Coming soon #6 - Cosa mi aspetto da giugno

COMING SOON #6
Cosa mi aspetto da giugno


Dirò un'eresia ma a me il mese di giugno, così come i mesi estivi in generale, non piace molto. Sarà perché sono nata in un mese invernale, ma preferisco il freddo artico al solleone. A giugno posso solo riconoscere il pregio di essere il mese estivo più fresco quindi quello in cui può essere piacevole mettersi in balcone a leggere, meglio se una delle interessanti novità che voglio segnalarvi.

LA CITTA' DI OTTONE
di S. A. Chakraborty


Iniziamo subito con il botto grazie alla mai troppo ringraziata Mondadori Oscar Vault che il 9 giugno pubblicherà La città di ottone di S. A. Chakraborty (di cui presto troverete la recensione sul blog😻). Quello che più mi interessa di questo romanzo è il fatto che sia ambientato nell'Egitto del XVIII secolo, una combinazione che mi trasmette vibrazioni molto particolari; non so cosa aspettarmi esattamente da questo romanzo ma ne ho sentito parlare tanto bene che la voglia di leggerlo è moltissima!

  I GIORNI DEL FERRO E DEL SANGUE
di Santi Laganà


Una delle uscite di giugno che più mi attira è I giorni del ferro e del sangue di Santi Laganà, edito da Mondadori. Nonostante sul blog non abbia portato moltissime recensioni di romanzi storici, quello è uno dei miei generi preferiti e quando un romanzo promette di essere "un affresco senza filtri né retorica di un'epoca brutale quanto affascinante" (cit. Mondadori) allora io sono pronta ad imbarcarmi nella lettura senza esitazioni. Non vedo l'ora che arrivi il 16 giugno!

  LA PRINCIPESSA D'IRLANDA
di Elizabeth Chadwick


Riuscirà la sottoscritta a leggere un romanzo di Elizabeth Chadwick? Sono letteralmente quattro anni che mi riprometto di leggere uno dei romanzi di questa autrice senza riuscire a passare alle vie di fatto, soprattutto perché la protagonista della trilogia su cui ho messo gli occhi, ossia Eleonora d'Aquitania, non mi ha mai fatto particolarmente impazzire (credo di essere una delle poche a pensarla così). Proprio per questo forse dovrei iniziare con La principessa d'Irlanda, che verrà pubblicato da Tre60 il giorno 11 giugno.

FIGLI DI VIRTU' E VENDETTA
di Tomi Adeyemi


Ed ecco a voi il romanzo che più aspettavo circa un anno e mezzo fa e nei confronti del quale nutro un terrore pari a quello che lo scorso mese nutrivo per il prequel di Hunger Games. Il 9 giugno la Rizzoli pubblicherà Figli di virtù e vendetta di Tomi Adeyemi, ossia il seguito di Figli di sangue e ossa. Una parte di me, complice la copertina da urlo (a me piace molto più della prima), vorrebbe sapere cosa è accaduto dopo quel finale... Ma un'altra ha paura che possa essere una delusione. Nell'incertezza è assai probabile che vinca la prima voce.

Falce - Recensione di Mysticmoon

Falce - Neal Shusterman
Recensione di Mysticmoon


Titolo: Falce
Autore: Neal Shusterman
Traduttore: Lia Tomasich
Genere: fantascienza
Serie: primo volume della Trilogia della Falce
Editore:  Mondadori Oscar Vault
Pagine: 360
Isbn: 9788804722915

Citra Terranova e Rowan Damisch sono nati in un mondo apparentemente perfetto in cui povertà e malattie sono state sconfitte grazie alla suprema saggezza del Thunderhead, un'intelligenza artificiale che veglia sull'umanità al solo scopo di evitarle qualsiasi problema. Il genere umano è riuscito persino a sconfiggere la morte, divenuta nient'altro che uno scomodo inconveniente temporaneo; ogni persona potrebbe potenzialmente vivere in eterno se non fosse per la Compagnia delle falci, un'organizzazione che si occupa di "spigolare", ossia di eliminare un determinato numero di persone in maniera definitiva. L'incontro con una di queste Falci cambia definitivamente il corso dell'esistenza dei ragazzi.

