Flawed.
Gli imperfetti – Cecelia Ahern
Recensione
di Mysticmoon
Titolo:
Flawed. Gli imperfetti
Autore:
Cecelia Ahern
Genere:
distopico
Editore: DeA Planeta Libri
Pagine: 416
ISBN: 9788851139902
Primo volume della duologia Flawed
Celestine
North ha diciassette anni e un futuro radioso già pianificato: fidanzata con il
vicino di casa Art, Celestine è una ragazza bella e brillante che crede
ciecamente nella logica che regola la matematica, disciplina che approfondirà
all’università.
A
differenza di sua sorella maggiore June e dell’amato nonno, Celestine nutre una
grande fiducia nel sistema del suo paese, dove al fianco della classica
giustizia, quella che punisce con la detenzione coloro che hanno compiuto dei
reati, vi è quella della Gilda, il tribunale al capo del quale c'è il giudice
Crevan, amico di famiglia nonché padre del suo ragazzo; nata come tribunale
temporaneo per spingere i dirigenti delle grandi società a riflettere
maggiormente prima di compiere una scelta, la Gilda con il tempo è diventato un
organo giudiziario dove gli errori compiuti dai cittadini vengono giudicati e,
in caso di colpevolezza, dichiarati Fallati, marchiati a fuoco in una parte del
corpo collegata al loro errore e sottoposti per l’intera vita a pesanti limitazioni
della libertà personale, rendendoli di fatto dei paria all’interno della
società.
Celestine
è vista da tutti come l'incarnazione della ragazza perfetta, ma le cose
cambiano quando una mattina un Fallato sale sull'autobus a bordo del quale la
ragazza stava andando a scuola. Quando gli occhi della ragazza si posano
sull’uomo la ragazza non vede semplicemente un uomo che ha sbagliato ma un
anziano malato; quel momento cambierà per sempre la sua vita.
Il
nome di Cecelia Ahern è decisamente una delle più celebri autrici irlandesi: i
suoi libri sono tradotti in tutto il mondo e grazie alle trasposizioni
cinematografiche alcune sue storie sono note anche a coloro che non amano la
lettura.
Permettetemi
una piccola digressione riguardo al genere distopico, che è quello a cui
appartiene questo libro: quando la trilogia di Hunger Games è diventata un film
c’è stato un boom di questa tipologia di libri, e non ci sarebbe nulla di male…
se non fosse che spesso e volentieri il termine “distopico” viene usato a sproposito
per descrivere romanzi la cui ambientazione è un mondo post-cataclisma/disastro
nucleare e non solo quei romanzi in cui, che sia dopo un evento catastrofico
oppure no, la vita viene condizionata da qualcuno o qualcosa che ha talmente
tanto potere da opprimere o condizionare fortemente la società, che non è
quindi libera.
Flawed
è una distopia? Sì.
Flawed
è una buona distopia? Sì e no.
Se
da una parte il romanzo di Cecelia Ahern mi è piaciuto davvero moltissimo,
dall’altra non ho potuto fare a meno di notare un problema a dir poco
mastodontico: possibile che per un errore di giudizio o una menzogna, per
quanto di grande portata, non solo si venga marchiati come capi di bestiame ma
si venga condannati a un’esistenza sotto costante sorveglianza in cui, citando
solo un paio delle diverse limitazioni a cui queste persone sono sottoposte,
non si potranno mai più bere alcolici o andare all’estero? Se questo sistema
venisse applicato anche a coloro che compiono dei reati lo comprenderei, ma da
quanto si evince dal romanzo, se queste persone non vengono giudicate dalla
Gilda, una volta scontata la pena detentiva possono tornare a fare una vita
normalissima. E questo lo trovo davvero molto stonato.
A
parte questo “dettaglio” che ha richiesto alla mia sospensione dell’incredulità
uno sforzo non indifferente, Flawed è un romanzo che mi è piaciuto molto.
Celestine,
che è anche la voce narrante della storia, è una protagonista molto umana: la
incontriamo per la prima volta ancora “bambina” perché, nonostante abbia
vissuto in questa realtà per tutti i diciassette anni della sua vita, è con
quello sguardo che osserva il mondo che la circonda, in primis il vicino di
casa Bosco Crevan, un uomo tanto importante che lei ha sempre visto nelle vesti
informali di marito afflitto e di padre del suo ragazzo; ad aprirle gli occhi
per la prima volta è l’arresto di Angelina, una vicina di casa accusata di aver
accompagnato diversi anni prima l’anziana madre malata a raggiungere un paese
in cui l’eutanasia fosse legale, un evento che la spinge a farsi le stesse
domande della sorella maggiore Juniper e di loro nonno, un uomo che proprio per
le sue idee è stato allontanato dall’idilliaco quartiere in cui i suoi parenti
ed uno dei giudici della Gilda vivono fianco a fianco d’amore e d’accordo.
Sarà
in nome di queste domande che Celestine si macchierà di un crimine che non
sembra tale: cerca di prestare aiuto a un Fallato, un gesto che nei confronti
di chiunque sarebbe lodato ma che, se rivolto a uno di questi paria,
costituisce reato.
Il
romanzo di Cecelia Ahern per certi aspetti è da brividi, ed il motivo è la
presenza di queste scene di ordinaria follia; coloro che hanno un marchio
impresso a fuoco sulla pelle sono cittadini e al tempo stesso non lo sono,
sottoposti ad agghiaccianti limitazioni della libertà personale a causa di un
errore, e poco importa se si tratti di buona fede o di malafede.
Flawed
è un romanzo distopico proprio a causa della Gilda, del potere che ha sulla
popolazione nonostante non rappresenti il governo del paese, collocato in un
tempo sospeso che somiglia in tutto e per tutto al nostro tranne per questa
piccola, sostanziale differenza; è questo l’elemento che permette a un romanzo
di fregiarsi del titolo di “romanzo distopico”.
Destinato
principalmente ad un pubblico di giovani lettori, Flawed è un romanzo che può
piacere anche ai lettori più maturi principalmente grazie alla forza della sua
protagonista, una semplice ragazza che pian piano realizza non solo quanto il
suo mondo perfetto sia in realtà ricco di difetti, ma che queste imperfezioni
non sono sempre qualcosa di negativo, così come il fatto che l’essere umano sia
imperfetto di natura è quanto di più bello possa offrire l’esperienza del
vivere; l’esistenza è un susseguirsi di scelte, che possono essere giuste o
sbagliate ma in egual misura ci formano, come i tasselli di puzzle, ognuno con
i propri margini imperfetti ma allo stesso tempo ciascuno con la sua
fondamentale importanza.
Persino
la creatura che si ritiene la più perfetta di tutte non lo è completamente,
perché è nell’arroganza di ritenersi superiore agli altri la sua maggiore
imperfezione.
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