Tesoro
di Scozia – Valentina Piazza
Recensione
di Giorgia Wasp
Titolo:
Tesoro di Scozia
Autore:
Valentina Piazza
Genere:
Romanzo
Editore: PubGold
Dimensioni: 177 Kb
Asin:
B07F2H1GD1
Scozia
1270, il clan MacLeod capeggiato da Murdo discendente di uno degli ultimi re
vichinghi, amministra e gestisce la vita a Dunvegan residenza principale del
clan. Improvvisamente incontra, durante un esplorazione dei propri confini,
Sheela appartenente ad un popolo vecchio come la terra e magico come le fate,
di cui si innamora perdutamente.
Lo fissava negli occhi e Murdo si sentì soggiogato da un
desiderio mai provato prima.
«Skype è mia. La rivendico come tale…» affermò deciso.
Lei colmò la poca distanza che li separava sussurrando:
«Allora anch’io lo sono, MacLeod.»
La
leggenda narra che Sheela abbia consegnato al Clan MacLeod la Fairy Flag
letteralmente “bandiera fiabesca” che ha il potere di proteggere il clan, per
tre volte, da attacchi esterni.
E
se la bandiera fosse stata usata già per tre volte?!
Si era dimostrata una terra dominata da uno spiccato orgoglio
nazionale, formata da un popolo forte e tenace come gli inverni che la
caratterizzavano; guardata con sospetto dagli inglesi, vista come terribile e
selvaggia, era, invece, una terra che bramava l’indipendenza.
Le
premesse per un bel romanzo c’erano tutte: una bella trama, una
contestualizzazione eccellente soprattutto per gli amanti del genere storico,
l’ambientazione tra passato e presente, la storia d’amore…
Ripeto
c’era tutto, peccato che in realtà non ci fosse nulla. Quello che intendo con
questa frase è che il libro sommariamente racchiude tutti questi elementi ma
che sfortunatamente non vengono usati con maestria come invece sarebbe stato
opportuno.
Ho
trovato i personaggi piatti e stereotipati, l’autrice non è riuscita a farmi
entrare in empatia con nessuno di loro. Secondo il mio parere il romanzo è
troppo breve per riuscire a creare una storia coinvolgente ed emozionante,
manca di descrizioni, di emozioni …
Le
rappresentazioni dei paesaggi sono state belle ma poche, nel senso che mi
sarebbe piaciuto poter dare un’occhiata più specifica sia ai luoghi esterni che
interni.
Altra
pecca che probabilmente ha determinato la mia rigidità nei confronti del romanzo
è sicuramente il tempo della narrazione: prima persona presente. Secondo la
sottoscritta crea una sorta di discontinuità nel romanzo; ovvero dopo ogni
botta e risposta tra i protagonisti la narrazione si blocca per descrivere i
gesti compiuti, ad esempio :
«Si
fa più presente, dunque… Forse » Seamus si interrompe, perso nelle sue
riflessioni.
Vorrei
precisare che questo è un problema che ho io con le narrazioni in prima persona
in quanto, sempre secondo me e vale solo per me, credo che siano il risultato di
un’opera ancora acerba.
Sicuramente
l’autrice con il tempo riuscirà a stupirci con nuovi romanzi per cui aspetto di
leggerla nuovamente, infatti sono convinta che con il tempo riesca a migliorare
quei piccoli difetti che hanno reso la narrazione discontinua.
Del
romanzo ho apprezzato il gesto dell’autrice di mettere le note per alcune
espressioni in gaelico, cosa che mi ha piacevolmente colpito.
Faccio
un grande in bocca al lupo alla
scrittrice perché se lo merita e confido nelle sue prossime opere.
Mi permetto di dissentire dalla recensione, ancorché ben argomentata e strutturata. A mio avviso la lunghezza del libro è ben calibrata al fine di creare la giusta suspense. I personaggi sono descritti e strutturati bene, in particolare la protagonista, della quale mi sono francamente innamorato. La leggenda della Fairy Flag s'innesta molto bene con la narrazione, senza appesantirla e anzi contribuendo a rendere ancora più avvincente la narrazione legata al presente.
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