provenire dal benessere economico che permette ad alcune persone di essere in cima alla piramide sociale, dopodiché le rispettive protagoniste sono completamente differenti tra loro... E il personaggio di Ash ha sicuramente una marcia in più. Mi permetto questa esternazione perché la protagonista del romanzo, nonostante sia costretta ad abbandonare ogni sorta di comfort che aveva contraddistinto i primi sedici anni della sua vita, si rimbocca le maniche e senza piangersi addosso diventa un’adulta capace di farsi carico delle esigenze della nuova famiglia.  
Ash non viene dipinta dall’ autrice come il prototipo di ragazza perfetta, ovvero quella che non sbaglia mai, anzi viene posto immediatamente in evidenza che ha rubato il ragazzo della sua, ormai ex, migliore amica Ruby. A causa di questo, o giustamente per questo (lascio decidere a voi), viene presa di mira a scuola dal gruppo delle ex popolari.
Elliot, il ragazzo che le amiche hanno “condiviso”, dopo che il padre di Ash ha ben pensato di “ripulire” i conti correnti di un’intera città decide di lasciare Ash per tornare nuovamente da Ruby. Ora vi lascio solo immaginare cosa posso pensare di questo personaggio; nonostante l’autrice provi, nel corso della narrazione, ad evidenziare dei lati positivi di Elliot in realtà tutti sono stati letti da me solo come dimostrazione del suo carattere poco chiaro e subdolo.
Ovviamente come ogni romance che si rispetti l’autrice ha previsto un antagonista per Elliot, ovvero Channing l’amico della porta accanto. Questo è sicuramente il personaggio che ho apprezzato maggiormente perché ha dei tratti caratteriali che rendono il romanzo più accattivante di un semplice young adult, però tali tratti sono solo lievemente accennati dall’autrice e spero vivamente che gli venga dato maggior spessore (ragazze, calme, sto parlando di spessore psicologico😂)  nel secondo volume.
A questo punto penserete che mi sia piaciuto tutto il romanzo... Ebbene no; ci sono diverse cose che mi hanno abbastanza fatto storcere il naso.
Una di questa è sicuramente la non consapevolezza della protagonista che non riesce a cogliere nessun segnale che le venga lanciato dal genere maschile (vorrei evitare di fare nomi), anche se a tal proposito come scusante ci sarebbe l’età non proprio maturissima della ragazza.
Altro tasto dolente, ma questo è un difetto che accomuna molte delle autrici di romance a cui tutt’oggi non riesco a darmi una risposta (probabilmente prima o poi deciderò di farne uno studio sociologico) è il seguente: perché le protagoniste devono essere quasi tutte alte un metro e settanta per cinquanta chili? Ragazze, rendiamoci conto che una protagonista per essere bella e desiderabile, non deve per forza essere anoressica. Ad esempio Ash dice che la sua caratteristica fisica migliore è il sedere, cosa che non può essere vera, se sei alta un metro e settanta e pesi cinquanta chili che tipo di sedere hai? Credo nessuno.
Per finire mi piacerebbe parlare del personaggio più simpatico della storia, Dolly. Penso a Dolly e me la immagino come il parente ubriaco che tutti noi abbiamo a casa annoverato tra gli invitati di Pasqua, quello che inizialmente non vuoi a pranzo da te ma poi non fai altro che raccontare ogni aneddoto che riguarda la sua vita per giorni e giorni ridendo come una matta. Dolly è questa: una persona fuori dalle righe che fa ciò che vuole e senza peli sulla lingua, che tutti dovrebbero avere a fianco perché riesce sempre a strapparti una risata. Sinceramente durante la lettura del romanzo non aspettavo altro che incontrare Dolly!





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