L’amore
è sempre in ritardo – Anna Premoli
Recensione
di Giorgia Wasp
Titolo:
L’amore è sempre in ritardo
Autore:
Anna Premoli
Genere:
Rosa
Editore: Newton Compton
Pagine: 315
Isbn: 9788822721716
Alexandra
ha avuto un unico amore nella vita: Norman. Nonostante abbia provato a
dimenticarlo e sia uscita con un’infinità di ragazzi, non è mai riuscita ad
andare ad un livello superiore con loro, c’è sempre stato qualcosa che l’ha
bloccata… e se finalmente le cose potessero cambiare?
Per cui mi ero convinta che alla fine tutto si sarebbe
sistemato, che saremmo stati felici per tutta la vita. A quel tempo quasi
sragionavo; temo non sia stato il mio momento più brillante…
Devo
fare una premessa importante: adoro la Premoli che con la sua simpatia, la sua
scrittura leggera riesce a catturare il lettore e a farlo sorridere.
Sfortunatamente questo romanzo non mi ha fatto
letteralmente impazzire come i suoi precedenti, forse l’ho acquistato con
aspettative molto alte e di conseguenza non so bene neanch’io cosa mi
aspettassi, sicuramente l’ho trovato leggero e rilassante.
I
personaggi principali sono ben costruiti, soprattutto perché il romanzo alterna
periodicamente le voci narranti facendo conoscere al lettore i punti di vista
dei due protagonisti.
Ho
trovato Alex come una carica esplosiva, una ragazza che non si ferma difronte a niente, che dopo
anni è riuscita a raggiungere una sorta di nirvana interiore riuscendo anche a
scherzare e sdrammatizzare sul suo amore non corrisposto.
Norman
invece viene descritto come una persona riflessiva, padrona delle proprie
emozioni e molto composto, terrorizzato dall’idea di lasciarsi andare; (qui mi
piacerebbe aprire una parentesi piccola sull’importanza dell’esempio che i
genitori danno ai figli e come i loro disagi si tramutano poi nella loro prole
in traumi che ne condizionano la vita).
La
trama risulta gradevole: un amore che dura 18 anni e mai corrisposto,
un’attrazione che non può essere negata nonostante Alex ci abbia provato con
tutte le sue forze.
Le
descrizioni dei personaggi sia secondari che principali sono superficiali,
ovvero vengono messi in evidenza alcuni punti che risultano salienti per la
storia mentre altri restano marginali, non lo considero una pecca, anzi
potrebbe essere un pregio lasciare al lettore spazio per immaginare i
personaggi secondo la propria fantasia.
Anche
le descrizioni, soprattutto dei luoghi esterni, sono superficiali tanto che il
lettore procede nella narrazione sempre grazie alla propria immaginazione che
deve contornare la storia scritta.
Ripeto
sicuramente non è il miglior libro che l’autrice abbia mai scritto, ma rimane
un romanzo carino e frivolo, ovvero una lettura leggera e rilassante.
Nessun commento:
Posta un commento