Sono
stato l'assistente del dottor Mengele – Miklos Nyiszli
Recensione di Mysticmoon
Titolo:
Sono stato l'assistente del dottor Mengele
Autore:
Miklos Nyiszli
Genere:
autobiografico
Editore: DeltaEdit
Pagine: 192
ISBN: 9788890267949
Nel
maggio 1944 il medico ebreo ungherese Miklos Nyiszli e la sua famiglia arrivano
nel campo di concentramento di Auschwitz e vengono selezionati come persone
abili al lavoro e durante una selezione successiva il dottor Nyiszli viene
scelto dal dottor Mengele in persona per lavorare alle sue dipendenze.
Dimostrate
le sue capacità di medico legale, l’uomo entra a far parte del Sonderkommando,
il gruppo di ebrei destinati a lavorare nei crematori, dove vedrà con i suoi
occhi alcuni dei più atroci orrori mai compiuti dal genere umano.
La foto utilizzata
ritrae un’edizione degli anni‘80 di questo libro, che nel corso degli anni è
stato pubblicato con i titoli di Medico ad Auschwitz. Memorie di un deportato
assistente del dottor Mengele, Un medico a Auschwitz, Sopravvissuto a Mengele e
Sono stato l'assistente del dottor Mengele. Per facilitare la ricerca a chi
volesse procurarsi il volume, ho voluto utilizzare quest’ultimo titolo perché
corrisponde a quello dell’ultima edizione italiana.
Coloro
che sono nati negli ultimi decenni del XX secolo sanno quali orrori siano stati
perpetrati durante la seconda guerra mondiale grazie alla testimonianza di
nonni e bisnonni che hanno vissuto quei conflitti sulla loro pelle, ma con il
passare degli anni i testimoni di quegli anni sono sempre di meno e per
trasmettere alle nuove generazioni il messaggio che un simile dramma non deve ripetersi adesso più che mai
dobbiamo affidarci alle testimonianze contenute nelle fotografie, nei libri e
nei prodotti audiovisivi.
Sono
stato l’assistente del dottor Mengele non è un libro di grandi dimensioni e lo
stile di scrittura del dottor Nyiszli non sarà ricercato, ma vi assicuro che è
un vero pugno allo stomaco proprio perché in quelle poche pagine vengono
descritti senza tanti giri di parole l’iter seguito nelle cosiddette “docce”,
dove queste persone venivano spogliate di ogni dignità e uccise per asfissia
usando pastiglie di cianuro di sodio combinate con acido solforico, e gli
aberranti esperimenti di pseudoscienza del dottor Josef Mengele, il medico più
importante del campo di concentramento, che in nome della ricerca per
migliorare la razza ariana faceva uccidere senza pietà le sue cavie per poterne
studiare le caratteristiche che sarebbero potute essere utili al Terzo Reich.
In
queste duecento pagine scarse non è contenuta solo la testimonianza del punto a
cui può arrivare a spingersi la crudeltà umana se alimentata da un’ideologia
malata, ma anche della scelta di un uomo che per sopravvivere ha dovuto
obbedire ad ordini atroci, un marito e padre come tanti altri che scelsero di
collaborare con i nazisti pur di essere una piccola goccia in un oceano di
abbruttimento umano. Perché chi faceva parte del Sonderkommando aveva sì dei
vantaggi che potevano cercare di condividere con gli altri prigionieri, ma
anche una data di scadenza superata la quale si finiva negli stessi forni in
cui fino a poche ore prima avevano gettato i loro cari.
Non
posso negare che Sono stato l’assistente del dottor Mengele sia un libro adatto
solo a coloro che non hanno paura di guardare in faccia l’atroce sistematicità
con cui alcuni esponenti del partito nazista davano la morte a migliaia di
persone al giorno, ma non posso negare che vorrei che tutti ne conoscano il
contenuto perché è necessario conoscere gli errori del passato per non
ripeterli.
Interessante la recensione, particolarmente la raccomandazione finale; peccato, però, che non si menzioni il nome del traduttore (le cui parole consentono al lettore italiano di conoscere il contenuto del libro) e non si inserisca anche la copertina dell'edizione considerata.
RispondiEliminaGrazie per il commento.
EliminaRiguardo alla scelta della copertina la risposta è assai semplice: quando possibile cerchiamo di inserire nelle recensioni una foto scattata da noi del romanzo in questione, per questo vi è discrepanza tra l'immagine, che ritrae la copia in mio possesso, e le informazioni fornite, che riguardano l'ultima edizione italiana.
Riguardo alla traduzione ha ragione lei e la ringiazio per averlo messo in evidenza: nelle nostre schede non abbiamo mai inserito il nome dei traduttori dei romanzi recensiti, mancando loro di rispetto. Cercheremo di non peccare più di ingenuità a partire da questo momento: l'edizione Sugarco datata 1985 in mio possesso è stata tradotta da Maria Jatosti dal testo francese di Tibère Kremer mentre quella dell'edizione italiana attualmente in commercio, edita della casa editrice DeltaEdit, è di Augusto Fonseca.
Grato per quanto scritto in risposta, Le propongo di accettare in omaggio l'edizione da me curata presso DeltaEdit. Naturalmente, avrò bisogno di un recapito postale. Intanto, su di me (recapiti compresi): www.memento2012.com
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