La figlia della libertà - Recensione di Mysticmoon


La figlia della libertà – Luca Di Fulvio
Recensione di Mysticmoon


Titolo: La figlia della libertà
Autore: Luca Di Fulvio
Genere: romanzo storico
Editore: Rizzoli
Pagine: 636
ISBN: 9788817128933

Alcamo, Regno d'Italia 1912
Bottana.
È così che viene chiamata Rosetta dai suoi compaesani, perché nella Sicilia rurale se sei una bella donna che preferisce vivere da sola invece che trovare un marito ed iniziare a mettere al mondo dei figli non puoi essere altro che una puttana.
Palermo, Regno d'Italia 1912
Meccanico.
È questa la professione che vorrebbe svolgere Rocco, un giovane uomo che desidera sottrarsi a un destino di violenza che sembra essere stato già tracciato per lui dal sangue da suo padre, uno spietato uomo d’onore morto per salvare il boss locale sette anni prima.
Soročincy, Impero russo 1912
Leggere.
È questa la capacità che rende tanto diversa la tredicenne Raechel dalle sue coetanee della piccola comunità di ebrei polacchi in cui è nata e cresciuta.
Libertà.
È questo il sogno che accomuna Rosetta, Rocco e Raechel, tre anime che non vogliono essere schiacciate da un mondo che afferma che il loro destino è già stato scritto da qualcun altro.
Sarà proprio il desiderio di libertà a condurli a Buenos Aires, in un mondo nuovo e crudele nel quale i tre, come tanti altri, cercheranno di realizzare i propri sogni.

Come saprete nel caso abbiate letto il post riguardante le nuove uscite di questa settimana, oggi la Rizzoli ha pubblicato il nuovo romanzo di uno dei miei autori preferiti, ossia La figlia della libertà di Luca Di Fulvio; quello che non sapete è che grazie a un’iniziativa della casa editrice ed IBS sono riuscita ad aggiudicarmene una copia in anteprima e che non sono riuscita a staccarmene fino all’ultima pagina perché conquistata da questa storia che per certi aspetti mi ha ricordato La ragazza che toccava il cielo (romanzo dell'autore di cui potrete trovare la recensione qui).
La figlia della libertà è un romanzo meraviglioso e pieno di passione che parla principalmente della speranza; è questa la forza motrice che spinse, e spinge tuttora, uomini e donne ad attraversare il mare alla ricerca di un futuro migliore per loro e per i propri figli in un paese che in realtà è molto diverso da quello che si aspettavano, ed è proprio questa la forza che guida i ventenni siciliani Rosetta e Rocco e la tredicenne polacca Raechel a lottare non solo per sottrarsi al male ma per rendere il loro piccolo mondo un posto migliore.
I tre protagonisti della storia sono giovani alla ricerca di una libertà fino a quel momento a loro negata.
Rosetta è una sopravvissuta: cresciuta in una famiglia in cui di generazione in generazione il marito ha picchiato moglie e prole, alla morte del padre Rosetta ha deciso di spezzare questo circolo vizioso occupandosi della terra della sua famiglia senza l'aiuto di nessuno, una scelta che la porta ad essere additata come poco di buono dai compaesani e presa di mira dal barone della zona, deciso a sottrarle il suo podere per aumentare la sua già spropositata ricchezza.
Al pari di Rosetta, anche Rocco non ha avuto una vita facile; figlio di un uomo d'onore noto a tutti per aver sacrificato la vita per salvare quella del suo padrino, Rocco ha imparato prestissimo cosa significa vivere sotto il tacco di un potente uomo di malavita, una persona che con una parola può decretare vita o morte, fortuna o rovina, sicurezza o pericolo, ma non per questo ha deciso di diventare un ingranaggio di un sistema corrotto che ha cercato tante volte di inglobarlo in nome del sangue che scorre nelle sue vene.
Decisamente più felice ma non più fortunata è stata l'esistenza di Raechel, tredicenne ebrea di una povera ed isolata comunità della Polonia; cresciuta da un padre amorevole che le ha insegnato a leggere e scrivere, attività severamente proibite alle donne, in casa la ragazza subisce i maltrattamenti di una matrigna che vorrebbe costringerla a piegarsi alle rigide e retrograde leggi del villaggio, un sistema che la vorrebbe mansueta e analfabeta invece che ribelle ed istruita.
La partenza di ognuno di loro per il nuovo mondo sarà legata ad un personale trauma e tutti e tre non avranno vita facile in questo mondo tanto giovane quanto crudele, continuando a lottare sia contro i nuovi problemi sia contro quelli che non hanno potuto lasciarsi alle spalle in un crescendo adrenalinico che trascina il lettore di pagina in pagina tra le baracche di una Buenos Aires di inizio secolo sospesa tra lo squallore delle baraccopoli e l'opulenza dei quartieri ricchi, un mondo nuovo che il lettore impara a conoscere e nel quale ben presto può orientarsi grazie alla capacità di Luca Di Fulvio di creare atmosfere talmente vivide da sembrare tangibili.
La figlia della libertà non racconta una storia semplice e non risparmia al lettore dolori, ed è proprio questo a farne uno di quei romanzi che restano tatuati sul cuore, che ci piaccia oppure no, perché parla non solo di quanto vissuto dai nostri familiari all'inizio del secolo scorso ma anche di quanto vivono oggi quei disperati che giungono sulle nostre coste con quanto resta della loro vita.
Fatevi una domanda: i migranti che oggi arrivano in Italia in cerca di una vita migliore, spesso vedendo disattese le proprie speranze, sono davvero tanto diversi dai nostri nonni e bisnonni, partiti per l'America perché non avevano modo di sfamare le proprie famiglie nella loro stessa patria? Cosa hanno di diverso i pregiudizi che si trovano incollati alla pelle queste persone rispetto a quelli che etichettavano gli italiani come "mafiosi"?
Leggete questo libro. Ne varrà la pena.


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