Una morte perfetta - Recensione di Giorgia Wasp


Una morte perfetta – Angela Marsons
Recensione di Giorgia Wasp

Titolo: Una morte perfetta
Autore: Giorgia Wasp
Genere: Thriller
Editore:  Newton Compton
Pagine: 376
Isbn: 9788822721235


La squadra della detective Kim Stone viene inviata al laboratorio di Westerley soprannominato la fattoria per cadaveri; qui vengono studiati i vari stadi di decomposizione dei corpi a contatto con gli agenti atmosferici e con gli insetti.
Peccato che tra questi cadaveri venga rinvenuto un nuovo corpo che non appartiene al laboratorio. Il detective Stone vuole indagare a fondo sul caso per capire quale furia omicida possa aver portato una persona ad uccidere brutalmente una donna.

Non se ne sono mai andate, mamma. Ogni volta che chiudo gli occhi, le vedo. Ogni volta che mi ritrovo circondato dal silenzio, ritornano. Ogni volta che mi stendo per dormire, sono lì.
Ed è stato QUEL GIORNO che ho iniziato a odiarti, mamma. Per aver fatto di me un fottuto fenomeno da baraccone.

Ogni persona ha dei segreti, ogni persona nasconde qualcosa che ha determinato la sua vita e che lo ha portato ad essere ciò che è oggi.
Questo libro parla di scelte, racconta di come le persone scelgano strade diverse volte ad affrontare i propri mostri perché sì ragazzi, ognuno ha qualche mostro dentro l’armadio pronto a sbranarlo.
Ho trovato veramente tanti spunti di riflessione durante le indagini condotte da Kim Stone, che con la sua tenacia e pazienza è riuscita a risolvere un caso davvero difficile.
Devo ammettere un’altra volta di aver iniziato a leggere questo libro senza prima informarmi circa l’autrice e le sue pubblicazioni (diciamoci la verità ci sarà qualcun altro che come me ama prendere libri a caso, ispirandosi al momento, e poi vedere cosa gli riserva la lettura.)  e di conseguenza solo alla fine della lettura sono venuta a conoscenza che la Marsons ha scritto altri tre libri sull’ispettore Kim Stone … quindi come al solito ho iniziato una serie partendo dall’ultimo. Sorvolando questo piccolo dettaglio, anche se durante la lettura del libro mi era venuto qualche piccolo sospetto relativamente alla presenza di altri libri della stessa serie, essendo riportati alcuni riferimenti di indagini precedenti e il fatto che i  personaggi non vengano presentati come sarebbe consono, il libro può essere letto anche senza conoscere gli altri in quanto la vicenda è autoconclusiva.
Mi sono persa completamente nella lettura di questo thriller, ho apprezzato le descrizioni particolareggiate delle varie procedure utilizzate dalla polizia nel corso delle indagini, queste permettono al lettore di sentirsi parte integrante del romanzo e di comprenderne pienamente lo svolgimento.
I personaggi, come ripeto, non sono descritti alla perfezione in quanto l’autrice dà per scontato che i suoi lettori già li conoscano, ma devo dire che nonostante la lacuna sono riuscita ad entrare in sintonia con Kim, la protagonista. Anche lei, con i suoi modi bruschi e la sua rigidità, cela dei segreti che non le permettono di essere pienamente se stessa, e durante il racconto verranno a galla permettendo al lettore di sentirsi ancora più legato al personaggio.
Mi è piaciuto particolarmente l’affiatamento del gruppo di lavoro dei detective. Un episodio in particolare mi ha piacevolmente colpita, senza fare spoiler, un rimprovero ha portato ad un mutamento in un membro del gruppo, mentre molte volte (nel mondo reale) questo sarebbe stato causa di attrito e conflitto. Mi ha particolarmente colpito in quanto questo può verificarsi, secondo la sottoscritta, solo quando si condivide un rispetto reciproco con i propri colleghi, cosa molto difficile da trovarsi. 
Altro tema trattato è sicuramente quello della diversità che affligge i vari personaggi (diversità non sempre positiva, in quanto spesso ci si convince che essere diverso significa distinguersi dalla massa ma chi soffre di patologie che lo portano a differenziarsi sa quanto la massa possa rivelarsi una calda coperta in un giorno di pioggia, mentre la diversità porta alla solitudine), infatti ognuno di loro è stato un emarginato ma proprio questa loro condizione li ha portati ad essere , nel bene e nel male, le persone che sono oggi. Chi ha scelto la strada della vendetta chi quella del perdono.


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