Il
sognatore – Laini Taylor
Recensione di Mysticmoon
Autore:
Laini Taylor
Traduttore: Donatella Rizzati
Traduttore: Donatella Rizzati
Genere:
fantasy
Serie:
1° della serie Il sognatore
Editore: Fazi
Pagine: 524
ISBN: 9788893253161
La
vita non è stata particolarmente generosa con Lazlo Strange: raccolto dai
monaci di un monastero quando era solo un bambino, Lazlo è stato cresciuto dai
severi membri di questo ordine religioso e solo il caso gli ha permesso di
trovare un lavoro come bibliotecario, un impiego che gli permette di coltivare il
suo interesse quasi ossessivo nei confronti di una città leggendaria di cui non
si conosce più il nome ed alla quale tutti si riferiscono con il nome di
Pianto; quando dopo secoli di oblio una delegazione proveniente da quella città
arriva alla biblioteca in cerca di aiuto Lazlo decide di non perdere
l’occasione di poter raggiungere Pianto e svelare il segreto che la città
nasconde.
Cercherò
di essere chiara sin dalla prima frase: a me Il sognatore di Laini Taylor è piaciuto ma non ho
capito esattamente perché così tante persone sono impazzite per questo romanzo.
Il
sognatore è indubbiamente un romanzo davvero ben scritto: Laini Taylor dimostra
di essere una scrittrice molto capace sin dalle prime righe, costruendo una
storia ricca di spunti e scritta magnificamente che si dimostra popolata da
personaggi accattivanti e ben costruiti, figure dotate di tridimensionalità che
si muovono in un mondo che richiama i paesaggi mediorientali e li rielabora in
maniera magistrale donandogli un pizzico di magia che rende tutto ancora più
vivido… Ma io non lo reputo un capolavoro perché tra queste pagine mi sono
trovata fin troppe volte a storcere il naso.
I
motivi principali di questa mia opinione positiva assai più contenuta di quella
di tanti colleghi in rete sono fondamentalmente due: il ritmo della narrazione
ed il finale.
Iniziamo dalla conclusione: io non posso accettare un finale del genere non perché sia presente un colpo di
scena con la C maiuscola, ma perché la chiusura del romanzo non è altro che la
chiusura di un capitolo. Mi rendo conto che questa affermazione possa sembrare
delirante (anche perché non posso anticipare nulla) ma sia la forma di questo
finale sia il suo contenuto mi hanno irritata non poco per la scarso potere di
cesura che ha la chiusura di quell’ultimo capitolo; non posso accettarlo un
finale così poco “definitivo”, una chiusura che non solo non mi ha sorpresa
particolarmente, ma che non ha avuto neanche l’effetto di lasciarmi con il
fiato sospeso, dato che a parte l’ultima frase sembra davvero la chiusura di un
qualsiasi capitolo del romanzo e di conseguenza istintivamente il cervello si aspettava un "qualcosa" dopo quella chiusura quando in realtà sapeva perfettamente che no, non c'era altro in quel volume.
Il
secondo motivo che mi spinge ad avere un’opinione meno entusiasta è il ritmo
della narrazione, che soprattutto nella prima parte del romanzo è decisamente
molto blando e poco accattivante, anche se in questo caso la scelta del registro
lessicale dell’autrice supporta il lettore rendendo molto chiaro l’intento
della scrittrice di creare atmosfera e quindi pian piano anche il lettore più
annoiato comprende che quella lentezza è lo scotto da pagare per ottenere
quello che si desidera una volta superato lo scoglio della costruzione di
personaggi e ambientazioni.
In
teoria ci sarebbe anche un terzo aspetto che non ho gradito, ma in quel caso
specifico si tratta di gusto personale: sin dalla prima volta che sono comparsi
ho provato un’istintiva antipatia per un gruppo di personaggi e, nonostante io
abbia oggettivamente apprezzato alcune delle loro caratteristiche, non ero
particolarmente entusiasta di leggere le pagine in cui l’autrice concentra su
di loro la sua attenzione. Non ho detestato a priori questi brani, voglio che
sia chiaro, ma di certo questa poca sintonia ha intaccato il mio indice di
gradimento del romanzo nella sua interezza.
Vi
sconsiglio di leggere Il sognatore?
Assolutamente
no, perché nel panorama della letteratura fantastica per giovani adulti (ma non
solo) questo romanzo è sotto molti punti di vista una boccata d’aria fresca e
questo è un dato di fatto, ma consiglierei a coloro che amano le storie con un
certo ritmo di farlo con maggiore cautela e a tutti gli altri di farlo senza
pregiudizi o aspettative, per poterne scoprire la bellezza senza preconcetti,
evitando così di trovarsi nella posizione di sentirsi quasi in dovere di amare
un romanzo che in realtà rientra semplicemente nella categoria del “mi piace”.
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