La
ragazza che toccava il cielo – Luca Di Fulvio
Titolo:
La ragazza che toccava il cielo
Autore:
Luca Di Fulvio
Genere:
romanzo storico
Editore: BUR Rizzoli
Pagine: 797
ISBN: 9788817085106
Roma,
1515
Mercurio
è un ragazzo che non ha idea di chi siano i suoi genitori; abbandonato sulla
ruota di un convento quando era un neonato, il ragazzo ha prima vissuto con i
frati di san Michele e successivamente è finito tra le grinfie di Scavamorto,
un becchino che arrotonda le sue entrate addestrando i suoi giovanissimi
sottoposti a ingannare e derubare il prossimo. Mercurio ormai non è più uno dei
ragazzi di Scavamorto, tuttavia quando vede Benedetta, Zolfo ed Ercole alle
prese con un ricco mercante ebreo, non esita ad aiutarli dietro lauto compenso.
Non immagina minimamente che in quel momento i loro destini si legano
tragicamente a quello dell’uomo, portandoli lontani dalla capitale, in
direzione di Venezia.
Nello
stesso momento il viaggio del sedicente medico Isacco e di sua figlia
adolescente Giuditta è quasi giunto a termine; l’uomo non ha praticamente fatto
parte della vita di sua figlia ma spera che nella città di Venezia potranno
trovare fortuna.
Se
dovessi inserire sull’enciclopedia un’immagine per la voce “autore italiano
sottovalutato” non avrei esitazione a scegliere quella di Luca Di Fulvio,
scrittore italiano che secondo il mio modestissimo parere meriterebbe di finire
in cima alle classifiche dei best seller per ogni sua pubblicazione e restarci
per settimane… come effettivamente accade in altri paesi ma, paradossalmente,
non qui da noi.
La
ragazza che toccava il cielo, edito in Italia da Rizzoli, non è solo la lunga
ed appassionante storia di Mercurio, giovanissimo truffatore dalle origini
ignote che è costretto a fuggire dalla capitale quando, quasi accidentalmente,
compie un gesto che lo porterebbe certamente al patibolo, ma anche quella di
Benedetta, finita tra le grinfie di Scavamorto per sfuggire ad una madre
incapace di amarla, quella di Shimon Baruch, mercante ebreo che per uno scherzo
del destino scopre la sua vera natura nel momento più tragico della sua
esistenza, quella di Giuditta e di suo padre Isacco, due estranei che devono
imparare a conoscersi e amarsi.
Per
me la penna di Luca Di Fulvio è una garanzia e anche in questa occasione non si
è smentito; il suo stile di scrittura molto cinematografico permette al lettore
di immergersi a tal punto nella storia che è praticamente impossibile non veder
scorrere davanti ai propri occhi le immagini di questa storia a tratti
rocambolesca e la caratterizzazione dei personaggi risulta molto curata per
quanto riguarda i diversi personaggi principali e, tratto che personalmente
apprezzo molto, l’autore è stato in grado di dare un certo spessore anche a
quelli di minore importanza o che fanno solo una breve comparsa nel corso della
narrazione, dando loro dignità e permettendo al lettore di trovarsi di fronte
ad una storia in cui si muovono personaggi tutti ugualmente realistici.
Assieme
al suo stile di scrittura molto vivido, apprezzo particolarmente in Luca Di
Fulvio il fatto che le sue storie non siano mai scontate, dettaglio che non
sfugge a chi ha letto molti libri; la storia corre su binari che possono dare
l’impressione di correre in una direzione abbastanza classica e invece la
scelta fatta, per quanto risulti fluida e perfettamente coerente, non è quella
che ci si aspetta. Personalmente ritengo che questa capacità di creare storie
“classiche” ma mai prevedibili sia uno dei maggiori punti di forza di questo
autore e nel romanzo in questione di momenti simili ve ne sono diversi.
Ho
amato particolarmente questo romanzo e mi spiace essere incapace di rendergli
giustizia, ma perlomeno posso consigliarvi di andare a leggerlo senza farvi
intimorire dalla sua mole, anche perché scorre come l’acqua di un ruscello di
montagna e vi assicuro che una volta iniziato è davvero difficile metterlo giù.
Se
amate i romanzi storici questo libro, così come “Il bambino che trovò il sole
di notte” (romanzo dell’autore ambientato nel Medioevo), è la lettura adatta a
voi.
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