Cari Mostri - Recensione di Giorgia Wasp e Mysticmoon


Cari Mostri – Stefano Benni
Speciale Halloween di Giorgia Wasp e Mysticmoon



Titolo: Cari Mostri
Autore: Stefano Benni
Genere: Narrativa
Editore:  Feltrinelli
Pagine: 247
Isbn: 9788807888151

Quest’anno volevamo provare a regalarvi un post per Halloween e come consigliato da Mysticmoon abbiamo deciso di leggere e recensire un libro a quattro mani.
Vi starete chiedendo per quale motivo, tra tanti libri horror esistenti al mondo, ne abbiamo scelto uno di Stefano Benni… molto semplice: io, Giorgia Wasp, sono una fifona.
Lo ripeto: una FIFONA.
Ecco, dopo questa premessa mi sento meglio XD dovete sapere che l’ultimo libro (e sinceramente non so neanche se si possa definire horror) che ho letto del genere, per chi se lo stia chiedendo, è “La notte eterna del coniglio” e dopo di questo non sono più stata in grado di leggere altro; non dormire per giorni non fa per me.
Insomma, abbiamo preferito optare per un libro che dalle premesse potesse rivelarsi decisamente più soft, sia per il particolare stile di Benni sia per la struttura del libro, che è una raccolta di 25 racconti… insomma, abbiamo cercato di evitare in ogni modo che Giorgia Wasp potesse rischiare di incappare in una storia troppo spaventosa.
E in un certo senso abbiamo sbagliato, perché in una realtà come la nostra, in cui esistono tante sfaccettature terrificanti non è necessario attingere alla fantasia; infatti in cosa consiste l’orrore? E’ davvero necessario scrivere di mostri assetati di sangue quando le creature più sanguinarie di tutte sono gli uomini? E i veri mostri sono davvero quelle creature ripugnanti uscite dall’immaginario fantastico e non ad esempio coloro che sfruttano le proprie capacità per sopraffare il prossimo?
A questa domanda Stefano Benni risponde con la sua solita ironia ed un pizzico di follia in Cari mostri.
Benni con questa raccolta di racconti ha dipinto in maniera molto estremizzata la realtà attuale. I mostri descritti sono infatti semplici persone che con le loro difficoltà e manie vivono una realtà quotidiana, tanto che il lettore non si rende conto della gravità di quello che di lì a poco potrà succedere.
Devo dire che inizialmente, non sapendo bene a cosa mi stavo approcciando, non ho capito subito il tipo (si voglio definirlo un tipo di horror particolare) di narrazione; ma con il passare delle pagine e dei capitoli ho iniziato a comprendere il senso del racconto e il filo conduttore che legava il tutto: la follia che, diciamocelo pure, caratterizza la vita odierna.
Ho apprezzato il fatto che ogni capitolo è contraddistinto da una storia particolare e che questi sono molto brevi, infatti l’autore non cerca di spiegare cosa stia dipingendo ma butta in faccia al lettore il racconto così come se lo troverebbe davanti nella vita reale. Questo permette di riflettere sull’assurdità della realtà che ci circonda.
Gran parte del valore di questi racconti risiede nella penna di chi li ha scritti; seppur non abbia letto tutti i suoi romanzi e le sue raccolte di racconti, a mio modesto parere Stefano Benni è un vero maestro della parola e, per quanto l’abbia trovata per certi aspetti meno scoppiettante di Bar sport, in questa raccolta dimostra ancora una volta di essere un abile manipolatore della parola scritta, usandola sapientemente sia per creare aspettativa (magistrale esempio è La storia della strega Charlotte, che potrebbe non piacere a tutti ma io ho adorato proprio per questa sua particolarità) sia per narrare le intricate indagini per risolvere efferati delitti o esempi di ordinaria mostruosità, come Compagni di banco.

Alcuni racconti mi hanno colpito maggiormente di altri come ad esempio il terzo racconto che narra una vicenda particolare di adolescenti, oppure il sesto dove l’autore interpreta il futuro mondiale.
Anche il linguaggio utilizzato è molto forte ma sicuramente in linea con i tempi, infatti i giovani utilizzano un modo di esprimersi che forse qualche anno fa veniva considerato come colorito, mentre oggi non è più causa di stupore o rimprovero.
Personalmente ho apprezzato maggiormente proprio le storie meno “horror”; nonostante non mi dispiacciano le storie spaventose e il mio stomaco sia foderato di un fitto strato di moquette a pelo lungo, a darmi i brividi sono state le storie in cui l’elemento horror era reale, quelle in cui l’elemento fantastico lasciava il passo alla triste verosimiglianza, e sono abbastanza sicura che fosse questo che voleva provare Stefano Benni con questa serie di racconti, ossia dimostrare che l’orrore più grande non è ad esempio nel vampiro che aggredisce una persona per succhiarne il sangue ma in quello che si avvinghia a questa persona per ottenerne del denaro o dei vantaggi. Questo dovrebbe spaventarci.
Un libro che consiglio a chi vuole riflettere sulla società attuale e sicuramente adatto anche a chi è un fifone proprio come me XD


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