Red
– Isabelle Ronin
Recensione
di Giorgia Wasp
Titolo:
Red - Chasing Red 1
Autore:
Isabelle Ronin
Genere:
young adult
Serie:
1° volume della serie Chasin Red
Editore: Mondadori
Pagine: 284
Isbn: 9788804687726
Veronica
è sola al mondo, ha perso tutto e decide di passare un’unica notte in discoteca
per dimenticare la sua condizione, proprio qui la sua strada si incrocia
miracolosamente con quella di Caleb, ragazzo ricco che nella vita ha avuto
tutto senza dover mai chiedere nulla. Inizia così un’improbabile convivenza.
Questo
romanzo, pur nella sua banalità, riesce a far intuire al lettore il bisogno
adolescenziale dell’auto promozione del sé. I protagonisti infatti sono sempre
persone appartenenti ad un certo status sociale, che anche se piatti e con minime
descrizioni riescono a mettere in evidenza da un lato la ricchezza appartenente
alle famiglie altolocate dalle quali provengono e dall’altro il loro apparire:
ragazzi alti, belli, senza imperfezioni di sorta.
La
mediocrità in questi romanzi non viene minimamente contemplata, caratteristica
che purtroppo contraddistingue la società moderna che crea persone mediocri in
qualsiasi campo (scusate lo sfogo).
La
trama assolutamente prevedibile ricalca questo modo di essere dei ragazzi;
l’intreccio che dovrebbe (ripeto dovrebbe perché in questo romanzo non ce n’è
traccia) colpire il lettore è scontato fino all’inverosimile: i due
protagonisti si incontrano per sbaglio, si innamorano dopo un primo sguardo,
lei povera ragazza intelligente (nel romanzo a volte viene nominata
l’intelligenza della protagonista ma io da lettrice non l’ho notata) poco
socievole e virginale, lui giovane ragazzo bellissimo, un Don Giovanni
scapestrato e senza scrupoli inizia a corteggiarla decidendo di abbandonare la
vecchia vita fatta di conquiste di una notte per poterle dimostrare di essere
degno del suo amore. In seguito per creare una sorta di suspense (almeno credo
dato che ripeto non ho trovato traccia di niente in questo romanzo) lui la
tradisce / c’è un fraintendimento e lei lo lascia ribadendo il suo essere forte
e indipendente.
Per
quanto riguarda i personaggi sono talmente stereotipati che risultano piatti,
nel romanzo non emerge un briciolo di personalità che potrebbe o dovrebbe
contraddistinguerli (soprattutto il personaggio maschile). Lo spessore dei
dialoghi è nullo se non inesistente, sono un ripetersi di banalità. Il contesto
spaziale che dovrebbe contenere lo svolgersi delle scene risulta nullo, il
personaggio di turno viene collocato in un ambiente che rimane del tutto alieno
al lettore tanto da far fatica a immaginare dove succede cosa; inoltre in
alcune descrizioni (minime vorrei precisare) gli spazi sono inverosimili ad
esempio in una scena in cui lei ha un attacco di panico dentro casa e corre
dritto per un infinità di tempo… scusa ma un muro in questa casa non ce l’ha??
Mi
dispiace ammettere che non sono riuscita a capire il successo di questo libro
in quanto a mio modesto parere ha ricalcato una serie di altri libri già
pubblicati e sicuramente meglio formati; tanto che potrei elencare almeno altri
dieci libri con la medesima trama.
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