SPECIALE FESTA DELLA DONNA
Consigli
di Mysticmoon
Di solito il giovedì
portiamo alla vostra attenzione qualche nuova uscita (ok, è successo solo nelle
ultime due settimane ma continueremo a farlo quindi datecelo per buono), ma
questa settimana abbiamo pensato a qualcosa di diverso e più in tema con la
giornata odierna, l’8 marzo, ossia la festa della donna,
quindi oggi vogliamo portare alla vostra attenzione qualche libro che
riguardano questo mondo e vogliamo farlo concentrando la nostra attenzione sulle
lettrici più giovani, quelle donne che stanno sbocciando in questo momento,
segnalando dei libri che sono più abbordabili per un pubblico giovane ma potranno far riflettere anche chi
non è più giovanissimo.
Iniziamo il nostro
viaggio tra le pagine con quello che è a tutti gli effetti un classico del
genere nonostante sia un libro pubblicato per la prima volta appena una
trentina di anni fa e che oggi è tornato alla ribalta grazie ad una serie
televisiva, ossia Il Racconto dell’Ancelle (in
originale The Handmaid’s Tale) di
Margareth Atwood, libro pubblicato per la prima volta nel 1985 e ristampato
l’anno passato in Italia dalla casa editrice Ponte Alle Grazie.
In
un mondo ormai avvelenato dalle armi nucleari i vari stati del mondo decidono
di isolarsi, lasciando che ognuno risolva in autonomia i propri problemi
interni. E’ proprio grazie a questa situazione che un golpe rovescia la
democrazia statunitense ed al potere si insedia un regime totalitario
teocratico, la Repubblica di Gaalad, che non solo rende illegale qualsiasi
altra confessione religiosa ma vieta la lettura, gettando così la popolazione
nell’ignoranza più totale riguardo al passato, e rende le donne dei semplici
mezzi di riproduzione, portando di fatto all’eliminazione di quelle che non possono
mettere al mondo dei figli. E’ in questo mondo che vive Difred, una ragazza
parte della categoria delle Ancelle ossia quelle donne che vengono assegnate a
un uomo (Difred ossia “di Fred”) che ha la sfortuna di essere sposato con una
donna sterile e con la quale questi dovrà mettere al mondo dei bambini, un
destino al quale questa donna è costretta a piegarsi nonostante lei abbia dei
ricordi di come era la vita prima del golpe che ha eliminato ogni diritto delle
donne.
Un tema molto simile è quello trattato da un’autrice purtroppo ancora abbastanza sconosciuta in Italia ma che ha esordito nel nostro paese lo scorso anno con uno dei libri più belli e allo stesso tempo agghiaccianti che io abbia mai letto, ossia Solo per Sempre Tua dell’irlandese Louise O’Neill, edito in italiano da Hotspot.
In
un futuro non troppo distante l’umanità è stata decimata a causa dell’abuso di
particolari sostanze chimiche che ha reso incapaci le donne di mettere al mondo
delle figlie femmine e costretto gli scienziati a produrre esseri umani di
sesso femminile in laboratorio. Queste bambine nate orfane, definite eva,
vengono educate all’interno di istituti in cui viene insegnato loro che il fine
ultimo della loro esistenza è quello di essere carine e ubbidienti perché questo
permetterà loro, un giorno, di avere la possibilità di diventare Compagne,
ossia sposarsi con uno degli Eredi e diventare madri, oppure essere assegnate a
uno di loro in qualità di Concubina, ossia una donna che soddisfi ogni loro
desiderio. Quelle che non saranno selezionate diventeranno delle Caste, ossia
verranno assegnate all’educazione delle eva fino al giorno della loro morte. La
protagonista di questa storia è freida, una eva in procinto di iniziare il suo
ultimo anno all’interno dell’istituto, quello alla fine del quale verrà deciso
quale sarà il suo destino e quello delle sue compagne.
