LE NOSTRE SERIE INTERROTTE
- L'ATTRAVERSASPECCHI -
Vuoi perché ci sono degli impegni improrogabili, vuoi per pigrizia, vuoi perché non ho molto da dire perché non posso fare anticipazioni, vuoi perché mi scordo letteralmente di farlo in quanto presa dalla nuova lettura (ed io passo letteralmente da un libro all'altro senza pause, sappiatelo), capita che i libri successivi al primo di una serie finiscano in un angolo ed io non li recensisca.
Proprio per questo motivo ho pensato di creare dei post in cui Giorgia Wasp ed io potremo di quelle serie di cui non vi abbiamo fornito una recensione per ogni volume.
La prima vittima serie da esaminare è L'attraversaspecchi di Christelle Dabos, tetralogia pubblicata in Italia da Edizioni EO tra il 2018 e il 2020.
La serie è composta da:
- Fidanzati dell'inverno
- Gli scomparsi di Chiardiluna
- La memoria di Babel
- Echi in tempesta
Il primo volume di questa serie è stato recensito da Giorgia Wasp (qui) e successivamente anche io ho espresso la mia opinione a riguardo (qui), mentre per il secondo vi abbiamo fornito solo il parere di Giorgia Wasp (qui).
Non abbiamo più pubblicato altre recensioni a riguardo ma la lettura della serie è stata completata sia dalla sottoscritta sia da Giorgia Wasp... Anzi, per dare a Cesare quel che è di Cesare devo ammettere che lei l'ha conclusa prima di me nonostante io abbia acquistato l'ultimo prima di lei.
Un'altra fondamentale differenza tra le nostre opinioni è che lei ha certamente apprezzato il finale della serie più della sottoscritta.
L'Attraversaspecchi è stata una buona occasione sprecata.
Ricordo bene che la cosa che meno mi convinceva in quel romanzo era la relazione tra la protagonista e la sua controparte maschile, un rapporto impari tra un uomo che abbaiava ordini ad una donna con la quale gli era stato imposto di sposarsi pretendendo cieca obbedienza da parte sua senza condividere un minimo di informazioni a riguardo ed una ragazza che, comprensibilmente, cerca di farsi un'idea della situazione in cui è finita con i mezzi in suo possesso, finendo immancabilmente per disobbedire a questi ordini calati dall'alto senza pensare per un secondo che MAGARI erano parole spese per il suo bene (perché sì, è lecito che lei non seguisse le indicazioni date da questa persona che in fondo era uno sconosciuto, ma in alcuni c'era un fondo di indiscutibile logica); non riuscivo proprio a capire come tante persone potessero vedere qualcosa di romantico tra questi due personaggi!
Per la sottoscritta Gli scomparsi di Chiardiluna è a mani basse il volume migliore della serie.
Questo romanzo ha una trama avvincente, un ritmo ben calibrato (altro tasto dolente di quel primo romanzo, che da quel punto di vista ho trovato davvero molto discontinuo) e soprattutto ho trovato che in questo secondo volume i personaggi fossero più solidi, con una caratterizzazione più marcata ed interazioni più verosimili e "sane".
Insomma, quel romanzo aveva tutto quello che cercavo e non vedevo l'ora di leggere il terzo perché una volta chiuso quel volume finalmente avevo delle aspettative abbastanza alte riguardo al terzo volume.
Non sarò così cattiva da incriminare questi romanzi di essere uno spreco di alberi, ma ciò non cambia il fatto che si tratti di libri piuttosto brutti rispetto ai primi due volumi della serie.
Con l'ampliamento del mondo e del numero di personaggi con un ruolo importante nella narrazione la Dabos ha cercato di rendere più complessa la sua storia, obiettivo che per quanto mi riguarda ho trovato centrato in pieno, ma non è stata in grado di gestirla perché la storia, che nel terzo si era fatta noiosa, nel quarto è diventata noiosa E confusa.
Sarò schietta: secondo me l'autrice si è complicata eccessivamente la vita cercando di strafare e la serie si è afflosciata come un soufflé riuscito male.
Mi rendo conto che sia brutto dirlo, ma la mia opinione è che la Dabos abbia fatto la fine di Icaro: ha puntato troppo in alto, non aveva i mezzi per volare ad una simile altezza e per questo si è schiantata al suolo.
Sia chiaro, né La memoria di Babel né Echi in tempesta sono davvero dei libri brutti, ma non reggono il confronto con i primi due volumi della tetralogia, che risultano migliori soprattutto dal punto di vista del ritmo, per quanto riguarda il terzo volume (il primo è "a singhiozzo" mentre il terzo sembra avere una palla al piede come i carcerati delle vecchie serie tv), e della struttura, per quanto riguarda il quarto.
All'ultimo volume in particolare devo imputare anche un altro problema: quello di aver buttato via buona parte dei personaggi.
Non posso fare spoiler ma vi assicuro che arrivata alla conclusione mi sono domandata perché abbia fatto certe scelte, aprendo delle sottotrame che si rivelano inutili ed in alcuni casi non hanno neanche una chiusura (che sia un modo per lasciarsi la possibilità di tornare in questo mondo tra qualche anno?), lasciando il lettore insoddisfatto perché ha aperto il libro con un mucchio di domande ed aspettative e l'ha chiuso con solo qualche risposta e, nel mio caso, un vagone di delusione perché tutto è stato buttato in caciara, quasi senza logica e certamente sprecando diverse occasioni per stupire il lettore.
E non parliamo di Thorne, il quale secondo me in quell'evento specifico avvenuto in chiusura del secondo romanzo ha subito una parziale lobotomia non solo dimenticandosi della sua evoluzione ma pure di una buona dose della sua caratterizzazione.
In sintesi:
L'attraversaspecchi parte bene ma finisce in maniera mediocre,
diventando mano a mano una serie confusa e schizofrenica,
sprecando personaggi su personaggi
e chiudendosi in maniera decisamente insoddisfacente.
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