Botta e Risposta # 5
Fidanzati dell'inverno di Mysticmoon
Dato
che potrebbe capitare (come in questo caso) di leggere lo stesso libro, abbiamo
deciso di inaugurare una nuova rubrica a cadenza casuale in cui viene data la
possibilità di commentare sia il libro
letto in precedenza da un'altra blogger che la recensione da lei fatta… (vi
lascio immaginare i diverbi che ci saranno)
Oggi
vorrei parlarvi di Fidanzati dell'inverno di Christelle Dabos, recensito qualche mese fa dalla nostra Giorgia Wasp. (CLICCA QUI)
Come ampiamente esposto da Giorgia Wasp Fidanzati dell'inverno, primo volume della tetralogia L'attraversaspecchi di Christelle Dabos, è davvero un bel libro... Ma tra me e questo romanzo non è scoccata la stessa scintilla di amore incondizionato per due semplici motivi.
Il primo riguarda il ritmo iniziale della narrazione.
Il primo riguarda il ritmo iniziale della narrazione.
Senza ombra di dubbio da un determinato momento in poi il libro ha un buon ritmo ed è comprensibile che nei primi capitoli l'autrice si sia presa del tempo per presentare Anima, l'arca di provenienza di Ofelia (che, per la cronaca, ho immaginato tutto il tempo con i colori e i tratti tipici dello studio Ghibli, che adoro!)... Ma non è stato facilissimo supera quel primo centinaio di pagine piuttosto sonnacchiose.
Fortunatamente, superato questo scoglio, la storia procede spedita... Peccato che sia proprio allora che ho notato la seconda e più importante magagna del libro: Thorne, l'archetipo dell'uomo freddo e misurato che controlla la situazione a distanza e si aspetta che tutti gli obbediscano senza fiatare.
Sia chiaro, a me Thorne non è dispiaciuto come personaggio e in base a quanto viene scritto si capiscono alla perfezione i motivi per cui agisce in questo modo, ma ciò non cambia il fatto che il suo rapporto con Ofelia andrebbe rivisto.
Fortunatamente, superato questo scoglio, la storia procede spedita... Peccato che sia proprio allora che ho notato la seconda e più importante magagna del libro: Thorne, l'archetipo dell'uomo freddo e misurato che controlla la situazione a distanza e si aspetta che tutti gli obbediscano senza fiatare.
Sia chiaro, a me Thorne non è dispiaciuto come personaggio e in base a quanto viene scritto si capiscono alla perfezione i motivi per cui agisce in questo modo, ma ciò non cambia il fatto che il suo rapporto con Ofelia andrebbe rivisto.
Senza scendere eccessivamente nei dettagli, Thorne trascina Ofelia e la zia che deve farle da chaperon fino al matrimonio sulla sua arca, Polo, per poi abbandonarle in casa di una parente e si aspetta che Ofelia obbedisca senza fiatare ad ogni suo lontano latrato fornendole informazioni brevi e lacunose, senza rispondere a nessuna delle sue domande e contando sul fatto che lei debba fidarsi ciecamente di quanto detto.
Se tra loro ci fosse un qualche elemento atto a giustificare il perché lei dovrebbe avere fiducia in lui capirei... Ma i due sono praticamente degli estranei e Ofelia si trova in un ambiente nuovo e pericoloso che per la sua incolumità dovrebbe imparare a conoscere, quindi mi pare normale che, visto che nessuno le spiega come stanno esattamente le cose, questa povera ragazza cerchi da sola le informazioni di cui ha bisogno, a volte disubbidendo: si chiama istinto di sopravvivenza e lo capisco persino io che, come Thorne, ho una certa necessità di avere il controllo di ogni situazione!
D'altra parte ho apprezzato molto il modo in cui la Dabos ha gestito tutto il resto, dalla caratterizzazione del mondo in cui vivono i personaggi all'evoluzione del rapporto tra Ofelia e Thorne, quindi sono molto soddisfatta... ma non è amore folle e incondizionato, almeno per quanto riguarda questo volume.
Scoccherà la scintilla con Gli scomparsi di Chiardiluna?
Lo sapremo solo leggendo.
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