Heart of thorns - Recensione di Mysticmoon


Heart of thorns – Bree Barton
Recensione di Mysticmoon



Titolo: Heart of thorns
Autore: Bree Barton
Genere: fantasy
Editore: Katherine Tegen Books
Serie: 1° volume della trilogia “Heart of Thorns”
Pagine: 438
ISBN: 9780062447685


Tengo a precisare che il libro non è ancora stato pubblicato in italiano


Mia Rose credeva di avere il pieno controllo sulla sua vita; nonostante nel regno di Glas Ddir alle donne fosse imposto di indossare in ogni momento della giornata dei guanti per evitare di toccare gli altri, suo padre le ha dato la possibilità di istruirsi e addestrarsi alle arti della caccia, soprattutto da quando tre anni prima una Gwyrach aveva ucciso sua madre ed i suoi sforzi di diventare degna di far parte del Circolo della Caccia, capeggiati da suo padre, si sono moltiplicati.
La vita di Mia Rose non è quella che desiderava; un giorno suo padre le ha comunicato che non sarebbe mai diventata una Cacciatrice perché era suo dovere diventare la moglie del principe Quinn, l’erede al trono del regno, e il suo desiderio di fuggire portando via da palazzo la fragile sorellina Angelyne si è fatto più impellente che mai adesso che il duca Tristan, cugino del principe, le ha messo gli occhi addosso.
Il giorno delle sue nozze segnerà per Mia l’inizio di una vita ben diversa sia da quella a cui aspirava sia a quella che le è stata imposta.


La prima volta che ho sentito parlare di Heart of thorns mancavano ancora diverse settimane alla sua pubblicazione eppure sapevo già che quello era il romanzo fatto per me; quella narrata dalla sinossi ufficiale sembrava una storia fantasy abbastanza classica ma la presenza di elementi come la sete di vendetta della protagonista e l’anatomia mi intrigavano non poco, quindi lo aggiunsi alla mia smisurata lista dei desideri.
Non vi tedierò con dei noiosi dettagli, fatto sta che per una serie di circostanze mi ritrovai con un buono da spendere con una scadenza piuttosto breve e impulsivamente ho acquistato questo libro, facendo una scelta di cui non mi sono affatto pentita.
Vi dico subito che se avessi a disposizione solo una breve frase per descrivere questo romanzo, direi che quella di Heart of thorns è una storia più ben concepita che ben scritta.
Sia chiaro, il fatto che l’autrice riesca non solo ad armonizzare con tutto il resto i vari riferimenti all’anatomia ma, in alcuni brani, a dare persino poeticità a certi discorsi sono prove che è una buona autrice, ma quello che più mi ha colpita è stato l’intreccio narrativo.
Sin dalle prime pagine questo romanzo si presenta come un libro che vuole veicolare un messaggio femminista ad un pubblico abbastanza giovane e per farlo utilizza elementi classici quali una protagonista ribelle ed il sistema di governo misogino nel quale è inserita; da queste basi si dipana una storia fantasy nel quale sono presenti sia luoghi comuni che colpi di scena, un racconto focalizzato sul viaggio di Mia, una protagonista tormentata e imperfetta che inizia pian piano a scoprire di essere diventata talmente schiava della razionalità da non riuscire a vedere oltre le pagine dei suoi amati libri, realizzando che non solo non si può sapere tutto e, di conseguenza, che non tutto può essere controllato.
Altro dettaglio che mi ha fatta molto felice e che rafforza il messaggio femminista di questo romanzo è il peso dei sentimenti, ed in particolare dell’amore in questo romanzo. Sia chiaro, in Heart of thorns non manca la componente romantica ma, semplicemente, quel tipo d’amore non ha maggiore importanza di altre sfumature del medesimo sentimento; in altre parole innamorarsi non è una delle priorità della protagonista, che ha faccende più importanti a cui pensare.
Questa abilità nello strutturare la storia si concretizza anche nella costruzione del mondo in cui si muovono i nostri personaggi; per quanto i luoghi in cui vedremo interagire Mia e gli altri siano relativamente pochi, il romanzo non solo ci descrive con dovizia di particolari gli ambienti che li circondano, ma danno informazioni anche del resto del mondo, compresi i regni in cui non metteremo piede fino ai prossimi volumi, i cui accenni permettono al lettore di farsi un’idea di base abbastanza chiara di alcuni dettagli come il clima.
Riguardo alla costruzione dei personaggi, è quasi inutile dire che quello realizzato meglio è la protagonista Mia, alla quale l’autrice ha dato un background molto solido ed una caratterizzazione dettagliata, mentre praticamente tutti gli altri personaggi della storia, per quanto interessanti e ben caratterizzati, sono decisamente meno sfaccettati rispetto a questa ragazza di cui sentiamo ogni minima emozione.
Se da una parte non si può dire che all’interno di questo romanzo vi siano altri personaggi approfonditi tanto quanto Mia, di certo è impossibile negare che l’autrice non abbia fatto un buon lavoro donando a ognuno una buona caratterizzazione che non escludo possa essere ampliata nel corso dei successivi romanzi, soprattutto quella di due personaggi in particolare perché uno, per quanto abbia già avuto il suo spazio, merita un ulteriore approfondimento per essere compreso a pieno mentre l’altro merita di essere meglio tratteggiato.
Per concludere vorrei consigliare questo romanzo a coloro che vogliono esercitarsi un po’ con l’inglese, essendo quello di questo romanzo di un livello non troppo elevato (termini medici a parte) e certamente una buonissima lettura, coinvolgente e per nulla noiosa… anche se io vorrei non averla fatta perché adesso come faccio ad aspettare l’estate 2019, periodo in cui si suppone dovrebbe uscire Tears of frost?

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