Si ringrazia la casa editrice Mondadori Oscar Vault per aver fornito una copia in anteprima del romanzo in cambio di una recensione onesta

Ciò che più ho apprezzato del romanzo Falce di Neal Shusterman è il modo in cui l'autore ha costruito e caratterizzato la realtà in cui è ambientata la storia, ossia dare la sensazine di trovarsi in un mondo idilliaco anche se la realtà non è questa.
Quello in cui il lettore viene catapultato è un mondo futuristico in cui il Thunderhead, un'intelligenza artificiale, ha preso il posto delle singole entità statali, creando una realtà globale in cui regna una giustizia oggettiva, scevra dalla variabile dell'emotività, che permette al genere umano di vivere una vita che non sia più minacciata dai grandi drammi vissuti nel passato, come la malattia, la vecchiaia e la povertà, un mondo in cui persino la morte è stata sconfitta perché non si tratta più di qualcosa di definitivo, quanto piuttosto di un disagio passeggero che può essere risolto in pochi giorni.
Se da una parte in questa realtà drammi come lo scorrere del tempo e la disparità sociale sono un lontano ricordo, dall'altra i mali dell'animo umano come la meschinità e la crudeltà sono ancora ben presenti in questo mondo, così come in questi corpi resi praticamente indistruttibili dalla tecnologia alberga ancora il mal di vivere dei nostri tempi, e queste ombre sono molto evidenti all'interno del romanzo.
Se i personaggi mi hanno convinta ma non fatta innamorare di loro (per quello ci sarà tempo in Thunderhead), quello che più mi ha colpita in questo romanzo è proprio il concetto di un mondo in cui un'intelligenza artificiale ha deresponsabilizzato il genere umano, donandogli una vita potenzialmente infinita e priva di qualsiasi imprevisto che non siano le Falci, ossia i membri dell'organizzazione predisposta all'eliminazione definitiva di alcuni individui.
Neal Shusterman ha avuto la capacità di costruire una storia molto coinvolgente in cui la morte, nemica per antonomasia di ogni essere umano, diviene temporanea e di conseguenza mi ha causato un forte senso di straniamento di fronte a questi personaggi desensibilizzati di fronte a quelle che a tutti gli effetti sono tragedie, una sensazione che alla fine del romanzo era divenuta familiare e "normale"; non è semplice ottenere simili risultati.
In genereale i personaggi di Neal Shusterman sono stati interessanti quanto la realtà in cui si muovono perché ben costruiti e decisamente interessanti; non nego che tra i principali quella che mi ha maggiormente colpita sia stata la reverenda madame Curie, ma Citra e Rowan si sono dimostrati all'altezza della storia narrata e spero vivamente che continueranno ad esserlo anche nei volumi restanti della trilogia.
Ciò che di Falce non mi ha convinta pienamente sono state le interazioni tra Citra e Rowan: se da una parte ho apprezzato la loro caratterizzazione in quanto personaggi, dall'altra non mi ha convinta l'evoluzione del loro legame... Ma si tratta di una nota stonata all'interno di una bella melodia quindi è facile perdonare un autore.
Se dovessi dare un giudizio a Falce direi che è promosso a pieni voti perché si tratta di un romanzo con un bel ritmo ed una storia avvincente ambientata in un mondo affascinante.
Non vedo l'ora che esca Thunderhead!



La grazia dei re - Recensione di Mysticmoon

La grazia dei re - Ken Liu
Recensione di Mysticmoon



Titolo: La grazia dei re
Autore: Ken Liu
Traduttore: A. Cassini
Genere: fantasy storico
Serie: primo libro della Dandelion Trilogy
Editore:  Mondadori Oscar Vault
Pagine: 612
Isbn: 9788804720331

La morte dell'imperatore Mapidéré, colui che ha riunito sotto un'unica bandiera tutti gli stati dell'arcipelago di Dara, e l'ascesa al trono del giovanissimo Erishi portano al riacutizzarsi delle tensioni all'interno dell'impero.
Ad emergere tra i numerosi ribelli saranno Kuni Garu, un giovane di umili origini ma dalla proverbiale astuzia, e Mata Zyndu, figlio di una famiglia nobile caduta in disgrazia durante le guerre combattute dal precedente imperatore.
La storia della loro amicizia e della loro rivalità segnerà il destino della popolazione di Dara.

