Il
principe prigioniero – C.S. Pacat
Recensione
di Mysticmoon
Titolo:
Il principe prigioniero
Autore:
C.S. Pacat
Genere:
storico
Editore: Triskell Edizioni
Pagine: 242
Isbn: 9788893122399
Il
desiderio di vendetta nei confronti del fratello e la sete di potere di Castor,
figlio illegittimo del defunto re di Akielos, lo spingono ad architettare un
piano che renderà la vita di suo fratello Damen un inferno: gli risparmia la
vita ma lo riduce in schiavitù e lo invia alla corte di Vere come schiavo di
piacere per il principe Laurent di Vere, colui che entro un anno dovrebbe
diventare il re e, soprattutto, un giovane che odia con tutto il suo cuore
Akielos ed in particolare il principe Damen, che sei anni prima ha ucciso suo
fratello sul campo di battaglia.
Ben
presto il principe, da sempre un guerriero, dovrà fare i conti con l’ambiente
in cui si trova, una corte dai costumi decadenti in cui ogni perversione è
lecita ed il tradimento è all’ordine del giorno.
Vi
dirò la verità: uno dei libri che più ho amato in vita mia è Il dardo e la rosa
di Jacqueline Carey, romanzo fantasy dalla meravigliosa trama in cui non solo
non mancano scene un po’ piccanti ma hanno una loro importanza ai fini della
storia, quindi, dopo aver letto e sentito davvero molti pareri positivi su
questo libro e sulla trilogia in generale, mi sono decisa a leggere anche io
questo romanzo, il primo di tre, che sembrava poterne essere un erede visti
alcuni aspetti simili.
Sbagliavo.
Voglio
essere chiara: Il principe prigioniero non è un brutto romanzo né nel suo
genere né in generale ma, per quanto mi sia piaciuto leggerlo (e a provarlo c’è
il fatto che appena ho chiuso il libro ho preso in mano il secondo volume per
sapere cosa sarebbe accaduto), personalmente non lo trovo all’altezza della sua
fama.
La
mia opinione generale riguardo a questo libro è che sia carente come singolo
volume ma discretamente intelligente sulla lunga distanza ed il motivo è presto
detto: ti spinge a farti una serie di domande ma non ti fornisce mezza risposta,
quasi come se non fosse un libro autonomo ma semplicemente la parte strappata
di un volume unico.
Cercherò
di spiegare meglio questo concetto. Chiunque abbia familiarità con una serie
(che sia di libri, televisiva o di fumetti poco importa) avrà familiarità con
il concetto di cliffhanger, quel tipico finale che lascia con il fiato sospeso
e la smania di mettere le mani su quello che succederà dopo; nel romanzo Il
principe prigioniero non abbiamo una cesura tanto forte alla fine del romanzo e
il primo capitolo di La mossa del principe sembra davvero “semplicemente” un
altro capitolo dello stesso libro per la fluidità con cui si passa da un volume
all’altro.
A
questo bisogna aggiungere il fatto che l’autrice si prende tempo per
caratterizzarci per bene i protagonisti, Damen e Laurent, tanto che alla fine
del romanzo mi sono resa conto di averli trovati grezzamente accennati e non
particolarmente caratterizzati come alcuni dei personaggi che, suppongo, non si
vedranno per un po’ e che quindi, avendo meno spazio, dovevano essere raffinati
un po’ più in fretta e, per quanto io sia consapevole che la mia opinione quasi
sicuramente muterà già alla fine del secondo romanzo, per il momento mi sono
piaciuti più dei protagonisti stessi, che ho trovato un po’ stereotipati.
Tutto
questo, combinandosi con il fatto che il primo romanzo butti indizi su vari
“misteri” ma non fornisca alcuna risposta, mi ha dato la sensazione di uno di
quei romanzi fatti a pezzi per vendere di più, impressione rafforzata dal fatto
che in effetti la trilogia di Captive Prince è composta da tre romanzi
piuttosto corti.
Venendo
poi all’aspetto più dibattuto di questa serie ossia quello dei contenuti
sessuali che potrebbero infastidire, personalmente questo primo volume non l’ho
trovato né particolarmente scandaloso né così tanto esplicito, fatta eccezione
per una scena; non nego che in questo romanzo siano presenti scene di
prostituzione, di violenza e di tortura, ma lo stile scarno ed essenziale della
narrazione ne limita molto la potenza e la narrazione in terza persona dei
fatti ne smorza ancora di più l’effetto; mi aspettavo davvero molto di peggio.
Devo
ammettere che Il principe prigioniero mi è piaciuto ma mi aspettavo di più
sotto ogni aspetto: quando tirando le somme di una lettura ti rendi conto che
gli intrighi, per quanto ben sviluppati, sono comunque abbastanza basici e la
grande rivelazione finale è quantomeno scontata, sono mancate le scene pesanti
(o magari sono io ad avere lo stomaco rivestito di una moquette a pelo lungo) e
scopri di aver preferito i personaggi secondari ai protagonisti non è un buon
segno, tuttavia sono curiosa di sapere cosa accadrà adesso a Damen e Laurent
quindi andrò certamente avanti, sperando che la serie mi dia quantomeno qualche
risposta.
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