La figlia del Nord - Edith Pattou
Recensione
di Mysticmoon
Genere: fantasy
Editore: Rizzoli
Pagine: 492
Isbn: 9788817091343
Vi ricordate che qualche settimana fa, tra i libri che mi aspettavano sugli scaffali, avevo dato la parola a La figlia del Nord di Edith Pattou (in caso contrario, il post è questo)? Ecco, è stato proprio in quell'occasione che il desiderio di leggere quel romanzo si è fatto più feroce che mai e visto che, per quanto ancora non fosse inverno la temperatura era degna di quella stagione, ho pensato di tagliare la testa al toro e iniziare la lettura.
Ho fatto più che bene: La figlia del Nord è un romanzo che mi è piaciuto immensamente.
Tutto ha inizio con la nascita di Ebba Rose, ultima figlia di una coppia di agricoltori del Njord (la Norvegia); il padre è un cartografo che ha rinunciato alla sua professione per sostenere la numerosa famiglia voluta dalla moglie Eugenia, una donna molto superstiziosa che crede alla tradizione che la direzione in cui si viene al mondo determina la vita del nascituro.
La donna crede talmente tanto alla direzione di nascita ha fatto in modo non solo di avere un numero di figli sufficiente a coprire ogni punto cardinale, ma ha fatto in modo che nessuno di loro fosse nato a Nord, sia perché quelli nati in quella direzione tendono ad allontanarsi dalla propria casa sia perché le è stato profetizzato che se uno dei suoi figli fosse stato un figlio del Nord assoluto avrebbe tragicamente perso la vita tra i ghiacci.
Il suo venire al mondo di Ebba Rose, che tutti si limitano a chiamare Rose, è solo la prima delle sue sorprese: sin da bambina si dimostra una figlia dell'Est piuttosto atipica, vivace e desiderosa di esplorare il mondo che la circonda, e quando all'interno delle sue storie inizia ad apparire un compagno di giochi peculiare come un orso bianco.
Il romanzo è una rivisitazione della fiaba norvegese A Est del sole e a Ovest della luna, dalla quale riprende buona parte della trama e le atmosfere fiabesche a cavallo tra sogno e realtà, arricchendo la narrazione di dettagli e personaggi inediti, oltre a fornire spessore a quelli già presenti nella storia originale.
La storia è narrata da molteplici voci, fornendo sia il punto di vista della protagonista sia quello di coloro che la circondano; in questo modo si crea un quadro d'insieme che permette al lettore di ampliare il suo spettro d'osservazione, fornendo materiale per farsi un'idea più ponderata anche di quei personaggi meno apprezzabili.
L'unica di cui posso parlarvi senza privarvi dell'emozione della scoperta è quella di Rose, una ragazza determinata e forte che ricorda molto la protagonista della fiaba ma per ovvie ragioni porta queste caratteristiche ad un livello superiore, mostrando una tempra ammirevole; tuttavia devo ammettere che la mia voce preferita non è stata la sua, forse perché sia l'età sia l'indole mi spingono ad essere più pacata e di conseguenza più in sintonia con uno dei personaggi appartenenti alla sua cerchia familiare piuttosto che con questa ragazza avventurosa.
Uno dei pregi della scrittura di Edith Pattou è stata quella di riuscire a caratterizzare ogni voce diversa con una nota peculiare che le ha rese tutte molto verosimili ed incisive... Ma del resto riguardo al lato tecnico posso solo complimentarmi perché a costo di risultare ripetitiva voglio dire che si tratta di un libro molto valido da quel punto di vista.
Personalmente ho trovato La figlia del Nord una lettura perfetta per questo periodo dell'anno, di quelle da fare con una bevanda calda accanto e una bella coperta per ripararsi dal freddo, sia per le atmosfere nordiche (freddo chiama freddo...) sia per l'atmosfera della storia, che ricorda per certi aspetti La regina della neve di Hans Christian Andersen (sì, quella che ha molto vagamente ispirato il film Frozen).
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