La casa dei nomi - Recensione di Giorgia Wasp


La casa dei nomi – Colm Toibin
Recensione di Giorgia Wasp



Titolo: La casa dei nomi
Autore: Colm Toibin
Genere: romanzo storico
Editore:  Einaudi
Pagine: 261
Isbn: 9788806235789


Il romanzo è ambientato al tempo di Agamennone re di Micene, figlio di Atreo e fratello maggiore di Menelao sposo di Elena.
Racconta l’avanzata di Agamennone verso Troia, fermata dalla bonaccia che impediva alle sue navi di salpare. Consigliatosi con l’indovino Calcante, il re di Micene decide di sacrificare sua figlia Ifigenia per placare l’ira della dea Artemide e far mutare il vento.
Ifigenia ignara della decisione presa dal padre, viene convocata in sua presenza con la scusa di dover sposare Achille, un formidabile guerriero (nel romanzo le vicende non rispettano fedelmente la trattazione di Euripede, però le prenderò come licenze poetiche).
Clitennestra, moglie di Agamennone, giura vendetta per la morte della figlia ed aspetta il ritorno del marito per organizzare il suo assassinio.

Il romanzo è una rappresentazione semplicistica di una delle più belle tragedie composte in quanto la vendetta riesce a modificare la sorte di un’intera famiglia.
Per quanto riguarda i pochi personaggi che vengono menzionati nel romanzo, sono ben caratterizzati (ho tenuto a specificare “pochi” in quanto non viene minimamente citata la terza sorella Crisotemi, né vengono messi in luce altri importanti protagonisti che dovevano far parte della scena come ad esempio Menelao che era presente alla morte della nipote, né Ulisse e Diomene che fecero parte della scorta che trasportò Ifigenia fino all’Aulide).
Clitennestra diventa una regina forte e padrona della situazione, riuscendo a fingere di essere a volte superficiale pur essendo connotata da una grande intelligenza.
Elettra che da ragazza testarda e bisognosa del conforto dei defunti, diventa molto simile alla madre nel comando del regno.
L’unico personaggio che non mi è piaciuto è stato Oreste, un ragazzo e in seguito un uomo in balia degli elementi, che non è in grado da solo di prendere alcuna decisione, e se a volte dimostra (l’ho notata in solo un’ occasione nel libro) un’ intelligenza elevata, non è in grado di portare avanti le proprie convinzioni e di conseguenza vive all’ombra di persone che hanno un carattere più forte e maturo, come la sorella da un lato e Leandro dall’altro.    
Tornando al romanzo, le rappresentazioni composte dall’autore riescono a rendere vivida l’immagine della perdita dei valori, che analogamente a quando si sta verificando odiernamente, avviene poco per volta. In quel caso la perdita del divino viene fatta coincidere con la mancanza da parte degli Dei del loro interessamento per il destino dei comuni mortali. Ovvero prima gli Dei vivevano in mezzo agli uomini, si interessavano delle loro vicende a volte aiutandoli a volte danneggiandoli. Questa perdita di valori  è ciò che si sta verificando anche ai nostri giorni, dove soprattutto i giovani non sentono nessun legame con la religione odierna. E a volte la perdita di questi principi morali determina, come nel caso della tragedia greca, la fine di una certa etica che dovrebbe caratterizzare la vita delle persone. Se Clitennestra avesse accettato il volere degli Dei non avrebbe ucciso suo marito per vendetta, e se Elettra avesse ascoltato la voce dei defunti non avrebbe orchestrato l’assassinio della madre.
Un altro argomento importante che mi ha suscitato una riflessione è sicuramente la mancanza di comunicazione che avviene in questo libro, tutto si verifica per delle incomprensioni che determinano la presa di posizioni conflittuali, quando invece sarebbe bastato un confronto tra Clitennestra ed Elettra, se non per risolvere la vicenda, almeno per appianare il diverbio.
Questo libro lo consiglio vivamente a chi voglia avvicinarsi alla mitologia greca in quanto scritto con un linguaggio facilmente accessibile a tutti.

2 commenti:

  1. bella recensione che fa venire voglia di leggere il romanzo, si potrebbe solo modificare il titolo in "la casa dei nomi (facili da ricordare)", Ifigena e Clitennestra dovrebbero essere rivalutati, soprattutto all'interno di qualche scioglilingua.
    M.

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  2. Si, effettivamente i nomi sono un po' complessi... XD

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