Soffocami
– Chiara Cilli
Recensione
di Giorgia Wasp
Titolo:
Soffocami
Autore:
Chiara Cilli
Genere:
dark
Serie:
1° romanzo della serie Blood Bonds
Editore: Createspace
Pagine: 402
Isbn: 9781512239577
I fratelli Lamaze hanno un unico
obbiettivo, riuscire a vendicarsi dei soprusi subiti e finalmente essere
liberi.
Avevo dieci anni quando ero
stato abbrancato dall’odio più feroce e dalla vergogna più crudele.
Non avevo mai finto di non
capire.
Fin dall’inizio l’avevo guardato
negli occhi. Gli occhi del diavolo. Non avevo mai lottato.
Per raggiungere questo obbiettivo hanno
bisogno di una vittima; Aleksandra Nikolayev: giovane rampolla di una ricca
famiglia, fin da subito decide di seguire le orme del padre ed entrare nell’impresa
di famiglia, ovvero gestire uno dei più prestigiosi maneggi del Kentucky.
Durante un galà tenutosi in onore della
scuderia Aleksandra sarà rapita, dovrà pagare per le colpe del padre.
Non potevo nascondermi.
Non potevo scappare.
Non potevo sparire.
Non potevo smettere di
pensare.
Inizia così la sua prigionia che la
porterà a conoscere tutti i componenti della famiglia Lamaze i quali, ognuno a
modo proprio, riusciranno a destabilizzarla.
Come una fiamma che pian piano
prende vita, così un’espressione di cupa determinazione affiorò sul suo volto e
la sua voce risuonò più ferrea di quella di un leader.
«Allora mi salverò da sola».
Questo romanzo mi ha sconvolto, alcune
scene rappresentate sono state “pesanti” nel senso che sono riuscite a dare
vita a tutti i peggiori incubi di una ragazza. Una scena in particolar modo mi
ha talmente scombussolato che ho dovuto momentaneamente abbandonare la lettura per
poi ovviamente riprenderla.
La trama del romanzo infatti risulta
essere molto avvincente e ben strutturata, i colpi di scena si susseguono
rendendo il ritmo della narrazione incalzante.
I personaggi sono ben costruiti nelle
loro perversioni, anche se forse alcuni di questi sono un po’ troppo
stereotipati, o meglio avrei sicuramente preferito conoscere qualche altro lato
del loro carattere data la loro descrizione pressoché statica. Spero vivamente
che nel secondo volume emergano nuove sfaccettature che rendano questi ragazzi
meno “mostri”.
Tutto in me gridava il suo
nome.
Tutto di lei portava il mio
nome.
Un possesso che avrei
sigillato col sangue, prima di cavarle il cuore e consegnarlo a suo padre.
Per quanto riguarda l’ambientazione del
romanzo, nonostante si parli di luoghi spettacolari (come ad esempio il
castello dei Lamaze, o i Carpazi in generale) non vengono mai descritti in
maniera approfondita, ma semplicemente nominati. Le scene si svolgono
principalmente in determinati luoghi, mentre mi sarebbe piaciuto poter
visualizzare anche degli altri.
La protagonista femminile Alexsandra è
sicuramente un personaggio ambivalente, nonostante una parte di lei, diciamoci
pure quella carnale, voglia Henri, dall’altra è terrorizzata da lui.
Sicuramente l’autrice con l’utilizzo della figura retorica dell’ossimoro, in
più di un passaggio, riesce a descrivere bene lo stato d’animo della ragazza.
Mi guardava con un’espressione
colma di astio e libidine e furia e trepidazione.
Un’espressione che mi
ipnotizzò.
Henri viene descritto come una persona
forte, mentre quello che la Cilli è riuscita con maestria a far emergere è
sicuramente il lato fragile del protagonista. Fragilità dovuta al non
superamento degli abusi subiti nell’infanzia tanto da sentire la necessità di
sfogarsi su persone innocenti.
André è il personaggio che viene descritto
di meno, o per meglio dire, oltre alla forza bruta e alla sua abilità nell’utilizzo
del coltello non viene menzionato, per cui aspetto con ansia di poter approfondire
i suoi tratti caratteriali.
Il personaggio che mi ha infastidito di
più (tra l’altro quello che non ha mai alzato un dito sulla povera ragazza, per
cui non prendetemi per matta) è Armand in quanto ogni sua azione è dettata dal
rimpianto che prova nel non essere riuscito a salvare i fratelli e di
conseguenza in maniera molto subdola decide di sacrificare una vita solo per ripulirsi
la coscienza.
Un romanzo sicuramente consigliato per
tutte le amanti del Dark Romance; per me forse un po’ troppo violento, avrei
infatti sicuramente omesso qualche scena in quanto non comprendo l’uso della violenza
fisica allo scopo di intimorire o dominare una persona, soprattutto quando
questa è una donna.
in fatto di violenza già il titolo non prometteva molto bene e, diciamo, che la famiglia Lamaze non è la tipica famiglia del Mulino Bianco (messaggio promozionale)
RispondiEliminaSi infatti il titolo è molto esplicito di per se (sfortunatamente non si riferisce ad un "soffocami d'amore" inquietante anche questo secondo caso a ben pensarci), il paragone con la famiglia del Mulino Bianco è stato esilarante
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