La
principessa indiana – Indu Sundaresan
Recensione
di Mysticmoon
Titolo:
La principessa indiana
Autore:
Indu Sundaresan
Genere:
storico
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 372
ISBN: 9788860617347
India,
1631
La
serenità della corte viene scossa dalla morte di Mumtaz Mahal, la moglie
prediletta dell’imperatore Shah Jahan, che perde la vita mettendo al mondo la
principessa Gohahara: i figli della coppia sono sconvolti dall’accaduto ma
quello che più soffre per la dipartita della donna è proprio l’imperatore, che
sembra sul punto di seguirla nella tomba lasciando il regno nelle mani di suo
figlio Dara, ancora adolescente.
Sarà
proprio in questa tragica circostanza che emergerà la figura di Jahanara, la
diciassettenne primogenita della coppia, che con pugno fermo prenderà il
controllo dell’harem paterno e diverrà la più fidata consigliera
dell’imperatore, una scelta che segnerà per sempre la sua vita.
La
principessa indiana, romanzo dell’autrice indiana Indu Sundaresan è uno di quei
bei romanzi che, nonostante siano ben scritti e siano ricchi di pregi, lasciano
con l’amaro in bocca per un concatenarsi di piccoli difetti che vanno man mano
a sommarsi fino a diventare un vero e proprio problema.
In
questo caso specifico ciò che mi ha reso meno piacevole la lettura è stata la
mancanza di una direzione chiara; se da una parte la vaghezza d’intenti che
regna in questo romanzo è giustificata dal fatto che, seguendo la vita di una
donna realmente esistita aveva la necessità di seguire un percorso rigido fatto
di una serie di tappe prestabilite, dall’altra è la stessa narrazione a non
dare un’idea specifica del traguardo finale da raggiungere… e la combinazione
titolo-sinossi italiana non aiutano di certo.
Inizio
subito comunicandovi che si tratta del terzo capitolo di una trilogia che può
essere letto tranquillamente come stand alone (pensate che io non sospettavo
fosse parte di una serie fino a quando, più o meno a metà romanzo, non ho
consultato Goodreads) e che il titolo originale del romanzo è Shadow Princess,
che personalmente trovo essere un titolo abbastanza fuorviante per un
semplicissimo motivo: non solo il romanzo concentra la sua attenzione
principalmente su Jahanara, la principessa primogenita, ma l’altra principessa
a cui si riferisce il titolo, ossia la sorella minore Roshanara, da un certo
punto in poi del romanzo svanisce e verrà solo nominata.
Altra
magagna, ma questa volta tutta italiana, è la sinossi del romanzo, che se da un
lato non è assolutamente menzognera, dall’altra lascia intendere una storia
incentrata su un certo aspetto della vita di questa principessa quando invece
la storia è più una narrazione a tutto tondo dell’esistenza di questa donna che
una vicenda in cui viene messo l’accento su un determinato aspetto della sua
esistenza.
Come
spero sarete riusciti a intuire, il combinarsi di questi aspetti mi ha portata
ad immaginare un tipo di storia e quindi ad avere un certo tipo di aspettative
che per forza di cose sono state disattese e hanno portato ad una storia di un
tenore più pesante rispetto a quello che mi aspettavo e, soprattutto, di cui
avevo bisogno.
Per
fortuna “La principessa indiana” si è rivelato un romanzo qualitativamente
superiore alle mie aspettative per un particolare aspetto, ossia quello che
concerne l’aspetto puramente storico.
Tra
le pagine di questo romanzo viene narrata la storia della dinastia moghul da un
periodo precedente a quello dell’inizio del romanzo, fornendo molti nomi
dell’infinita genealogia della famiglia imperiale e non solo nei secoli XVI e
XVII, mostrando quali intrecci hanno portato alla creazione delle alleanze e
delle parentele che hanno permesso a Shah Jahan di salire sul trono, il tutto
inframezzato da capitoli riguardanti l’opera architettonica che ha reso
immortale l’amata moglie di quest’uomo, e di conseguenza anche lui e alle opere
commissionate da chi l’ha preceduto e al quale si è ispirato; perché i resti di
Shah Jahan e di sua moglie Mumtaz Mahal sono custoditi nella costruzione di
marmo bianco che questi commissionò poco dopo la sua dipartita, una tomba splendente
sulle rive del fiume Yamuna che oggi attira milioni di turisti da tutto il
mondo, ossia il Taj Mahal.
La
buona caratterizzazione dei personaggi, assieme alle digressioni storiche e le
magnifiche descrizioni, è riuscita a farmi apprezzare maggiormente questo
romanzo la cui trama non mi ha convinta pienamente; essendo la protagonista è
ovvio che il personaggio più sfaccettato sia quello di Jahanara, ma l’autrice
non dimentica coloro che la circondano come la sorella Roshanara ed il fratello
Aurangzeb, dipinto in maniera davvero magistrale nei suoi intimi contrasti.
Per
concludere vi consiglio la lettura di questo romanzo solo se siete davvero
motivati perché, per quanto non sia una lettura pesante nei temi, non è un
romanzo leggero per via delle succitate digressioni storiche e architettoniche,
che a volte possono annoiare.
Nessun commento:
Posta un commento