Giaguari
invisibili – Rocco Civitarese
Recensione
di Mysticmoon
Titolo:
Giaguari invisibili
Autore:
Rocco Civitarese
Genere:
romanzo di formazione
Editore: Feltrinelli
Pagine: 288
Isbn: 9788807032868
Trama
Questa
è la storia di Giustino, che dice di voler diventare fumettista ma nei fatti
non si impegna veramente né a inseguire il suo sogno né a tenere viva la sua
relazione con Laura, che tra altri e bassi si trascina da tre anni.
Questa
è la storia di Davide, detto Golia, che lotta duramente per diventare un
giocatore di basket professionista e si concentra solo e soltanto sul suo
obiettivo… almeno finché nella sua vita non si insinua Lucilla, che si procura
le attenzione che desidera usando il suo corpo.
Questa
è la storia di Pietro, che cerca di pianificare lo studio per affrontare il
test di Medicina ma ha la testa irresistibilmente attratta dall’affascinante
Anna, una ragazza che si è già bruciato spezzando il cuore alla sorella minore
Debora.
Questa
è la storia di tre ragazzi e tre ragazze di Pavia.
Questa
è la storia di una generazione di sognatori con i piedi per terra, di ragazzi
che scoprono presto la propria sessualità ma nella testa restano bambini.
Questa
è la storia dei diciottenni di oggi.
Commento
I
lettori conoscono bene quella fastidiosa sensazione che trasmette un libro
verso il quale si provano sentimenti contrastanti, quella sensazione che ti
mette alle strette perché, come in questo caso, il libro ha tutto quello che
dovrebbe avere ma al tempo stesso è carente di un elemento inspiegabile e per
questo la scintilla non è scoccata.
Alla
fine della lettura di Giaguari invisibili io mi sono sentita proprio in questo
modo, sospesa tra un giudizio negativo che non posso dare perché questo libro
non lo merita ed uno positivo che non posso attribuirgli per onestà
intellettuale.
Giaguari
invisibili è un buon libro?
Dal
punto di vista tecnico la mia risposta è sì; Rocco Civitarese scrive bene, su
questo non ci piove, e con una prosa scattante regala al lettore citazioni più
o meno velate e soprattutto emozioni reali, perfette nella loro imperfezione,
nelle quali chiunque può rivedersi all’età di diciotto anni.
Detto
ciò si potrebbe pensare che quello che non ho apprezzato particolarmente sia la
storia, eppure non è neanche questo il problema; per quanto il finale mi abbia
lasciata un po’ spiazzata e personalmente l’abbia reputato inconcludente, in
questo romanzo nulla è davvero causale e questa conclusione è perfettamente in
linea con tutto il resto perché rispecchia alla perfezione ciò che l’autore
voleva trasmettere al lettore, quella sensazione d’incertezza e vuoto che porta
la vita quando si chiude una fase e se ne inizia un’altra, un passaggio che non
è detto debba dare tutte le risposte a quelle domande lasciate in sospeso.
Il
problema probabilmente è solo uno: questo libro non ha parlato alla mia anima.
Il
motivo per cui questa storia non sia riuscita a toccarmi lo ignoro, ma credo
che dipenda molto non tanto al fatto che questo romanzo parla di un’età che ho
già abbondantemente superato ma, banalmente, dal fatto che questo romanzo parla
di una generazione che per certi aspetti è diversa dalla mia e in una realtà,
quella pavese, nella quale mi è impossibile rispecchiarmi perché non mi
appartiene. Forse è proprio per questo che la ragazza che più ha colpito la mia
attenzione è Laura, la brava studentessa alla quale la realtà di Pavia e la
relazione con il suo fidanzato storico Giustino iniziano a stare strette
perché, appunto, non la rispecchiano.
E
poi, opinione personale, ho trovato a tratti davvero, davvero esagerato il
ricorso di allusioni sessuali di cui è infarcito il romanzo. Non dico che i
ragazzi non pensino molto al sesso, soprattutto quando si è in quella fase
della vita, e aggiungo che il mio capitolo preferito del romanzo è proprio
quello in cui la componente sessuale è portata ai massimi livelli, eppure in
alcune occasioni ho trovato l’inserimento di questa componente fin troppo
forzata e quasi fastidiosa, quasi come se l’unico pensiero di qualsiasi
adolescente a qualsiasi ora del giorno ed in qualsiasi situazione riguardasse i
genitali altrui... che magari è la verità per molti, ma dubito fortemente
interessi l’intera popolazione pavese in età post-puberale.
Insomma,
Giaguari invisibili è un ottimo esordio per questo giovanissimo autore e un
buonissimo esordio in generale, eppure a me non ha parlato come pensavo e
speravo.
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