Si
scioglie – Lize Spit
Recensione
di Mysticmoon
Titolo:
Si scioglie
Autore:
Lize Spit
Genere:
drammatico
Editore: E/O
Pagine: 464
ISBN: 9788866328933
Eva,
ventisettenne insegnante d’arte residente a Bruxelles, riceve inaspettatamente
un invito proveniente dalla cittadina di Bovenmeer, il paese in cui è nata e
cresciuta; la lettera arriva dal suo amico d’infanzia Pim, che la informa che
il 30 dicembre verranno celebrati l’inaugurazione della nuova latteria
altamente automatizzata dell’amico d’infanzia Pim ed il trentesimo compleanno
di suo fratello Jan, un ragazzo che in realtà è morto quattordici anni prima.
Dopo
diversi giorni di riflessione Eva decide di partecipare e porta con sé dalla
capitale un oggetto singolare: un grosso blocco di ghiaccio.
Cosa
ha spinto Eva a tornare a Bovenmeer dopo nove anni? Come mai tredici anni prima
la sua amicizia con Pim e Laurens ha avuto bruscamente fine? A cosa serve il
ghiaccio?
Non
mi pare usare una frase fatta ma in questo caso è mio dovere fare un’eccezione:
Si scioglie non è un romanzo per tutti.
Io
sono la prima a non fare troppo caso a certi avvisi perché mi ritengo una
persona poco impressionabile ma credetemi quando vi dico che all’interno di
questo romanzo troverete scene davvero molto forti e che quindi la sua lettura
è consigliata solo a persone con lo stomaco rivestito di moquette a pelo lungo.
Lize
Spit narra la storia di Eva de Wolf saltando di capitolo in capitolo dal
presente all’estate del 2002 fino ad un passato più eterogeneo, in un flusso di
pensieri che travolge il lettore e lo tramortisce con alcune scene decisamente
molto forti.
In
questo romanzo c’è una vera e propria demolizione dell’ideale d’innocenza e
serenità dell’infanzia: nonostante Eva sia soltanto una bambina è subito chiaro
che la vita che sta vivendo non è affatto tranquilla a causa dei genitori, una
coppia di alcolisti talmente concentrati a scannarsi ogni volta che si trovano
nella stessa stanza da non notare le crescenti manie della figlia minore,
Tesje, o le lacrime a malapena trattenute dal figlio maggiore Jolan, un
ragazzino talmente isolato da avere problemi di comunicazione persino con le
sorelle.
Il
mondo di bambina di Eva è composto, oltre che dalla famiglia, dai suoi amici
Pim e Laurens: figlio di contadini il primo e dei macellai del paese il
secondo, sono gli unici due bambini nati come lei nel 1988 nella comunità di
Bovenmeer e per questo i suoi compagni in ogni esperienza, un legame che però
inizia a sfaldarsi quando “i tre moschettieri” escono da quel bozzolo che è la
loro comunità per andare a frequentare le medie nella cittadina vicina,
scoprendo un mondo ben più vasto popolato da persone delle quali non si è quasi
costretti ad essere amici, ed il culmine di questa crisi avviene proprio
nell’estate del 2002, quando i ragazzi iniziano ad esplorare quel terreno
ignoto che è il sesso, un periodo di scoperte più o meno piacevoli che li
cambia per sempre.
Lo
stile di Lize Spit è semplice e molto diretto, quasi brutale in alcuni casi, e
proprio per questo sono costretta a ripetere nuovamente l’avvertimento con cui
ho aperto questa recensione: non avvicinatevi a questa lettura se non siete
preparati alle scene poco piacevoli che potreste trovarvi all’interno perché i
dettagli più spiacevoli non solo non vengono risparmiati al lettore ma se li
trova buttati in faccia con violenza proprio perché queste scene gli facciano
del male e lascino il segno.
Per
buona parte del tempo questo libro risulta
un po’ caotico e quindi non si capisce bene quale sia esattamente il motivo di
tutto quello che viene letto fino a quando, man mano, quell’ammasso di pezzi di
un puzzle apparentemente privi di legami iniziano a combinarsi tra loro e tutto
inizia ad avere un senso, una sensazione che gela il sangue nelle vene perché
non solo viene fatta luce su quanto accaduto nel passato ma acquistano un senso
anche i gesti compiuti da Eva fino a quel momento ed è possibile intuire cosa accadrà.
L’unico
accenno di critica che potrei muovergli riguarda un determinato elemento;
chiunque abbia letto i maggiori classici della letteratura gialla o sia
appassionato di serie tv poliziesche intuirà quale sia lo scopo dell’oggetto in
questione ma, e qui sta l’abilità della scrittrice, la storia è talmente
intricata e ricca di misteri ed omissioni che sembra impossibile che quello che
poi si rivela essere il bandolo della matassa sia lì, in bella vista,
placidamente stretto nella tua mano praticamente dal primo momento.
Per
quanto questo romanzo sia crudo e metta alla prova la pazienza del lettore ben
più di una volta, questo è anche un libro davvero molto valido che narra il
traumatico passaggio dall’infanzia all’età adulta e per questo ne consiglio la
lettura.
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