Si ringrazia la casa editrice Mondadori Oscar Vault per aver fornito una copia in anteprima del romanzo in cambio di una recensione onesta

Uno dei romanzi di cui attendevo la pubblicazione italiana con maggiore ansia era proprio La grazia dei re di Ken Liu, un romanzo dalle ambientazioni orientali che dalla sinossi prometteva di essere epico e di diventare una delle mie trilogie preferite in assoluto.
Come sempre, quando si costruiscono aspettative tanto alte, è facile cadere e farsi male.
La grazia dei re mi ha delusa?
Indubbiamente sì, visto che a mio avviso le sue potenzialità non sono sfruttate a dovere.
La grazia dei re è un brutto romanzo?
Assolutamente no, visto che secondo la mia opinione presenta più lati positivi che negativi.
Inizio la mia analisi del romanzo dal dato oggettivo più evidente: La grazia dei re, con le sue oltre seicento pagine, è un romanzo piuttosto lungo eppure quando ho chiuso il libro mi sono domandata come mai l'autore abbia avuto così tanta fretta di narrare la sua storia.
La grazia dei re è un romanzo epico nel senso stretto del termine, su questo non vi sono dubbi; questo libro narra le gesta eroiche di uomini e donne, di divinità che si fanno la guerre e di cavalieri valorosi che scolpiscono il loro nome della Storia, di generali astuti e di soldati valorosi, tutti elementi che lo rendono sontuoso dal punto di vista dei contenuti.
Il problema del romanzo è il ritmo: sembra avere una grandissima fretta di narrare tutto quanto ed il risultato finale è una storia tanto ricca quanto frettolosa, che non lascia il tempo al lettore di metabolizzare un evento A perché in una manciata di righe avvengono degli eventi B e C di uguale importanza che allo stesso modo rischiano di passare quasi in sordina perché in un battibaleno si arriva all'evento D di un uguale valore ai fini della narrazione... In pratica è un romanzo in cui manca il tempo materiale per annoiarsi ma anche per metabolizzare tutti questi eventi.
La storia narrata è molto interessante, non lo nego, ma un maggiore approfondimento sia riguardo gli eventi sia riguardo i personaggi probabilmente mi avrebbe permesso di sentirmi più coinvolta nelle vicenda e quindi più vicina ai personaggi.
Una diretta conseguenza di questa fretta nel narrare la storia si riflette anche sui personaggi più marginali del romanzo. Narrando sin dal principio le vicende parallele di Mata Zyndu e Kuni Garu per forza di cose il lettore alla fine del romanzo abbia un'idea molto precisa della loro personalità, e lo stesso discorso vale per buona parte dei personaggi presenti all'interno della loro cerchia personale ed introdotti durante le prime fasi della storia, ma quando l'aggiunta dei personaggi avviene in fasi più avanzate il più delle volte la rapida narrazione mi ha impedito persino di ricordarne il nome nonostante l'importanza ai fini della storia. Tuttavia questa critica non può farmi negare che uno degli aspetti che più ho apprezzato nel romanzo è la costruzione dei protagonisti Kuni Garu e Mata Zyndu.
Per quanto non mi abbiano convinto pienamente le tempistiche delle tappe del loro rapporto (ma non il rapporto in quanto tale), devo ammettere che Ken Liu ha fatto un bel lavoro nella loro creazione come singoli personaggi.
A fare da contraltare al possente Mata Zyndu, ultimo esponente di una nobile casata il cui crimine è stato quello di trovarsi in contrasto con l'imperatore, c'è Kuni Garu, che ha origini assai più umili ma un'arguzia assai più spiccata; l'autore gioca sin dall'inizio sul fatto che ognuno di loro incarni l'antitesi dell'altro e che questa possa essere al tempo stesso sia la forza sia la debolezza di quel legame che andrà ad instaurarsi tra loro fin dal primo incontro, una chimica che pervade l'intero romanzo e incolla il lettore alle pagine.
Un aspetto del romanzo che ho apprezzato molto è stato l'integrazione della componente fantasy in quello che poteva essere semplicemente un romanzo storico, con l'introduzione di un pantheon di divinità di ispirazione orientale che, al pari ad esempio delle divinità greche all'interno dei poemi omerici, non sempre si limitano ad assistere passivamente allo spettacolo offerto dallo scontro degli uomini ma cercano di favorire il proprio "campione".
Durante la lettura mi ha fatto piacere rendermi conto che l'ampia integrazione all'interno della storia di citazioni storiche e letterarie appartenenti sia alla cultura orientale sia a quella occidentale, elementi che rendono la lettura al tempo stesso piacevole e stimolante, oltre a suscitare vero e proprio desiderio di approfondimento, come nel caso di una particolarità fisica di Mata Zyndu, esplicito richiamo ad un personaggio leggendario di importanza capitale per la Cina.
A mio avviso La grazia dei re è un romanzo ricco di contrasti: ha indubbiamente un intreccio che mira ad essere maestoso ma è talmente strabordante di eventi e Ken Liu sfoggia uno stile di scrittura talmente scarno che all'atto pratico risulta frettoloso, ha una coppia di protagonisti sontuosa ma non riesce a prendersi un po' di tempo per rendere pienamente omaggio a tutti ad una moltitudine di interessanti personaggi con una discreta importanza, il mondo descritto ha grandi potenzialità ma non viene descritto a dovere... Insomma, per quanto mi riguarda se l'autore si fosse rifatto un po' di più alla celebre massima "mostra, non raccontare" il libro sarebbe potuto essere migliore, ma è comunque una lettura molto piacevole di cui aspetto già con trepidazione il secondo volume.





