La gang dei sogni - Recensione di Mysticmoon


La gang dei sogni – Luca Di Fulvio
Recensione di Mysticmoon 

Titolo: La gang dei sogni
Autore: Luca Di Fulvio
Genere: drammatico
Editore: Mondadori
Pagine: 574
ISBN: 9788804642312

È il 1909 quando da una nave appena attraccata ad Ellis Island scendono la giovanissima Cetta e suo figlio Natale, frutto dello stupro subito dalla ragazza quando viveva con i suoi familiari in Aspromonte; Cetta, come tanti altri, si è imbarcata dall’Italia nella speranza di trovare nel Nuovo Mondo un luogo in cui poter dare una vita migliore per il suo bambino.
Il bambino, subito ribattezzato Christmas, crescerà nel Lower East Side, quartiere della Grande Mela dove la malavita e la prostituzione spesso rappresentano l’unico mezzo di sostentamento per coloro che vi vivono; la vita non è semplice per madre e figlio, ma la fervida immaginazione di Christmas lo aiuterà a trovare il suo posto in un mondo avaro di opportunità.

Potrei iniziare anche questa recensione affermando quanto io adori i romanzi di Luca Di Fulvio, ma non vorrei risultare tediosa quindi mi limiterò ad allegare i reperti A e B, riguardanti rispettivamente La ragazza che toccava il cielo e La figlia della libertà, per farvi comprendere quanto io apprezzi la penna di questo scrittore.
Negli ultimi tre anni mi sono limitata a leggere al massimo un romanzo di Luca Di Fulvio all’anno per non “bruciarmeli” troppo in fretta, quindi per il 2019 avrei dovuto limitarmi alla lettura di La figlia della libertà… Ma chi sono io per dire di no ad un romanzo che programmavo di leggere questa estate sin dallo scorso agosto (sì, io inizio ad agosto a programmare le letture per l’anno successivo)? Ho resistito tenacemente per settimane ma alla fine sono stata costretta a cedere al richiamo di Christmas, finendo intrappolata con tutte le scarpe nella New York degli anni’20 del XX secolo, dominata dal Proibizionismo e dalla malavita organizzata.
La gang dei sogni è un romanzo che cattura il lettore sin dal primo capitolo, quello in cui incontriamo Cetta e scopriamo di quanto amore sia capace la madre pur di salvarla da un destino che ha vissuto sulla sua pelle, un fato dal quale neanche Cetta non potrà sottrarsi e dal quale cercherà di salvare almeno il suo bambino emigrando negli Stati Uniti, terra di promesse che mostrerà subito il suo vero volto alla giovanissima madre ma non riuscirà a farle perdere la speranza di una vita migliore per il suo bambino neanche quando si troverà di fronte ai suoi aspetti peggiori.
Il Lower East Side è un quartiere povero di New York in cui spesso per sopravvivere si è costretti a compiere reati, un ambiente che porta tanti giovani a perdersi ed altrettanti fanno una vita dura e degradante che spegne ogni speranza di riscatto; è in questa sorta di ghetto popolato da immigrati che Cetta cresce Christmas nella speranza che suo figlio non sia costretto a vivere l’esistenza di soprusi simile a quelli che avrebbe subito nel natio Aspromonte, dove sarebbe stato poco più di una bestia da soma marchiata a vita dall’onta delle sue origini.
Uno degli aspetti migliori di questo romanzo è il punto di vista dal quale il lettore può osservare il mondo di Christmas, un ragazzo abituato a vivere in un ambiente in cui l’unica legge davvero in vigore è quella della strada, dove chiudere un occhio o due di fronte ai soprusi è la regola e per riuscire a mangiare si può essere costretti a fare un compromesso con la propria morale; il suo punto di vista ancora privo della rassegnazione che spesso con il tempo riesce ad usurare l’anima trascina il lettore tra questi palazzi degradati, crescendo e vivendo con lui le sue esperienze, vivide e vibranti di quella forza di spirito che permette di vedere il lato migliore delle brutture di quel mondo.
Altro punto di forza di questo romanzo sono certamente i personaggi che lo popolano, descritti come sempre in maniera talmente magistrale da avere l’impressione di poterli toccare durante la lettura e caratterizzati in maniera davvero efficace; mi sono innamorata di loro dal primo all’ultimo e mi è dispiaciuto tanto doverli salutare all’ultima pagina.
La mia opinione su Luca Di Fulvio è quella che ho espresso anche nelle recensioni precedenti: questo autore riesce letteralmente a dare vita a quello che scrive, dalle ambientazioni quasi tangibili fino ai personaggi ricchi di spessore, quindi non posso fare altro che dire “complimenti” ed aspettare il 2020 per leggere un suo nuovo romanzo… O uno di quelli più datati che fanno parte della mia personale scorta.





Nessun commento:

Posta un commento