Ciò
che rende questo libro particolarmente spaventoso è che le dinamiche descritte
all’interno dell’istituto in cui vive freida, la nostra protagonista, sono
quelle che possiamo ritrovare in un qualsiasi liceo contemporaneo: queste
adolescenti si scattano selfie come ogni ragazza dei giorni nostri, le
cattiverie che queste eva si fanno tra loro pur di conquistare un Erede sono
quegli sgambetti che qualsiasi diciassettenne potrebbe fare ad una compagna di
scuola pur di rubarle il ragazzo, freida e le sue compagne hanno le stesse
insicurezze di una qualsiasi liceale, gli stessi timori e le stesse reazioni di
un’adolescente del 2018, così come gli atti di bullismo sono i medesimi, pur
vivendo in un mondo in cui le donne sono talmente insignificanti da non
meritare neanche un nome che inizi con la lettera maiuscola. In questo romanzo
autoconclusivo l’autrice denuncia senza tanta sottigliezza la società fatta di
sola apparenza in cui viviamo e punta lo sguardo sull’universo femminile,
quello che più viene danneggiato da una cultura dell’immagine che spinge le
donne a puntare alla perfezione fisica a discapito di quella intellettuale, che
costringe non solo le ragazzine ad avvicinarsi ad un ideale di bellezza che
spesso non è neanche realistico e le porta a danneggiarsi con le proprie mani,
soprattutto in questa era in cui i social network stanno rapidamente invadendo
ogni spazio della nostra esistenza.
Colgo l’occasione per segnalare che prossimamente dovrebbe arrivare in Italia anche Asking for It, libro con cui l’autrice si è aggiudicata il premio di libro dell’anno agli Irish Book Award. In questo romanzo viene narrata la storia della diciottenne Emma O’Donovan, una ragazza molto popolare a scuola che una sera d’estate partecipa ad una festa e la mattina dopo si sveglia sul portico di casa sua senza sapere esattamente come ci sia arrivata e cosa è accaduto la sera prima, una drammatica verità che scoprirà attraverso gli scatti molto dettagliati di quanto accaduto. Sconvolta per l’accaduto, Emma punta il dito è il tipico ragazzo della porta accanto, quello che mai commetterebbe l’atrocità di cui lo accusa la ragazza e per questo Emma, la vittima, viene dipinta come il carnefice di questa vicenda e diventa una reietta tra le stesse persone che fino a pochi giorni prima pendevano dalle sue labbra. Un libro che racconta con forza e chiarezza quanto sia dannosa la cultura dello stupro, quella terrificante realtà con la quale una donna che dichiara di essere stata vittima di stupro spesso si trova ad avere a che fare quando al carnefice vengono riconosciute attenuanti come il non aver compreso abbastanza bene la situazione mentre la donna diventa quella che non è stata abbastanza chiara, che non ha detto il suo no abbastanza in fretta, che accusa la persona con cui ha avuto un rapporto sessuale per un qualche motivo o che magari denuncia solo perché vuole attirare l’attenzione su di sé.
Restando in tema cultura dello stupro, il prossimo libro di cui trattiamo oggi è un ritorno sul nostro blog (e non finisce qui, sappiatelo). Il titolo in questione è Nowhere Girls di Amy Reed, edito da Piemme lo scorso 27 febbraio e anche questo destinato prevalentemente a un pubblico di adolescenti.
Grace
Salter si è appena trasferita a Prescott, Oregon, dopo che sua madre è stata
cacciata dalla chiesa di cui era responsabile da diversi anni per aver compiuto
un gesto inammissibile sia per i suoi diretti superiori sia per la sua comunità
religiosa. E’ nella sua nuova stanza che Grace trova incisa nel muro la
richiesta d’aiuto di quella che scoprirà essere una ragazza come lei, Lucy
Moynihan, che l’anno precedente si era ubriacata ad una festa ed era stata
violentata da tre degli studenti più popolari del suo liceo, ragazzi che non
solo sono rimasti impuniti ma che hanno fatto di questa violenza un vanto.
Assieme alle sue nuove amiche Rosina Suaerez, una ragazza di origini messicane
che nel tempo libero si fa in quattro per badare alla nonna con la demenza
senile e un’orda di cugini, lavorare al ristorante di famiglia e dedicarsi alla
sua musica, e Erin DeLillo, una ragazza androgina affetta da sindrome di
Asperger con una passione smodata per Star Trek the Next Generation e la
biologia marina, Grace crea le Nowhere Girls, un gruppo di ascolto fatto da
ragazze per le ragazze, il cui scopo è quello di mettere fine agli abusi
perpetrati dai colpevoli dello stupro di Lucy e, in generale, al maschilismo
che regna non solo nel liceo ma in tutta la loro cittadina di meno di ventimila
anime.
