L’enigma
della camera 622 – Joel Dicker
Recensione di Giorgia
Wasp
Titolo:
L’enigma della camera 622
Autore:
Joel Dicker
Traduttrice: Milena Zemira Ciccimarra
Genere: giallo
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 632
Isbn: 9788834602249
Durante il Gran Weekend della banca
Ebezner, al Palace de Verbier verrà commesso un omicidio nella stanza 622.
Quindici anni dopo uno scrittore si ritroverà suo malgrado a dover risolvere
questo enigma.
Sono titubante per natura rispetto ai
romanzi successivi di un autore quando ne ho già adorato uno, come nel caso
di La verità sul caso Harry Quebert (di cui potete trovare la recensione qui).
Beh, devo ammettere che mi sbagliavo,
questo libro è stata un’autentica scoperta.
La narrazione è un continuo
rincorrersi di storie parallele che legano i personaggi; la bravura dell’autore
è il riuscire a immergersi nei vari personaggi in prima persona dando alla
storia la possibilità di evolversi su più livelli di narrazione.
Nonostante ciò
la lettura scorre velocemente immergendo il lettore nelle storie di Lev, Macaire
e Anastasia.
Lev Levovitch dalle umili origini riesce, grazie alla sua
intelligenza, a raggiungere i vertici della banca Ebenzer ma nonostante ciò
perde l’amore della sua vita.
Macaire erede degli Ebenzer è il personaggio che
mi ha intenerito maggiormente, una persona buona che non ha mai dovuto lottare
per ottenere qualcosa ma che decide di rinunciare alla propria carica per amore
per poi far di tutto per riappropriarsi di ciò che gli apparteneva di diritto.
Anastasia, succube della madre e dei suoi progetti per ottenere una posizione
sociale per le figlie, finisce per accontentarsi di un matrimonio comodo.
La parte che ho maggiormente adorato del
romanzo è stato scoprire che lo scrittore, protagonista delle indagini del
libro era proprio Joel Dicker; ho adorato il suo seppur breve ma affascinante
racconto della sua vita e di come, attraverso la conoscenza di Bernard sia
divenuto lo scrittore che è oggi.
Queste piccole rivelazioni sparse per tutto
il romanzo mi hanno entusiasmata e credo che sia riuscito a ringraziare il suo
vecchio editore come solo uno scrittore di successo può fare, rendendolo immortale
in un romanzo.
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