Ready Player One - Recensione di Mysticmoon


Ready Player One – Ernest Cline
Recensione di Mysticmoon



Titolo: Ready Player One
Autore: Ernest Cline
Genere: distopico
Editore: DeA Planeta Libri
Pagine: 448
Isbn: 9788851152321


Trama
Anno 2045
In un mondo in cui ormai i carburanti si sono esauriti da tempo e le risorse naturali sono allo stremo delle forze a causa della sovrappopolazione del pianeta, la gente si rifugia sempre più spesso in OASIS, l’universo virtuale creato decenni prima dal geniale James Halliday, una piattaforma gratuita alla quale chiunque può connettersi e nella quale tutti hanno la possibilità di vivere una vita meno deprimente di quella reale.
Una di queste persone è Wade Watts, diciottenne che da quando è rimasto orfano vive con la zia materna in una delle cataste site alla periferia di Oklahoma City: Wade ha smesso di andare in una scuola reale all’età di undici anni, quando Halliday ha creato un pianeta su OASIS dedicato alla sola istruzione, e passa buona parte del suo tempo online, impiegato nella caccia al tesoro più importante della storia dell’umanità.
Tutto ha avuto inizio il giorno della morte di James Halliday: l’uomo, ritiratosi dalla vita pubblica due decenni prima, ha deciso di lasciare in eredità la sua creatura, e di conseguenza il suo patrimonio miliardario, a colui che sarà in grado di superare tre prove di crescente difficoltà e trovare l’easter egg* di OASIS, lasciando come unici indizi un limerick e l’Almanacco di Anorak, uno sconfinato compendio contenente tutti quei prodotti di cultura pop anni’70-80 che aveva amato durante la sua infanzia e adolescenza.
Wade è un gunter, ossia un cacciatore dell’uovo, sin dal primo giorno e non ha perso la speranza neanche dopo cinque anni di infruttuosa ricerca della Chiave di Rame, un periodo di tempo che ha fatto abbandonare la ricerca alla maggior parte dei gunter ma non ha fatto desistere la multinazionale I.O.I., ben decisa a mettere le mani sulla creazione di Halliday per rendere la via di fuga della popolazione mondiale un lusso per pochi.

*: originariamente un easter egg (letteralmente “uovo di Pasqua”, dalla tradizione statunitense di organizzare una caccia alle uova per i bambini il giorno di Pasqua) era un contenuto nascosto inserito all’interno di un software allo scopo di spingere l’utente a esplorare nella sua interezza il prodotto mentre oggi con questo concetto si è esteso anche ad altri ambiti, come la letteratura e il cinema. Celebri sono gli easter egg inseriti nei film del Marvel Cinematic Universe per anticipare l’introduzione di nuovi supereroi, come ad esempio lo scudo di Capitan America appeso al muro del laboratorio di Tony Stark nel primo Iron Man (2008) o il Guanto dell’Infinito nella sala dei trofei di Asgard in Thor (2011).