Così come tra le pagine
di Louise O’Neill, ogni ragazza si potrà riconoscere in quelle di questo
romanzo di Amy Reed, una storia che stigmatizza la cultura dello stupro in un
ambiente ostile, un luogo che riesce a far tremare il lettore perché, se da un
lato l’aria che si respira a Prescott personalmente mi sia sembrata davvero
troppo pesante per essere completamente verosimile, d’altro canto non solo non
è per nulla improbabile che quanto accaduto in questa cittadina possa accadere
altrove, e i fatti di cronaca che ogni giorno vediamo al telegiornale ne sono
un esempio. Tra l’altro nei ringraziamenti l’autrice mette in chiaro che alcuni
dettagli del libro sono ispirati a fatti realmente accaduti in una cittadina
che conosceva bene, ennesima prova che in questo pazzo, pazzo mondo può
accadere di tutto e non esiste un luogo in cui fatti simili non possono
accadere.
Il prossimo 13 marzo nelle librerie italiane è in arrivo grazie alla casa editrice Mondadori Girl Power la Rivoluzione Comincia a Scuola di Jennifer Mathieu, autrice statunitense già edita in Italia con il suo Tutta la Verità su Alice, un libro che focalizzava la sua attenzione su Alice, una ragazza considerata da tutta la scuola una poco di buono e per questo emarginata e maltrattata, attraverso le parole di cinque coetanei, un metodo piuttosto efficace per rappresentare la mancanza di voce di questa adolescente come tante altre. Come nel suo precedente romanzo l’autrice in Moxie (titolo originale di Girl Power) punta tutto sulla potenza della parola comune, ma in questo caso si tratta di una forza positiva perché quella che pian piano prende il sopravvento in questo liceo è la voce comune delle ragazze veicolata da Vivian Carter, una ragazza del Texas che per reagire al maschilismo imperante nella sua scuola, che costringe le ragazze a seguire le regole mentre i maschi ne sono al di sopra, si ispira alla figura di sua madre, una vera ribelle anni’90 per creare la rivista amatoriale GRRRinta! In cui dare spazio alla voce di ogni studentessa, trovando supporto in persone che non si aspettava potessero essere così simili a lei. Simile a Nowhere Girls nei temi e edito sia in patria sia da noi nel medesimo periodo, questo romanzo promette di essere una piacevole lettura per tutte quelle ragazze che cercano tra le pagine un messaggio importante, quello che un fronte compatto è più efficace di un diviso e al tempo stesso che per essere davvero forti devono guardare all’interno di sé e lottare per quello che desiderano, perché essere donne non deve essere un limite ai propri sogni e con la determinazione si possono raggiungere i propri obiettivi.
Stesso messaggio, ma indirizzato a un pubblico decisamente più giovane, è la serie di due libri Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavallo, edito anche questo per Mondadori. Questi libri sono ciò che si può intuire dal titolo, ossia delle raccolte di brevissime storie, ma la loro particolarità è il contenuto: quelle narrate non sono fiabe ma le brevi biografie di donne che in un modo o nell’altro hanno lasciato il segno nel mondo, anche a costo di mandare in frantumi la propria esistenza pur di raggiungere i propri obiettivi. All’interno di questi libri, un prodotto di qualità che è stato un successo anche all’estero, troviamo sia storie di famosissime donne vissute secoli fa come la regina egizia Nefertiti,
Per concludere questa carrellata di libri a tema femminile, vorrei citare un libro un po’ più impegnativo come incentivo a far entrare nelle aule scolastiche anche il solo nome di un’autrice italiana che fin troppo spesso viene dimenticata o messa da parte per via del suo vissuto. Sto parlando di Sibilla Aleramo, una donna che si è raccontata attraverso diversi libri tra romanzi e carteggi, oltre ad essere stata un manifesto vivente del femminismo e della libertà di scelta nell’Italia del secolo scorso. Una Donna, pubblicato nel 1906, narra sotto forma di romanzo i primi anni della vita della scrittrice, quelli in cui prima dovette assistere al declino psichico di sua madre e poi, rimasta incinta dopo una violenza sessuale subita quando aveva solo quindici anni, venne costretta a un matrimonio riparatore che dopo qualche anno le porterà
Con la speranza di
avervi invitato a riflettere sul mondo in cui viviamo, o almeno avervi
consigliato qualche bel libro, auguro a nome di tutto il blog una felice
giornata all’insegna del rispetto e personalmente spero che un giorno questa
giornata non abbia più ragione di esistere perché ogni giorno sarà la festa di
ogni donna e uomo di questo malconcio pianeta.
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