Nonsololibri#10 - REAL

NONSOLOLIBRI #10
REAL

Copertina del primo volume

Titolo: REAL
Autore: Takeihiko Inoue
Volumi: 14 (in corso)
Casa editrice: Planet Manga

Sinossi

Per vincere la sua battaglia contro un osteosarcoma il giovane Kiyoharu Togawa è stato costretto a scegliere tra la sua vita e la sua gamba.
Tomomi Nomiya ha abbandonato la scuola da quando Yasumi Yamashita, una ragazza appena conosciuta che aveva fatto salire sulla sua motocicletta, ha perso l'uso delle gambe a causa dell'incidente stradale nel quale sono rimasti coinvolti.
Il radioso futuro di Hisanobu Takahashi nel mondo del basket professionistico si infrange quando viene investito da un camion; al suo risveglio scopre di essere paraplegico.
Le vicende di questi tre ragazzi si intrecceranno grazie a uno sport: il basket in carrozzina.

Due motivi per scoprire REAL
e uno per andarci piano...

Personaggi: quando vi parlai di Slam Dunk, manga del medesimo autore di REAL, vi parlai di quanto amassi i personaggi un pochino più defilati e meno di quello centrale; in questo manga è successo l'opposto. Lo ammetto: mi sono innamorata di REAL sin dalle prime pagine grazie a Kiyoharu e Tomomi e solo con un pochino più di pazienza sono riuscita ad affezionarmi ad Hisanobu, ma vi assicuro che i miei preferiti in questo manga sono loro. Il motivo?
Intensità: se amate le storie che trasmettono forti emozioni, REAL è perfetto per voi. La storia narrata è tragica ed estremamente realistica, scevra di quell'umorismo un po' infantile di Slam Dunk ma non per questo deprimente. REAL è l'agrodolce rappresentazione della vita di questi tre ragazzi a cui la vita ha dato un colpo da knock out e adesso devono trovare la forza per reagire, sorgendo più forti di prima.

Purtroppo REAL ha anche un grosso difetto...

Discontinuità della serializzazione: negli anni la produttività di Takehiko Inoue ha subito molte battute d'arresto e ad oggi è noto come uno di quegli autori che portano avanti con MOLTA calma le proprie opere. E per molta calma intendo che negli anni l'autore si è preso diverse pause sia per la serializzazione di questa storia sia per quella di Vagabond, titolo che è stato pubblicato un anno prima di REAL e che al momento conta 37 volumi... Ma che è bloccato, ufficialmente per ricerche, dal 2015 (motivo per cui la sottoscritta non è sicura di voler tentare a recuperarne una ristampa)! Dopo una pausa durata dal 2014 al 2019, sono stati pubblicati due nuovi capitoli di REAL ma non è dato sapere quando proseguirà, quindi è giusto dirvi che vi consiglio di recuperare questo manga con la consapevolezza che potreste non vederne mai il finale.