Commento
Originariamente edito dalla defunta ISBN Edizioni nel 2011 con il titolo di “Player One”, il romanzo di Ernest Cline è diventato celebre ancor prima di essere pubblicato perché un anno prima della sua uscita in libreria, il giorno stesso in cui la Random House riuscì ad aggiudicarselo dopo una serrata lotta contro altre case editrici, la Warner Bros ottenne i diritti per farne un film che, diretto da Steven Spielberg, è arrivato al cinema lo scorso 28 marzo.
Indubbiamente sia la casa editrice che la casa di produzione cinematografica hanno avuto l’occhio lungo perché Ready Player One, per quanto non sia un romanzo scevro da pecche, è una storia accattivante che coniuga l’azione e una dose immensa di cultura pop anni’80 che farà stravedere sia coloro che quegli anni li hanno vissuti sia quelli che li hanno conosciuti tramite la televisione.
Ready Player One è un romanzo nerd scritto per i nerd e chiunque ami gli anni’80 deve averne una copia in casa perché il romanzo è pieno zeppo di citazioni a piccoli e grandi capolavori dell’epoca, prodotti che magari sono anche invecchiati male ma che restano nel cuore di chi con quelle storie e quelle musiche è cresciuto.
L’Almanacco di Anorak, la Bibbia della sconfinata passione di James Halliday per la cultura popolare delle ultime decadi del ventesimo secolo, contiene accenni ai più svariati media, dai videogame come Zork e Joust (del quale, lo ammetto, non avevo mai sentito parlare fino a quel momento ma doveva essere follemente figo), ai romanzi fantasy dell’epoca fino a film iconici come Wargames e Blade Runner, il tutto accompagnato da una colonna sonora d’eccezione come i Rush e gli A ha, creando un’atmosfera nostalgica che cattura non solo i cultori di quegli anni ma anche coloro che non hanno mai sentito parlare di Casa Keaton e i Goonies.
Guida in questo universo a cavallo tra passato e futuro c’è Wade, protagonista e voce narrante di questo romanzo, un ragazzo che ha conosciuto solo un mondo in cui esisteva OASIS, una realtà in cui il pianeta risentiva già pesantemente delle conseguenze dello sconsiderato sfruttamento attuato dagli esseri umani ed in cui le persone erano semplicemente troppe per i centri urbani sopravvissuti alla grave crisi energetica e per questo la maggior parte è costretta a vivere in ambienti meno spaziosi di quelli a cui siamo abituati e spesso in strutture fatiscenti come le cataste, che altro non sono che mucchi di container sostenuti da uno scheletro metallico che ne garantisce la stabilità, luoghi fisici dai quali però hanno la possibilità di evadere grazie all’universo creato da Halliday tanti anni prima, un gioco che è diventato uno sconfinato sistema di mondi forniti di servizi che pian piano ha rimpiazzato buona parte dell’esistenza della popolazione mondiale, che è su OASIS che lavora, fa shopping e incontra amici, godendosi dei lussi che nella realtà non potrebbero permettersi e sostituendo pian piano la vera vita con quella virtuale.
La vita di Wade, quella che lui giudica degna di essere vissuta, è proprio quella su OASIS: per quanto le sue finanze non gli permettano neanche lì di permettersi più del minimo indispensabile, è quello il luogo in cui il solitario Wade diventa Parzival, un ragazzo meno solitario, meno grasso e più alto di quanto non sia, una persona che su OASIS persegue il suo obiettivo, ossia trovare l’egg di Halliday, un premio in grado di cambiare anche la sua vita reale bramato non solo dalla potentissima I.O.I., la multinazionale che recluta gunter al fine di aumentare le proprie chance di impadronirsi di OASIS per privatizzarla, ma anche con tutti gli altri gunter sulla piazza, compreso il suo unico amico Aech e Art3mis, la blogger che Wade non ha mai incontrato ma per la quale il ragazzo ha da anni una cotta.
In un turbinio di emozionanti avventure e spiegazioni mai tediose, il lettore seguirà passo passo la vita di Wade a partire dal giorno in cui la sua vita cambia per sempre, dando il via a una sequenza imprevedibili di eventi che lo porteranno ad affrontare un futuro completamente inaspettato.
Ernest Cline in queste pagine dipinge un futuro possibile, quello in cui tra qualche decina d’anni potrebbero vivere i figli dei bambini di oggi, un pianeta ostile dal quale sfuggire attraverso quegli apparecchi elettronici che già oggi sono diventati quasi delle appendici di tutti noi e del quale Cline, attraverso Wade, ne descrive la possibile evoluzione, con tutti i loro pregi e difetti, affascinando e al tempo stesso ammonendo il lettore di fronte a un progresso tecnologico che per il momento è ancora fantasia ma che potrebbe un giorno essere la nostra nuova quotidianità. O almeno qualcosa che vi assomiglia molto.


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