L'incantesimo della spada - Recensione di Giorgia Wasp


L’incantesimo della spada – Amy Harmon
Recensione Giorgia Wasp


Titolo: L’incantesimo della spada
Autore: Amy Harmon
Genere: fantasy
Serie: 1° volume della serie “The Sword Chronicles”
Editore:  Nweton
Pagine: 384
Isbn: 9788822723703


Lark ha un grande potere: le sue parole sono magiche ma sin da piccola è stata maledetta dalla sua stessa madre affinché il suo dono fosse nascosto.

«Ingoiale, figlia mia. Trattienile, le parole adagiate sulle tue labbra. Chiudile a chiave in fondo alla tua anima, nascondile finché non avranno il tempo di sbocciare. Sigilla la tua bocca e il tuo potere, non maledire e non curare, finché non giungerà l’ora. Non parlare e non raccontare, il paradiso o l’inferno non invocare. Imparerai e prospererai. Silenzio, figlia mia. Silenzio, e in vita resterai».

Nonostante la sua menomazione Lark non ha mai smesso di voler conoscere ed apprendere, ma sentendosi ingabbiata nella casa del padre che le impediva qualsiasi forma apprendimento tanto che la protagonista non è in grado né di leggere né di scrivere, cercava rifugio scappando nel bosco ed esplorando l’ambiente circostante. Al ritorno da una di queste esplorazioni incontrò il re che decise di prenderla con sé.

«Ho intenzione di tenerla vicina, di averla accanto a me per tutto il tempo. Berrà dal mio calice e mangerà dal mio piatto per proteggermi dai vostri veleni. Dormirà sotto di me e incomberà su di me, senza lasciare mai il mio fianco».

Va fatta una precisazione di fondo, nella pubblicazione americana del libro vi è inserita la mappa del mondo che la Harmon ha creato, cosa che non è stata fatta dalla Newton. Siccome sono un’appassionata di cartine ve la inserisco nella recensione così che anche voi possiate vederla.


 “The Bird and the Sword” di Amy Harmon – Createspace Independent Pub – 05/2016

La trama di fondo è molto originale, cosa non molto scontata di questi tempi, e ruota introno al potere derivante dalle parole.
Il personaggio meglio costruito è sicuramente quello di Lark ed essendo la narrazione in prima persona, il lettore ha la possibilità di conoscere a fondo la sua caratterizzazione. Durante il racconto la protagonista ha subito una trasformazione notevole ovvero è riuscita a prendere coscienza del suo potenziale ed ha imparato a gestirlo. Mi è piaciuto soprattutto come viene messo in evidenza il carattere di Lark, questa sua testardaggine che manifesta all’ inizio del racconto attraverso la disobbedienza nei confronti dei precetti paterni e che via via si trasforma in sicurezza e forza di volontà; non si piega di fronte agli eventi ma cerca di domarli.  
Per quanto riguarda il protagonista maschile, Re Tiras, inizialmente non mi ha dato una bellissima sensazione, sembrava una persona in cerca di aiuto ma durante il romanzo emerge anche il suo lato calcolatore disposto ad utilizzare qualunque mezzo pur di salvare il suo regno, perfino pronto a scommettere le sorti di un regno su una giovane ragazza muta.
Gli altri personaggi sono lasciati molto alla fantasia dei lettori ovvero sono abbozzati ma potendo conoscerli solo dal punto di vista della protagonista restano alquanto statici.
Sinceramente ciò che mi è piaciuto di più in questo libro è stata la copertina, mi ha fatto immediatamente pensare a sanguinose guerre combattute per la difesa di qualche ideale, mentre invece le due uniche battaglie a cui il lettore assiste si concludono velocemente e non hanno l’effetto di coinvolgerlo pienamente; infatti le descrizioni sono molto fugaci e a volte sbrigative (soprattutto nell’ ultima battaglia) tanto che ad un certo punto non sono riuscita più a seguire pienamente gli eventi.
Il messaggio derivante dal libro è sicuramente interessante ovvero quando una persona sa di poter realizzare ciò che vuole solo pronunciando qualche parola il silenzio assume sicuramente un nuovo significato.

Ero libera. Avevo un grande potere. Ed ero terrorizzata.
Ritornai in camera mia, richiusi la porta e il lucchetto.

Un romanzo a cui non posso muovere nessuna critica oggettiva in quanto ha tutte le premesse per essere un bel fantasy, ma per un’amante del genere come me forse le pretese erano troppo elevate.
Sicuramente lo consiglierò ad un pubblico che si approccia per la prima volta al genere.

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