Eleanor
Oliphant sta benissimo – Gail Honeyman
Recensione
di Giorgia Wasp
Titolo:
Eleanor Oliphant sta benissimo
Autore:
Gail Honeyman
Genere:
Romanzo
Editore: Garzanti
Pagine: 344
Eleanor
è una ragazza particolare, ama la sua routine e non sente il bisogno di
interagire con il mondo se non per motivate e necessarie esigenze.
Quest’anno nessuno è stato a casa mia, a parte qualche venditore
professionale di servizi, ma di mia spontanea volontà non ho invitato alcun
essere umano a varcare la soglia, tranne che per leggere i contatori. Pensate
che sia impossibile? E invece è vero. Io esisto, no? A volte ho la sensazione
di non trovarmi qui e di essere un frammento della mia immaginazione.
Il
suo mondo cambierà improvvisamente quando due diversi fattori sconvolgeranno la
sua vita: la conoscenza di Raymond e l’incontro con la persona che essa stessa
riterrà la migliore per la costruzione di un rapporto.
Avevo i dorsi delle mani tatuati d’inchiostro nero, il suo nome
ripetuto più volte, scritto all’interno di cuoricini, cosicché restava a
malapena un centimetro quadrato di pelle intonsa.
Il
romanzo scritto in prima persona riesce egregiamente a far immergere il lettore
nella mente della protagonista, nel suo modo particolare, che va oltre ogni
schema sociale, di guardare il mondo.
Il
lettore non ha immediatamente tutte le informazioni necessarie per imparare a
decifrare il perché Eleanor sia in quel modo, ma poco a poco andando avanti con
la lettura verrà alla luce il suo passato.
Sul mio cuore ci sono cicatrici altrettanto spesse e deturpanti
di quelle che ho in viso. So che ci sono. Spero che resti un po’ di tessuto
integro, una chiazza attraverso la quale l’amore possa penetrare e defluire. Lo
spero.
I
temi trattati in questo libro sono diversi:
-
la solitudine umana: a volte proviamo a
convincerci di stare bene da soli, che noi ci bastiamo, che non servono gli
altri per essere felici; ma è assolutamente falso in quanto quella non è vita
ma un semplice esistere.
-
gli abusi: parliamo di vessazioni
fisiche e mentali che i minori sono costretti a subire e che ne condizionano la
crescita. Eleanor in questo caso ne è un esempio lampante, infatti gli
insegnamenti materni ne condizioneranno la vita destabilizzandola.
-
La speranza: questo è sicuramente il
tema che mi è piaciuto maggiormente, nonostante le paranoie della protagonista,
le sue ossessioni, il suo essere anti- sociale, riesce a trovare degli amici
che riescono ad accettarla nonostante tutti i suoi difetti mostrandole un modo
diverso di vivere.
-
Infine questo libro mi ha dato modo di
riflettere molto su un aspetto in particolare: la superficialità con la quale
giudichiamo il prossimo senza conoscerne la sua storia.
La
vita di Eleanor è una vita statica, fatta di certezze derivanti dal suo modo di
scandire la vita con gesti sempre uguali. La conoscenza di Raymond, che con la
sua perseveranza riuscirà a farsi accettare, e Sammy, l’anziano signore, di
fatto le mostreranno una vita alternativa fatta di amore e comprensione che le permetteranno
di iniziare a provare finalmente sentimenti che da troppo tempo aveva cercato
di sopire.
Il
personaggio che mi ha destabilizzato di più è stata la figura materna, anche se
solamente accennata è sempre stata presente nel racconto, influenzando la
protagonista.
«ah, sull’altra guancia hai ancora spazio per altre ferite, non
è vero? Porgi l’altra guancia alla mamma, Eleanor, da brava».
Questo
è un romanzo molto interessante che consiglio soprattutto a coloro che vogliono
leggere qualcosa di diverso.
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