Mia sorella è una serial killer - Recensione di Mysticmoon

  Mia sorella è una serial killer

- Oyinkan Braithwaite -

Recensione di Mysticmoon



Titolo: Mia sorella è una serial killer
Autore: Oyinkan Braithwaite
Traduttore: Elena Malanga
Genere: thriller
Editore:  La nave di Teseo
Pagine: 232
Isbn: 9788834600467

Uno dei libri di prossima pubblicazione che più avevano attirato la mia attenzione la scorsa primavera era proprio Mia sorella è una serial killer di Oyinkan Braithwaite, romanzo in cui veniva narrata la storia di Korede e di sua sorella Ayoola, la quale ha ucciso ben tre dei suoi partner in circostanze decisamente sospette e che un giorno inizia ad uscire con Tade Otumu, l'uomo di cui Korede è innamorata.
 
Come scrissi nel post sulle uscite di luglio, questo libro mi attirava particolarmente per via del tema trattato, ossia dell'esplorazione del rapporto tra sorelle in circostanze limite come quello della complicità in atti illeciti.
In seconda battuta, sarò sincera, desideravo leggere questo libro perché non ho mai letto nulla scritto da un autore nigeriano ed ero curiosa di vedere la rappresentazione di questa città attraverso gli occhi di chi ha nel cuore questo paese, magari scoprendo cose che non conoscevo.
Sono felice di poter affermare che questo romanzo mi ha dato quello che desideravo.
 
Mia sorella è una serial killer è un romanzo breve ed incisivo in cui vestiamo i panni di Korede, infermiera di un ospedale di Lagos, nosocomio in cui lavora, tra gli altri, il dottor Tade Otumu, l'uomo del quale Korede è segretamente innamorata.
Oltre ad essere una brava infermiera ed una gran lavoratrice, quello che caratterizza Korede è essere la sorella maggiore di Ayoola.
Uno dei cardini attorno a cui ruota il romanzo è proprio il legame tra Korede e Ayoola, un vincolo che dimostra sin dalle prime pagine la sua caratteristica principale: è a senso unico.
Sin dal principio traspare una certa disparità nell'importanza che riveste il ruolo della sorella nella vita dell'altra: se Korede è quella che corre immediatamente ad aiutare la sorella a pulire la scena del suo ennesimo delitto per legittima difesa, Ayoola è quella che dopo aver accoltellato un uomo lascia che sia la sorella ad ideare e attuare il piano per liberarsi di lui, quasi come se la faccenda non la riguardasse minimamente.
Questo rapporto malato è certamente l'aspetto più interessante del romanzo.
Abituata ad essere responsabile sin dalla tenera età in virtù del suo ruolo di sorella maggiore e gravata dal peso di una tragedia avvenuta molti anni prima, Korede è stata costretta a maturare presto e a lottare per farsi strada nel mondo, divenendo fin troppo rigida; di contro Ayoola continua ad vista soprattutto dalla madre come una ragazzina che deve essere protetta ed aiutata in tutto, una visione che lei sfrutta a suo vantaggio lasciandosi viziare e mantenendo alcuni atteggiamenti tipici dell'adolescenza senza che nessuno le rinfacci questa sua apparente immaturità.
Ciò che rende squilibrato in una direzione il loro rapporto sororale è il senso del dover proteggere la sorella minore che Korede sente tanto forte.
Per quanto spesso e volentieri nel corso del romanzo sia palese che la sorella maggiore sia praticamente l'unica a non farsi ammaliare dal fascino di Ayoola, consapevole della sua capacità di manovrare a suo piacere coloro che la circondano, Korede non riesce a distaccarsi abbastanza dalla sorella perché nonostante tutto è sua sorella e la ama, un sentimento che Ayoola non sembra mai ricambiare a pieno in quanto emotivamente ancora ferma all'adolescenza, un'età in cui si pensa di essere il centro dell'universo attorno a cui gli altri ruotano... E per certi versi è anche piuttosto naturale che lo pensi dato che questa giovane donna vive in una realtà in cui tra le mura domestiche viene trattata con il massimo del riguardo dalla madre, all'esterno la sua bellezza le permette di conquistare qualsiasi uomo voglia e in caso di qualsiasi problema ha una sorella disposta a fare qualsiasi cosa per lei.

La storia narrata è letteralmente una full immersion in questo rapporto e forse è proprio per questo suo focalizzarsi esclusivamente sui rapporti interpersonali che si perde un po' in ambientazioni. Per quanto nel romanzo siano presenti diversi rimandi ad alimenti ed indumenti tipici dell'Africa, il mondo in cui si muovono queste donne resta sullo sfondo, non a fuoco, tanto che potrebbe essere una qualsiasi città del mondo se non ricordo se venga mai detto esplicitamente che si tratta di Lagos.
Per quanto mi riguarda non ho sentito una grande mancanza di un contesto più marcato o di sfondi più delineati perché ciò che mi interessava era già tutto nella testa di Korede, proprio come probabilmente era intenzione dell'autrice. Mi è bastato questo per farmelo amare e consigliare.




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