Il portale degli obelischi - Recensione di Mysticmoon

Il portale degli obelischi - N. K. Jemisin
Recensione di Mysticmoon


Titolo: Il portale degli obelischi
Autore: N. K. Jemisin
Traduttore: Alba Mantovani
Genere: narrativa apocalittica
Serie: secondo volume della trilogia La terra spezzata
Editore:  Mondadori Oscar Vault
Pagine: 444
Isbn: 9788804713975

Si ringrazia la casa editrice Mondadori Oscar Vault per aver fornito una copia in anteprima del romanzo in cambio di una recensione onesta

Il portale degli obelischi, secondo volume della trilogia La terra spezzata, è il degno seguito della storia narrata in La quinta stagione.
Se nel primo romanzo osservavamo la storia attraverso tre punti di vista, caratteristica che in un certo senso rendeva più frammentata la narrazione, in questo secondo volume abbiamo la narrazione parallela ma non cronologicamente allineata delle vicende di una delle donne incontrate nel precedente volume e di una nuova protagonista, un cambiamento che a mio parere rende la storia più fluida e coinvolgente.
Personalmente ho avuto l'impressione che l'autrice con questi romanzi voglia ricreare idealmente le dinamiche proprie della teoria della deriva dei continenti: mentre nel primo romanzo si cercava di trasmettere l'idea di una frammentazione sia sociale, con la netta discriminazione compiuta dagli immoti ai danni degli orogeni, sia geologica, data dagli sconquassamenti della terra, nel secondo volume la sensazione è quella di un lento avvicinamento degli elementi cardine di questa storia, come se ci si preparasse ad un impatto violento in grado di rimodellare la realtà nota fino a quel momento. E la prospettiva, non posso nasconderlo, mi preoccupa ed esalta al tempo stesso.
Uno dei punti di forza di questo romanzo, e della serie in generale, è la tematica ecologica. Man mano che la storia avanza il lettore si rende conto che quella potrebbe benissimo essere la Terra in un lontano futuro, con l'umanità costretta a tornare indietro dal punto di vista tecnologico perché il pianeta si è ribellato al suo desiderio di modificarlo, ma al tempo stesso è palpabile la sensazione che questo futuro potrebbe non essere affatto remoto perché ad eventi climatici catastrofici stiamo assistendo già da qualche anno e con il tempo potrebbero diventare sempre peggiori, fino a minacciare la stessa esistenza del genere umano e costringere lui e tutti gli abitanti del pianeta ad evolvere.
Ottima è anche la costruzione della creatura "orogeno", quella che è facilmente intuibile essere una mutazione a cui è stata costretta l'umanità per far fronte alle Stagioni grazie alla capacità di manipolare gli elementi, e alla mitologia che viene costruita attorno ad essa; il rischio di rendere questi personaggi fin troppo potenti era reale, ma la Jemisin riesce a rendere il tutto in maniera verosimile, guidando il lettore alla scoperta di quali siano le loro capacità ed i loro limiti, informazioni ben più significative di quanto lo sembrino in apparenza.
Se dal punto di vista puramente oggettivo ho apprezzato tutti i personaggi della storia, devo dare sfogo al lato più soggettivo della mia personalità ed ammettere che mi sono innamorata del punto di vista introdotto in questo romanzo; N. K. Jemisin è riuscita a rendere la giovane protagonista che ne è il fulcro un personaggio interessantissimo lavorando sulla sua psicologia, caratterizzandola con una forte luce ma anche con ombre inquietanti, una combinazione che rappresenta benissimo sia questi contrasti interni sia quelli esterni che questa giovane dovrà affrontare. Riguardo al secondo punto di vista, ossia quello già conosciuto dal lettore, ho apprezzato particolarmente l'evoluzione compiuta nel corso di questo romanzo e sono certa che nel prossimo riserverà molte soddisfazioni.
Consiglio spassionatamente la lettura di questo romanzo e non vedo l'ora di leggere Il cielo di pietra.




Chiudo gli occhi - Recensione di Mysticmoon

Chiudo gli occhi – Floriana Naso
Recensione di Mysticmoon

Titolo: Chiudo gli occhi
Autore: Floriana Naso
Genere: thriller psicologico
Editore: Edizioni Convalle
Pagine: 204
ISBN: 9788885434394

Giulia è una ragazza comune sotto ogni punto di vista: ha una famiglia che con sacrificio le permette di proseguire gli studi universitari di psicologia, una sorella più affascinante di lei con la quale bisticcia spesso ed un'amica che farebbe di tutto per lei.
Sarà proprio mentre è in compagnia dell'amica Angelica che Giulia incontrerà Giorgio, un uomo ricco e affascinante che riesce a farla sentire la donna più amata del mondo. Ma sarà davvero così?

