La
scatola dei bottoni di Gwendy – Stephen King e Richard Chizmar
Recensione
di Mysticmoon
Titolo:
La scatola dei bottoni di Gwendy
Autore:
Stephen King, Richard Chizmar
Genere:
fantastico
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 256
Isbn: 9788820064334
Una
mattina d’agosto, come tutti i giorni da un paio di mesi, Gwendy Peterson passa
per la Scala dei Suicidio, una scalinata particolarmente ripida, per
raggiungere il promontorio che domina la cittadina di Castle Rock, nel Maine.
Il suo intento è quello di perdere i chili in più che l’hanno fatta
soprannominare Goodyear (come il celebre dirigibile) dal suo crudele compagno
di scuola Frankie Stone prima dell’inizio della prima media. E’ proprio su una
panchina in cima alla scalinata che Gwendy incontra un misterioso uomo vestito
di nero che le dice di averla osservata e giudicata degna di conservare una
scatola di mogano con otto bottoni e due leve, uno strumento che Gwendy
imparerà a temere e amare allo stesso tempo.
Avviso
alla gentile utenza: gli amanti dello Stephen King più horror non troveranno
quello che cercano perché questo lungo racconto scritto a quattro mani non è né
particolarmente spaventoso né troppo inquietante né peculiare in una qualche
maniera.
Se
dovessi descrivere con un aggettivo La scatola dei bottoni di Gwendy, lo
definirei tranquillo, ma non in senso negativo: questo è probabilmente la
storia più leggera che io abbia mai letto di King ma questo non la rende una
storia priva di tinte fosche, ma solamente una lettura rapida e rilassante da
fare senza troppa fretta in una serata (storia tratta da un’esperienza vera),
un lungo racconto in cui vediamo gli effetti che questa scatola ha su una
bambina cicciottella e con poca autostima, conseguenze che restano sospese tra
la fantasia e la realtà che spingono il lettore a domandarsi “ma sarà davvero
la scatola ad avere questo effetto o, più semplicemente, l’illusione di avere
dalla propria parte un oggetto potentissimo aiuta Gwendy a dimostrare il suo
reale valore?”, un interrogativo al quale personalmente non me la sono sentita
di dare una risposta.
Come
già specificato all’inizio della recensione, non è un romanzo dell’orrore e
solo per alcuni aspetti merita di essere inserito nel genere fantastico, per
quanto personalmente lo definirei più uno slice of life, un romanzo di crescita
personale che vede protagonista questa preadolescente dalla bassa autostima che
inizia a sbocciare in concomitanza con l’arrivo tra le sue mani di questa scatola
magica dall’immenso potere, un oggetto in grado di cambiare i destini del mondo
e che per questo la ragazzina teme, ma che al tempo stesso è anche una fonte di
cose buone dalla quale Gwendy può attingere.
Non
vi svelerò se Gwendy si dimostrerà degna o meno del grande potere tra le sue
mani, una forza nella quale mi è parso di vedere una metafora del potenziale
che tutti noi abbiamo, soprattutto quando siamo bambini, quando ancora è
possibile diventare qualsiasi cosa sia in senso positivo sia in senso negativo,
ma vi assicuro che questa è una storia adorabile e ben scritta che nonostante
la sua brevità lascia tanto da cui riflettere al lettore.
Personalmente
la consiglio a tutti, compresi quelli che non hanno mai letto King per via
delle tematiche e/o la mole dei suoi romanzi, perché questa non è una storia
che vi farà rabbrividire di orrore ma di piacere.
Non ho mai letto nulla di King (corro a nascondermi >-<) ma questo, come trama, è uno di quelli che mi ispira di più.
RispondiEliminaSono Mysticmoon. Se ci si vuole avvicinare a King in maniera soft, ossia senza troppi orrori, questo libro è un buon inizio. Sia chiaro, non credo tra i suoi migliori scritti (personalmente penso che quelli si trovino principalmente tra i suoi primi romanzi), ma è davvero carino e ha un buon messaggio tra le sue pagine.
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