Non è detto che mi manchi - Recensione di Mysticmoon


Non è detto che mi manchi - Bianca Marconero
Recensione di Mysticmoon



Titolo: Non è detto che mi manchi
Autore: Bianca Marconero
Genere: romance
Editore: Newton Compton
Pagine: 320
ISBN: 9788822719911

Pietro Foscarini, detto Fosco, è un venticinquenne con la passione per il parkour, i videogiochi e la sua fidanzata Gaia, una donna per la quale il giovane ha buttato all’aria l’opportunità di fare carriera nel mondo della programmazione per un impiego a Power Player, rivista di settore appartenente al terzo gruppo editoriale più importante d’Italia.
Emilia Leskova è una ventunenne che, diventata famosa anni prima grazie ad uno spot per un noto marchio di caramelle, è tornata alla ribalta grazie al successo di suoi scatti sui social network e per questo è stata scelta per una collaborazione trimestrale con “Lollipop”, altra rivista del medesimo gruppo editoriale.
Le redazioni di entrambi i giornali sono all’interno del palazzo Francalanza Visconti, a tre soli piani di distanza l’una dall’altra, e se da un lato non è difficile immaginare che le strade dei due possano incontrarsi, dall’altro è difficile credere che due persone tanto diverse possano avere molto in comune.

Il blog Leggere come se non ci fosse un domani ringrazia la casa editrice Newton Compton per la copia inviata in anteprima

Vi svelerò un torbido segreto: è possibile capire quanto un libro mi sia piaciuto dal livello di agitazione che traspare durante la lettura.
Di norma sono una lettrice molto composta, al massimo se sono sul letto mi rotolo come una cotoletta in fase di panatura, ma quando un libro mi prende davvero tanto inizio a dare segni d’irrequietezza, come passarmi una mano tra i capelli o tamburellare con le dita su qualsiasi superfice rigida a mia disposizione, ma il momento in cui si capisce quanto mi sia piaciuto un libro è quando inizio a parlargli; più il dialogo con il libro è prolungato, maggiore è il gradimento.
Sappiate che ho iniziato a chiacchierare con “Non è detto che mi manchi” più o meno intorno alla metà del primo capitolo e non ho più smesso fino a quando non sono arrivata all’ultima riga perché questo romanzo è davvero una bomba.
Avevo già espresso il mio apprezzamento per Bianca Marconero nella recensione di “Un altro giorno ancora”, un libro che ho amato alla follia e che è una delle letture migliori dell’anno, ma con questo romanzo se possibile l’ho apprezzato ancora di più.
Non è detto che mi manchi è un romanzo che ti strappa l’anima dal petto in più di un’occasione, lasciandoti bocconi sul pavimento a cercare tastoni i resti del tuo cuore infranto perché gli occhi sono troppo impegnati a continuare a leggere le vicende di Emilia e Pietro, due creature profondamente diverse sotto molti punti di vista, dall’estrazione sociale all’istruzione per arrivare ai loro sogni e alle passioni che nascondono, ma tremendamente uguali per quel senso d’inferiorità instillato loro dalle rispettive famiglie, un vuoto pneumatico che permette loro di avvicinarsi e trovarsi, riempiendolo con un sentimento meraviglioso che riuscirebbe a commuovere anche i sassi. Ed io, che sono un monolite che è difficile coinvolgere oltre il limite del contegno, ho riso e pianto con loro, li ho criticati per i loro sbagli e ho sospirato per le parole non dette, lasciandomi trascinare in una storia meravigliosa perché ricca di quelle umane imperfezioni che rendono l’esistenza viva e pulsante, degna di essere vissuta nonostante i dolori e le delusioni perché senza i momenti bui sarebbe impossibile riconoscere la vera felicità.
Ho amato ogni singolo personaggio di questo libro, da quell’arpia della madre di Emilia (roba da far venire gli incubi a madame Tremaine di Cenerentola) all’algido padre di Pietro, passando da Gaia e Marilù fino ad Alberto Bentivoglio, che con i suoi commenti alla stampa mi faceva sbellicare, ma un posto speciale nel mio cuore accanto ad Emilia e Pietro lo occupano senza dubbio alcuno Alessandro e Alice, questa coppia di nemiciamici che mi hanno fatta ridere e disperare tanto quanto quei meravigliosi protagonisti perché delineati in maniera talmente realistica e vivida che ogni volta che apparivano in scena mi aspettavo che sbucassero a battibeccare nella stanza.
L’atmosfera immersiva di questa Milano autunnale è stato il tocco di classe che ha reso questa storia tanto appassionante; ho avuto l’impressione di essere catapultata in questa città a me sconosciuta quanto ho sentito vicini e vivi i personaggi di questa storia ed è questo che rende questo meraviglioso romanzo ancora più bello.
Ultimi ma non meno importanti, i rimandi cinematografici. La sottoscritta è celebre per la sua memoria con più buchi del groviera, ma quando mi trovo davanti a frasi che richiamano uno dei miei film preferiti come Il destino di un cavaliere io non posso fare a meno di sentirmi sollevata a un palmo da terra e in questo libro non è stata l’unica volta in cui un gruppo di parole sistemate in uno specifico modo mi hanno fatta sussultare.
Concludo questa recensione facendo i complimenti alla scrittrice perché in pochi hanno il dono di usare in questo modo le parole e sono ancora meno quelli che riescono ad imbrigliarlo per dare gioia al prossimo. E Bianca Marconero è tremendamente brava in questo.

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