Si ringrazia l'autrice per aver fornito una copia del romanzo in cambio di una recensione onesta

Il precedente romanzo di Floriana Naso (di cui trovate la recensione qui) mi era piaciuto davvero tanto e per questo, quando mi è stato chiesto di recensire anche questo nuovo romanzo, non ho esitato un istante prima di accettare.
Sono stata onesta allora nel complimentarmi con Floriana per quel romanzo e sarò onesta anche in questa occasione: "Chiudo gli occhi" è un romanzo che non mi ha particolarmente entusiasmato, soprattutto considerando quanto avevo apprezzato il precedente.
In tutta sincerità, uno scoglio che ho dovuto superare è stato quello di avvicinarmi a Giulia, voce narrante e protagonista di questa storia; in tutta onestà, credo di essere troppo vecchia e inacidita per riuscire a subire supinamente le lamentele di una ragazza talmente insicura da non comprendere le più che palesi manifestazioni di interesse da parte di un uomo, quindi nonostante io abbia cercato di comprenderla in quelle pagine Giulia mi ha letteralmente fatto venire i nervi! Per fortuna pian piano sono riuscita ad entrare in sintonia con questa ragazza ed apprezzarla, nonostante in alcuni momenti sia fin troppo naif e nei dialoghi riguardanti la sorella scada troppo spesso nello slut shaming come reazione al fatto che questa critichi le sue forme più morbide.
Al di là di questa considerazione molto personale, trovo che Giulia sia stata una buona protagonista: sin dalle prime pagine del romanzo l'autrice riesce a dipingere un quadro abbastanza completo del suo carattere, connotandola non solo con una dilagante insicurezza cronica che la inibisce in tutti i campi e che rispecchia quello che sentono tante ragazze in quel periodo della vita, ma anche con una invidiabile tempra morale che man mano si rafforza nonostante le difficoltà, una caratteristica che si capisce esserle stata trasmessa da un padre che rispetto ad altri non compare moltissimo nel romanzo ma si dimostra un personaggio molto incisivo.
Ho avuto un'opinione positiva anche nei confronti del personaggio di Giorgio, a mio parere il più riusciuto; Floriana Naso è riuscita a renderlo un personaggio molto concreto, puntando sulle varie sfaccettature della sua personalità e rappresentandolo come il perfetto personaggio border line, incline a sguazzare nell'oscurità ma anche attratto dal bene, incarnato proprio da una protagonista con un forte senso di giustizia.
Durante la lettura del romanzo ho notato quella che potrebbe sembrare una facezia ma che la sottoscritta non considera tale: in alcune occasioni c'è una discrepanza tra il tempo della narrazione, ossia il presente, e quello che la protagonista, che è anche la voce narrante, riferisce al lettore. Quando si narra in prima persona e al presente il narratore non dovrebbe parlare di cose di cui non è a conoscenza, ma proprio nelle prime pagine del libro Giulia, parlando uno dei suoi familiari, riferisce una situazione di cui scopriamo solo successivamente non essere a conoscenza; probabilmente la maggior parte dei lettori non lo riterrà un gran problema ma alla sottoscritta certi dettagli fanno lo stesso effetto di un sassolino in una scarpa, anche perché è un'incongruenza davvero facile da notare.
Altra critica che devo muovere al romanzo riguarda lo sviluppo della storia.
Ho affrontato questo romanzo con le stesse certezze che si potrebbero avere facendo bungee jumping, ossia gettandomi nel vuoto affidandomi solo ad una corda, che nel mio caso era il fatto che si trattasse di un thriller, e per questo sono rimasta piuttosto delusa quando, a lettura ultimata, mi sono resa conto che questo romanzo era più un romance che un thriller. Sia chiaro, apprezzo la lenta costruzione della tensione tramite piccoli segnali da cogliere tra le righe ma in questo caso il romanzo prende la tanto attesa repentina virata quando ormai siamo agli sgoccioli e, se da una parte il ritmo più vivace ha giovato alla storia, dall'altra si risolve tutto con una fretta che cozza prepotentemente con la lentezza iniziale e, almeno per quanto mi riguarda, mi ha lasciata insoddisfatta. Tra l'altro, fortunatamente ho letto solo successivamente la sinossi perché mi sono resa conto che in quel caso mi sarei ritrovata anche frustrata perché lì viene detto davvero molto della storia.
Come credo sia facile intuire, questo romanzo mi ha delusa sotto diversi punti di vista ma non me la sento di condannarlo in toto perché l'idea alla base è buona, i personaggi principali sono ben costruiti e soprattutto, tranne qualche refuso, è davvero ben scritto dal punto di vista oggettivo; probabilmente uno dei maggiori problemi di questo romanzo è semplicemente il non essere stato all'altezza delle mie aspettative, motivo per cui ho notato tante piccoli dettagli dissonanti che sommandosi mi hanno fatto storcere il naso.



