Il
barbecue – Liane Moriarty
Recensione di
Federica Monduzzi
Autore: Liane Moriarty
Editore: Mondadori
Pagine: 533
ISBN:
9788804687702
Clementine e Sam. Erika e Oliver.
Tiffany e Vid. E poi Holly, Ruby, Dakota,
Harry, Pam, Sylvia. Tre
famiglie australiane, sullo sfondo di una pioggia torrenziale ed incessante,
vedranno la loro vita prendere una piega imprevista nell’arco di una
normalissima quanto assurda serata. Perché a volte, pochi secondi possono fare
la differenza.
“Un
barbecue. Una normale serata tra amici. Che cosa può succedere di così
terribile da cambiare per sempre la vita di sei persone?”
Nel recensire questo romanzo è
praticamente impossibile scrivere dei fatti narrati. Liane Moriarty, divenuta
famosa ai più con il romanzo “Big little lies”, diventato anche serie
televisiva in cui compaiono attrici quali Nicole Kidman e Reese Whiterspoon,
utilizza la stessa struttura narrativa che l’ha resa celebre. Già dalle prime
pagine tutta la narrazione, che dà voce ai vari personaggi, ruota attorno ad un
fatto (o un misfatto?) accaduto tempo prima. Il lettore viene quindi
catapultato nella vita di queste famiglie, tra continui flashback del “giorno
del barbecue” e scatti temporali che lo riportano ad un presente travagliato.
Mano a mano che la narrazione procede, i fatti cominciano a dipanarsi, fino a
quando, nell’ultimo capitolo, si ha finalmente la visione completa di ciò che è
realmente accaduto. Quello che a mio parere è interessante, è il fatto di
venire a conoscenza prima delle conseguenze, e poi dei fatti. Perché a
posteriori ci si rende conto di come ogni singola nostra azione abbia
effettivamente delle conseguenze, più o meno importanti, sulla nostra vita.
“Il barbecue” è un romanzo che tocca
molti temi, dalla genitorialità ai rapporti, sia di coppia che di amicizia, ma
anche problematiche tipiche del nostro secolo. Fa luce su alcuni disturbi
psicologici che nel nostro immaginario sono relegati a qualche programma
televisivo, senza però essere compresi nella loro distruttiva totalità. Liane
Moriarty sa tenerci con il fiato sospeso, ci porta a giudicare, a cambiare
idea, a provare disgusto ma anche compassione.
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