La scomparsa di Stephanie Mailer - Recensione di Martina Giostra


La scomparsa di Stephanie Mailer  - Di Joel Dicker

Recensione di Martina Giostra




Titolo: La scomparsa di Stwphanie Mailer
Autore: Joël Dicker
Genere: giallo
Editore:  La nave di Teseo
Pagine: 708
Isbn: 9788893445092

Trama
Estate 1994, ad Orphea, una ridente cittadina degli Hampton nello stato di New York, viene sconvolta da un brutale quadruplice omicidio: il sindaco e la sua famiglia vengono uccisi e contemporaneamente viene rinvenuto il cadavere di una ragazza: Meghan libraia molto conosciuta in città, che era uscita per fare jogging. Incaricati per indagare su questo atroce delitto, sono Jesse Rosenberg e Derek Scott, due giovani e promettenti agenti che nel giro di qualche mese riescono ad individuale l’assassino e chiudere il caso.
Estate 2014, Jesse Rosenberg, ormai capitano di Polizia, si prepara ad andare in pensione, fa la conoscenza di una giovane giornalista Stephanie Mailer, la quale gli comunica che il caso del 1994 non è stato affatto risolto e che quello che vent’anni prima fu identificato come l’assassino in realtà era innocente. Ma la giovane non fa in tempo a dargli ulteriore informazioni perché 24 ore dopo scompare misteriosamente, questo fatto, insieme alle nuove informazioni acquisite, fa si che il Capitano Jesse Rosenberg, contro tutto e tutti, metta da parte i moduli del pensionamento e riapra il caso che vent’anni fa gli ha cambiato irrimediabilmente la vita.

Recensione
Vorrei iniziare la recensione con una premessa, e cioè che io ho sempre avuto questa malsana idea che ogni scrittore scriva un solo capolavoro nella propria carriera, e secondo il mio parere, Dicker questa carta se l’è giocata con “ La verità sul caso Harry Quebert” (qui recensione di Giorgia Wasp), ma anche “ La scomparsa di Stephanie Mailer” si difende bene.

“-La risposta era sotto i suoi occhi Capitano Rosenberg, solo che non l’ha     vista.
- Temo di non seguirla, Stephanie.
Lei alzò la mano e la porta all’altezza dei miei occhi.
-Cosa vede Capitano?
-La sua mano.
-Le sto mostrando le dita.
-Ma io vedo la sua mano.
-E’ proprio questo il problema (…) ha visto ciò che voleva vedere e non ciò che le veniva mostrato. E’ stato questo il suo sbaglio, vent’anni fa.”

Dicker non si smentisce mai, già con questo dialogo posto all’inizio della storia riesce ad accendere nel lettore la curiosità di continuare a leggere.
Il romanzo scorre bene, come tutte le sue opere d’altronde, ma sarà per via di un lavoro che ho iniziato da poco che mi ha portato ad affrontare questo romanzo in maniera un po’ distratta tanto che la lettura de “la scomparsa di Stephanie Mailer” si è trascinata un po’ troppo per le lunghe secondo i miei soliti standard.
A mio parere, Dicker, poteva risparmiarsi molti aneddoti e dettagli, che seppur importanti per conoscere la storia personale di molti personaggi di “contorno”, ma che raccontati a “singhiozzi” come nel libro, possono portare il lettore fuori strada dalla trama principale. Una scelta che può essere interpretata come un modo per tenere incollati alle pagine, non per nulla Dicker è il re delle trame complicate.
Personaggi molto ben costruiti e caratterizzati tanto che ad un certo punto mi sembrava di leggere un romanzo di Agatha Christie dove tutti hanno qualcosa da nascondere.
Consiglio questo libro perché è scritto veramente bene e porta il lettore a “sfidare” il Capitano Rosenberg nell’indagine per scoprire l’identità del vero assassino ma non posso fare a meno di confrontarlo con “La verità sul caso Harry Quebert” e devo dire che non mi ha lasciato nessuna emozione finale come “Quebert” all’epoca è riuscito a fare.

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