Memorie
di una cagna – Francesca Petrizzo
Recensione
di Mysticmoon
Titolo:
Memorie di una cagna
Autore:
Francesca Petrizzo
Genere:
storico
Editore: Frassinelli
Pagine: 246
Isbn: 9788888320526
Chi
era davvero Elena, la donna per la quale i re di tutta la Grecia hanno
assediato per dieci anni Troia, una città che venne rasa al suolo a causa della
sconsiderata passione tra un suo principe e la moglie del re di Sparta?
Era
davvero la figlia di Tindaro, re di Sparta, o suo padre è uno dei numerosi
amanti di sua madre Leda?
Era
davvero bella come narra la leggenda? O forse questa eccezionale piacevolezza
non risiedeva solo nelle sue sembianze?
Chi
era Elena di Sparta?
Chi
era Elena di Troia?
Nel
memoriale della donna dalla bellezza leggendaria Francesca Petrizzo mette da
parte qualsiasi accenno al sovrannaturale per narrare una storia di Elena
terrena come poche altre, meno magica di quella che si può trovare tra le
pagine dei trattati di mitologia classica e più simile a quella di una
qualsiasi figlia di re di quel periodo storico.
Memorie
di una cagna narra la storia di Elena a Troia senza tralasciare l’origine della
sua persona, tornando indietro fino alla malinconica infanzia, vissuta tra le
fredde pareti di un palazzo nel quale si sentiva estranea, un luogo in cui
camminava senza essere vista dai suoi familiari.
La
magnifica Leda, madre estranea completamente rapita dalla sua esistenza.
La
volitiva Clitemnestra, mai sorella e sempre nemica, assetata di una libertà che
la casa paterna non poteva assicurarle.
Castore
e Polluce, gemelli abbagliati dalla reciproca vicinanza ma ciechi davanti a un
mondo in mutamento.
Tindaro,
sovrano distante e padre consumato dal dubbio della paternità dei suoi figli.
Una
famiglia che Elena non sentiva sua.
Un
vuoto che rimarrà per sempre nella sua anima.
Personalmente
non ho apprezzato particolarmente questo libro ma questo non significa che sia
un brutto libro, anche perché la giovanissima età della scrittrice ai tempi
della sua pubblicazione rende ancora più lodevole la sua forma; non ho
apprezzato particolarmente i brani in cui si abusa della brevità dei periodi,
soprattutto all’inizio della lettura, ma la cura nel lessico e la musicalità
del testo sono stati certamente punti a favore di questo stile.
Il
mio problema con il libro è stata la poca aderenza con la versione classica
della vita di Elena, soprattutto nelle pagine ambientate a Troia e con una
particolare attenzione ad una particolare storia che non solo non hanno reso
giustizia al personaggio coinvolto, che ne esce completamente snaturato
rispetto all’immagine fissata nell’immaginario collettivo, ma alla stessa
Elena, che fino a quel punto era una vera e propria eroina tragica della quale
si poteva comprendere il motivo delle scelte, anche senza condividerle.
Memorie
di una cagna non è un brutto libro ma, in tutta onestà, dubito lo consiglierei
indistintamente a tutti coloro che hanno amato i personaggi dell’Iliade e la
mitologia greca in generale; piuttosto inviterei a dare un’occasione a questo
libro coloro che sono aperti ad una visione diversa di questi uomini e donne
rimasti nell’immaginario collettivo per tutti questi secoli.
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