L'uranio di Mussolini - Recensione di Mysticmoon

 L'URANIO DI MUSSOLINI

- Franco Forte e Vincenzo Vizzini -

Recensione di Mysticmoon
 
Titolo: L'uranio di Mussolini
Autori: Franco Forte e Vincenzo Vizzini
Genere: giallo storico
Editore: Mondadori
Pagine: 516
ISBN: 9788804737407
 
Si ringrazia l'autore Franco Forte per averci fornito una copia digitale del romanzo in cambio di una recensione onesta
 
Ragusa, 1934. Il commissario Vincenzo Ibla, investigatore all’apparenza indolente ma acuto osservatore, viene spedito sotto il sole di luglio alle cave di Spaccaforno: tra le rocce è stato rinvenuto un cadavere, ma è al confine di due giurisdizioni, e le rispettive questure sono già pronte a rimbalzarsi a vicenda la responsabilità delle indagini. Appena vede la salma, però, Ibla capisce che il caso è suo, perché la vittima è Vittorio Borgia, un suo vecchio compagno d’armi, ora miliziano fascista. Sembra un semplice omicidio passionale, ed è quindi con una certa sorpresa che il commissario apprende dell’imminente arrivo da Milano di un certo Franco Durante, un funzionario fascista che, pare, Mussolini in persona ha inviato a Ragusa per coadiuvarlo nella ricerca dell’assassino di Vittorio. Uomo del Nord tutto d’un pezzo, Durante segue con impazienza il lavoro di Ibla, che da parte sua ricambia con tutto il sospetto per un uomo di una cultura così lontana dalla Sicilia. Presto, però, i possibili moventi dietro l’omicidio di Vittorio raddoppiano e si ramificano verso mondi e intrighi sempre più oscuri e complessi, costringendo i due a proteggersi e sostenersi a vicenda, solo per scoprire che la combinazione delle loro peculiarità a prima vista incompatibili può rivelarsi la chiave per sciogliere l’enigma. Vittorio non è l’unico a nascondere una doppia vita, perché anche Durante ha i suoi segreti, e sono legati a filo doppio con il suo arrivo sull’isola: lo scienziato Enrico Fermi ha promesso a Mussolini un’arma straordinaria e terribile, ma per svilupparla ha bisogno di uranio, quello che il Duce ha in mente di estrarre in Ciad dopo averlo conquistato con la campagna d’Africa, per poi trasbordarlo in Italia.

Ispirandosi a eventi attestati ma poco conosciuti, Franco Forte e Vincenzo Vizzini tessono un thriller mozzafiato nell’Italia del Ventennio, sullo sfondo dell’incontro-scontro tra il regime fascista, le più grandi potenze mondiali e il progetto di quella bomba atomica destinata a segnare le sorti del Secondo conflitto mondiale, le pagine di Storia e l’anima di tutti noi.
 
L'uranio di Mussolini è una bomba, come dimostra anche la copertina.😅
Battuta idiota per rendere chiaro sin dal principio il mio pensiero riguardo ad un romanzo inaspettato.
Come mai lo definisco "romanzo inaspettato"?
Principalmente i motivi sono due.
 
La storia
Ve lo dico subito: lo stesso Franco Forte, in risposta al messaggio che gli inviai per propormi per una recensione, mi aveva avvisata che questo romanzo non avrebbe trattato un determinato argomento ed io ho scelto di affrontare questa lettura praticamente al buio, fermandomi a metà della sinossi, quindi ho iniziato a leggere questo romanzo letteralmente senza sapere cosa aspettarmi.
A posteriori posso dire che sono stata ripagata di questa mia decisione perché affrontando questa storia sapendo solo che si trattava di un giallo portato avanti da due uomini molto differenti nella Sicilia di quasi novant'anni fa mi ha permesso sin dal principio di sorprendermi ad ogni pagina, regalandomi un'esperienza di lettura dal forte impatto.

Il genere
Mi spiace reiterare il concetto per l'ennesima volta su questi spazi ma devo farlo.
Non amo i gialli ed il motivo è che non riescono a sorprendermi.
Non saprei dire se sia colpa delle tante storie di cui ho fruito nella mia vita o se il colpevole sia mio cervello che riesce a cogliere nessi e particolari che spesso passano inosservati oppure se si tratti di una combinazione di entrambi questi elementi; il risultato è che a causa di questa sua tendenza all'intuire chi sia il colpevole sin dal primo momento in cui entra in scena, fissandogli immediatamente alla schiena un grosso bersaglio, la sottoscritta legge molto raramente romanzi gialli.
In questo caso è successo?
Direi di no. 
Nel corso dell'indagine narrata nel romanzo il lettore si trova suo malgrado a sospettare di tutto e tutti, quindi è abbastanza naturale che la persona in questione mi abbia trasmesso l'impressione di non raccontarla giusta... Ma come praticamente tutti gli altri personaggi, fatta eccezione per i protagonisti e un altro paio di persone, quindi non mi è stato possibile fissarmi su qualcuno nello specifico. E ovviamente è stata grande la sorpresa quando finalmente tutte le tessere del mosaico sono andate al proprio posto, mostrando un'immagine che sinceramente non mi aspettavo di vedere.

L'uranio di Mussolini è un romanzo avvincente che catapulta il lettore in un'ambientazione al tempo stesso familiare e straniante, restituendogli una Sicilia degli Anni'30 talmente vivida da poter quasi sentire il sapore della polvere sulla lingua ed i morsi del sole sulla pelle; all'interno di questo paesaggio nel quale tutto pressoché uguale da decenni viene innestato un elemento di disturbo, un uomo giunto dal Nord con una missione da portare a termine per conto del Duce.
Lo scontro è inevitabile.
Il rapporto spesso conflittuale tra il commissario Vincenzo Ibla e il funzionario fascista Franco Durante è lo specchio dello scontro tra la tradizione, incarnata dal coriaceo siciliano che non fa mistero dei suoi dubbi riguardo all'uomo che gli è stato affiancato per portare avanti le indagini, e la modernità, rappresentata da quest'uomo che porta la modernità in una terra che solo politicamente è il suo stesso paese.
Sapientemente narrato dai due autori del romanzo, il rapporto instauratosi tra Ibla e Durante è uno dei punti di forza di questo romanzo; i due protagonisti sono stati tratteggiati in maniera molto verosimile e questo si riflette sulle loro interazioni, altrettanto realistiche ed estremamente coinvolgenti, di questi due uomini tanto diversi ma per certi aspetti molto simili.
In tutta onestà, se mi chiedessero di scegliere chi io abbia preferito tra Vincenzo Ibla e Franco Durante non riuscirei proprio a dare una risposta in quanto si tratta in entrambi i casi di personaggi affascinanti e complessi che hanno saputo coinvolgermi con le loro vicende personali.

L'indagine riguardante la morte di Vittorio Borgia, amico sia di Ibla sia di Durante, è il perno attorno al quale ruotano tutti i personaggi di questa storia; ricca di colpi di scena nonché estremamente complessa restando sempre molto coerente, la ricerca del colpevole di questo omicidio è un viaggio emozionante dal quale è assai difficile staccarsi persino quando si volta l'ultima pagina dell'epilogo e si comprende che non ce n'è più, che il caso è risolto e quindi è arrivato il momento che la finestra su questi personaggi venga chiusa.

Come si sarà inteso, ho apprezzato particolarmente questo romanzo nato dalle penne di Vincenzo Vizzini e Franco Forte e, lo ammetto candidamente, se gli autori dovessero scrivere un altro romanzo insieme non avrei esitazione ad acquistarlo.





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