La quinta stagione - Recensione di Mysticmoon

La quinta stagione - N. K. Jemisin
Recensione di Mysticmoon


Titolo: La quinta stagione
Autore: N. K. Jemisin
Traduzione: Alba Mantovani
Genere: narrativa apocalittica
Serie: primo volume della trilogia La terra spezzata
Editore:  Mondadori Oscar Vault
Pagine: 516
Isbn: 9788804710288

L'immenso continente noto come l'Immoto è periodicamente flagellato da una Quinta Stagione, un periodo più o meno lungo durante il quale la sopravvivenza dell'umanità è messa a repentaglio da cataclismi naturali.
Per chiunque ne abbia vissuta una, la Quinta Stagione è la fine del mondo... Ma se quella appena iniziata lo fosse davvero?


Quello che stiamo vivendo non è certamente un periodo tranquillo per il nostro pianeta e, lo ammetto, leggere La quinta stagione di N. K. Jemisin in questi giorni non ha aiuta a calmare i nervi... Ma d'altro canto quello di cui voglio parlare oggi è un romanzo talmente valido che ne vale la pena.
Quelle narrate in questo romanzo sono le storie di Essun, Syenite e Damaya, tre donne di diversa età e provenienza accomunate dall'orogenia, ossia l'innata capacità di sentire e agire sulle forze della natura, un potere che è a tutti gli effetti un dono ma che dagli immoti è visto come una minaccia.
Non vi dirò molto sulla trama di questo romanzo principalmente perché vorrei dare anche a voi l'opportunità di scoprire frammento dopo frammento la storia di queste tre donne e del mondo ostile che le circonda, mentre vorrei soffermarmi sulla scrittura del romanzo.
Siamo abituati a leggere romanzi che principalmente vengono narrate o in prima persona singolare o in terza persona singolare per un motivo specifico: per narrare in seconda persona singolare, ossia dando del tu al personaggio della storia, è necessario essere davvero bravi. Il motivo? Senza scendere troppo nel lato tecnico, narrare in seconda persona è più complesso perché si richiede al lettore di essere protagonista "attivo" con la consapevolezza di essere un semplice spettatore, stabilendo un patto narrativo tra narratore e narratario più impegnativo, di conseguenza è più complesso mantenerlo in storie lunghe e articolate come un romanzo piuttosto che in un racconto.
N.K. Jemisin ha avuto l'audacia e al tempo stesso la furbizia di scegliere un narratore di seconda persona singolare per una delle sue donne, dando così prova di essere perfettamente in grado di sfruttare questo tipo di narrazione ma al tempo stesso senza richiedere uno sforzo particolare al lettore abituato a tipi di narrazione più classici; tra l'altro la Jemisin non rende affatto pesante questa sua particolare scelta quindi il romanzo procede fluidamente dalla prima all'ultima pagina.
Vi avviso che La quinta stagione non è per tutti perché quella narrata è una storia che deve essere ben assorbita e di conseguenza ha un ritmo tranquillo, privo della fretta di arrivare dal punto A al punto B; se cercate un romanzo ricco d'azione o non siete disposti a sottostare ai tempi pacati dell'autrice, forse fareste meglio a cambiare libro... Ma vi avviso che vi perdereste un romanzo profondo ed interessante, ricco di spunti di riflessione e sentimento.
Io l'ho amato e sto già leggendo Il portale degli obelischi, in uscita il 12 maggio per Mondadori Oscar Vault e di cui avrete prestissimo una recensione.